Capitolo 18: Una regina orgogliosa

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25 anni prima della Grande Guerra

Quello era il giorno del quinto plenilunio e si sarebbe tenuto il Concilio tra tutti i sovrani di Holtre.

Olok, la capitale della Terra Centrale, era stata costruita dopo l'unificazione dei Territori del Nord e del Sud, e il suo Real Castello era stato pensato apposta per questa nuova tradizione. Alec aveva voluto rendere Holtre una Terra unita anche politicamente e non solo da monti, laghi e fiumi, così ai Concili si parlava del bilancio e delle politiche da utilizzare, del commercio, delle condizioni delle città e del benessere dei cittadini.

Nessuno si era opposto alla proposta del Sommo Re.

La città era stata preparata a questo evento e la Strada Principale che portava al castello era stata addobbata a festa, pronta ad accogliere la sfilata d'eleganza dei cinque sovrani che la attraversavano.

I regnanti raggiunsero l'ingresso dell'imponente residenza reale e uno per volta scesero dai loro ricchissimi carri aiutati da elegantissimi paggi, e vennero cerimoniosamente accompagnati fino alle loro stanze nella torre est del palazzo reale dove avrebbero soggiornato per un'intera settimana.

Il Concilio avrebbe avuto la presenza di Teodor, un uomo robusto e scontroso, sovrano della Terra del Pesce; Marvin, un giovane re alle prime armi con un discusso senso della giustizia sovrano della Terra dello Scorpione; Khan, un uomo legato alle tradizioni a capo della Terra del Leone; Joanne, da poco diventato uomo e molto ben voluto tra il popolo, in rappresentanza della Terra del Toro; e infine Minerva, regina grazie al padre che anni prima aveva vinto nella battaglia contro la tirannia, sovrana di una terra che dopo la rivolta venne rinominata Terra della Bilancia.

Molte ore dopo l'alba, i sei sovrani di Holtre si recarono alla stanza adibita alle riunioni, in cima alla torre ovest del Real Castello e totalmente sovrastata da una meravigliosa piramide di vetro. La sera prima si era tenuta una festa in loro onore che era continuata fino a notte inoltrata tra cibo, balli, musica e giullari, per cui ci volle del tempo prima che tutti fossero al loro posto.

Alec quasi non aveva dormito quella notte: aveva una proposta importante per i regnanti, e fremeva dalla voglia di illustrarla. Era salito al trono della Terra Centrale da pochi anni, ma aveva già dato prova delle sue grandi abilità militari e persuasive. La sua prima vittoria, infatti, era stata convincere Isidora a sposarlo, permettendogli così di poter regnare incontrastato e costruire villaggi e città così come la sua mente li progettava. Era nel fiore della vita e gli si prospettavano davanti molti anni di regno: non poteva rovinare tutto in una sola mossa, per cui si impose la calma e finse il suo miglior sorriso.

Dopo i soliti convenevoli fu Teodor a parlare per primo, gli occhi blu severamente piantati sulla raffinata donna che gli sedeva davanti.

«Vorrei chiedere alla Regina Minerva di alzare il prezzo del suo pescato. Con i suoi costi così bassi, mi ruba tutti i compratori».

I presenti si voltarono stupiti a guardarlo: era una strategia decisa qualche mese prima per aiutare la Terra della Bilancia che arrancava economicamente. Minerva si sentì avvampare le guance; era una donna molto facile da irritare.

«Tutto ciò è ridicolo. Perché non abbassate il vostro, piuttosto!»

«Perché devo mantenere un certo salario per i miei pescatori».

«Forse, vorrete dire che dovete mantenere una certa quota per voi. Le vostre tassazioni sono altissime, Teodor. Non potete lamentarvi se i compratori preferiscono comprare da me, il pesce che da voi costa il doppio!». Il seno prosperoso della giovane donna, lasciato ampiamente scoperto dall'abito elegante, cominciò a chiazzarsi di rosso espandendo velocemente le macchie fino al collo e al viso, come se la rabbia fosse un morbo pronto a divorarla in fretta.

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