Enora si svegliò presto quella mattina. Avevano fatto una breve sosta nel tragitto verso Burok e doveva aiutare i sacerdoti a controllare i feriti, soprattutto per scongiurare le infezioni.
L'arrivo dei disertori dell'Armata Nera aveva stranamente ridato una nuova vitalità ai ribelli: il loro gesto gli aveva fatto capire che combattevano dalla parte giusta e, nonostante molti avessero abbandonato le fila dopo l'arrivo degli stregoni, nell'aria si respirava un leggero ottimismo. Nayél si era fatto promotore della campagna di accettazione della magia, mostrava con fierezza il petto privo di cicatrici e parlava a tutti con grande animosità delle migliorie che avrebbero potuto apportare alla Resistenza. Anche gli stregoni, dal canto loro, avevano dismesso le tuniche e si erano mescolati tra i ribelli mostrando cautamente ciò che erano in grado di fare, e aiutando chi aveva meno paura negli affari quotidiani. Non tutto era perduto.
Enora si preparò in fretta senza preoccuparsi di mangiare qualcosa: da quando aveva scoperto la verità sulle sue origini aveva faticato a trovare l'appetito. Mentre si dirigeva verso la zona allestita per i feriti allungò il collo alla ricerca di Noor, senza però avere successo. Era diventato praticamente impossibile riuscire a parlargli in privato, tanto era il tempo che passava insieme a Nahil. Lui e Korinna, infatti, avevano iniziato a passare la maggior parte del giorno con lui dopo la morte di Ares: il generale aveva perso molto dell'uomo che era stato in passato e accettava di buon grado il loro aiuto, utile soprattutto a impedirgli di perdersi tra i ricordi e lasciarsi andare al senso di colpa.
Tutto questo, però, rendeva Noor introvabile durante il giorno e troppo stanco la notte, tanto che Enora non aveva avuto modo neppure di raccontargli cosa fosse successo o, forse, non si era sforzata abbastanza per farlo. Non riusciva ad ammettere a sé stessa che aveva una paura folle di rivelargli di non essere sua sorella, di essere la figlia di un tradimento, di non essere più vincolata dalla collana. Erano cose a cui aveva volontariamente evitato di pensare e parlarne con lui o con chiunque altro l'avrebbe solo costretta a ragionarci su. Si sentiva più sola che mai, e l'unico momento in cui riusciva ad annullare tutti i pensieri e concedersi un attimo di pausa dalle ruminazioni era quando entrava nella tenda dei feriti. Toccare con mano la sofferenza e sapere perfettamente come agire per alleviarla la faceva sentire bene, al suo posto. Lì ogni cosa aveva un senso logico: ogni ferita aveva una causa e una soluzione, la maggior parte delle volte, e nel bene o nel male era in grado di prevederne l'evoluzione. In mezzo ai gemiti sofferenti, sporca di sangue fino ai gomiti, lei sentiva di avere il controllo. Nel resto della sua vita, invece, le sembrava di averlo completamente perso.
«Buongiorno, Mylene» disse raggiungendo la sacerdotessa.
«Ciao, Enora, ci sono solo feriti lievi qui. Tu occupati di lei». Con un cenno del capo indicò una ragazza più in fondo. Enora riconobbe Arkara dalla massa di capelli rossi, era distesa e girata di spalle.
Si avvicinò quasi in punta di piedi, con il fiato sospeso, e le toccò la spalla. Quando lei si volto, notò che aveva gli occhi gonfi e rossi. Vederla così la faceva stare male. Da quando erano entrambe entrate nella Resistenza avevano avuto poco tempo per stare insieme, come facevano quando andavano in giro per Olok e la loro unica preoccupazione era non rientrare tardi a casa.
«Immagino tu sia qui per la ferita». Arkara la guardò con un sorriso vuoto, mostrando in quel piccolo gesto tutto il dolore che l'aveva trasformata in una persona molto diversa da quella che era stata fino a poco tempo prima.
Enora, in silenzio, poggiò la pastura sul bordo delle coperte su cui era seduta e iniziò a sfilarle la vecchia fasciatura alla gamba.
«Nahil mi ha detto che la morte di Kimav ti ha sconvolta, ma non ha voluto dirmi perché. So che da quando siamo qui non abbiamo avuto tanto tempo per parlare come prima, ma vorrei tu sapessi che non sei sola».
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Holtre
Fantasía- COMPLETO - Holtre. Un regno. Cinque Terre. La guerra. Holtre è una terra di intrighi, di piani per raggiungere i propri scopi, di tradimenti. Ma è anche una terra di amore, di fedeltà, e amicizia. È un luogo in cui i personaggi crescono, cam...