Corse.

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Erano in una crêperia, Margherita aveva davanti a se una maestosa crêpes al cioccolato con la panna, mentre Giorgio aveva una crêpes con vari gusti (tutti alla frutta). «Come va la scuola?» chiese Giorgio, intento a masticare un boccone.
Margherita lo guardò. «Oh, bene. Sono stata sospesa qualche giorno fa.» disse. «A te come va il lavoro?»
«Al ristorante non passa mai nessuno. Se non fosse per voi, gli incassi non ci sarebbero.» disse Giorgio sorridendo. Margherita lo guardò per un po', per poi continuare a mangiare la crêpes. «Che hai, Marghe?»
«Niente.» disse Margherita pressando troppo il coltello sulla crêpes e facendo schizzare il cioccolato.
Giorgio la guardò con un'espressione indecifrabile. «Io non direi.» disse. «Ma ok, non vuoi parlare.» aggiunse un attimo dopo, con la paura che lei lo potesse sbranare da un momento all'altro.
Margherita mangiò in religioso silenzio, finendo la crêpes in cinque minuti. «Perché quella?» disse, facendo segno alla rosa che era poggiata sul tavolo. Lo intuiva, il perché, ma voleva capire se le sue erano solo intuizioni, o se era vero.
Giorgio arrossì subito. Era molto timido. «Oh... beh, vedi- tu...» balbettò un po' di frasi senza senso, prima di fare un profondo respiro. «È da un po' che mi piaci..» disse in un sussurro.
Margherita tentò di trattenere uno sbuffo. Come faceva a piacergli una come lei? «Perché?» chiese scocciata.
Giorgio sorrise. «Io non ti piaccio, intuisco.» disse piano.
«Giorgio, perché ti piaccio? Hai vent'anni. Sono un casino. Non posso davvero piacerti.» disse Margherita, aggrottando le sopracciglia.
Giorgio sentì il cuore perdere innumerevoli battiti, ma cercò di ignorarlo. Il vuoto nel petto, dico. Guardò Margherita dritto negli occhi, e per la prima volta nella sua vita non si sentì in imbarazzo. «Sei davvero una persona... strana, sai? Stai sempre da sola, non parli... ti trucchi pesantemente e- e non saprei, Marghe, ma sei strana. Poi hai quegli occhi blu che sono davvero la fine del mondo. Sono chiari: hai due pezzi di ghiaccio al posto degli occhi, ma mi hai scaldato il cuore. E... la tua camminata, il tuo atteggiamento... non so perché mi piaci così tanto. So che mi farà un male cane, e so che mi sto intossicando ma mi va bene.»
Margherita volle sparire, in quel momento. Si pulì lentamente la bocca, poi si leccò le labbra. Giorgio seguì i suoi movimenti lenti. «Vorrei baciarti.» si lasciò scappare.
Margherita iniziò a torturarsi le dita. «Ti prego, Marghe, una possibilità. Una.» cercò di convincerla Giorgio.
Margherita si alzò, facendo strusciare le gambe della sedia rumorosamente. Guardò Giorgio negli occhi, erano pieni di tristezza. Quelli di Margherita invece guizzavano da una parte all'altra. «No, Giorgio. Mi dispiace. Grazie per la crêpes.» e camminò velocemente verso l'uscita.
Giorgio sospirò, per poi lasciare una banconota sul tavolo. «Margherita, aspetta!» urlò una volta uscito di corsa dal locale. Iniziò a correre dietro la mora, che affrettò il passo. La raggiunse, in qualche modo. Le prese la mano e la voltò verso di lui. Non le diede il tempo di fare nulla, che posò le sue labbra su quelle di Margherita. Chiuse gli occhi, mentre Margherita li spalancò.
Giorgio la strinse a sé per non farla spostare, cercò di infilare la lingua nella bocca di lei. Margherita iniziò a colpirlo sul petto, mentre Giorgio la stringeva sempre di più.
Margherita poi aprì velocemente le labbra, mordendogli la lingua. Giorgio si staccò di colpo, portandosi una mano sulla bocca, guardandola. Era furiosa e se n'accorse. «Margherita,» disse in un sospiro, con la lingua che gli doleva terribilmente.
«Vaffanculo.» disse lei, per poi colpirlo forte sulla guancia con la mano aperta. Giorgio fece qualche passo indietro, mentre Margherita se ne andava.
Non la rincorse.

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