Razor si svegliò che era ancora notte, probabilmente mancavano un paio d'ore all'alba e così decise di andare a fare un giro di ricognizione sulle mura del castello. Aveva piazzato sentinelle e arcieri lungo tutta la cinta con il compito di scagliare frecce e pietre a chiunque osasse avvicinarsi, e aveva ordinato di essere avvisato quando quei reietti sarebbero arrivati, per godersi lo spettacolo.
«Nessun movimento da segnalare, generale». Xavi gli si era avvicinato con il pugno rispettosamente chiuso sul cuore. Era lui l'uomo che aveva lasciato al comando del plotone sulle mura di Olok, l'uomo di cui si fidava di più tra quell'ammasso di incompetenti.
«Non abbassate mai la guardia, secondo le ultime informazioni dovrebbero arrivare a breve. Quando saranno abbastanza vicini, fai scoccare le frecce. Non voglio che si avvicinino alle porte della città».
«Agli ordini». Xavi fece un breve inchino e si congedò per consegnare ai suoi uomini il comando appena ricevuto.
Razor scrutò oltre la finestrella scavata sulla torretta del lato settentrionale, aveva guidato molte battaglie ma si sentiva come se fosse sempre la prima. La stretta allo stomaco, il formicolio alle mani e quella lunga estenuante attesa prima della tempesta, erano sensazioni che lo accompagnavano da quando era solo un semplice soldato e combatteva per il giovane re di Olok.
Aveva combattuto per i Territori del Nord, ma allora la sua inesperienza gli era costata molto. Ripensò a Lydia e al modo buffo in cui correva quando lo cercava per giocare con lui. Si era arruolato per proteggere lei e la loro madre dopo che quel vigliacco del padre era fuggito via dalla guerra. Non era riuscito a proteggere nessuno, però, e quei barbari dei soldati del Sud gli avevano portato via le uniche persone di cui gli era realmente importato qualcosa in tutta la sua vita. Da quel momento aveva cominciato a combattere con una furia che non accennava a calmarsi, tranciando chiunque gli capitasse davanti come se fosse l'assassino della sua famiglia. Il ricordo di sua madre e sua sorella strette senza vita in mezzo al bosco come degli animali qualsiasi gli si presentò vivido e prorompente come se i trent'anni passati non contassero niente. Scosse la testa per cacciare via quel pensiero che era solo una distrazione e fissò i piccoli occhi scuri all'orizzonte.
Adesso, il suo compito era proteggere la città e schiacciare i nemici. E non aveva nessuna intenzione di fallire.
Christopher notò subito gli arcieri pronti a colpire appostati in cima alle mura: li stavano aspettando, e si erano già preparati al loro arrivo. Affiancò il cavallo di Seamus poco più avanti e gli fece notare ciò che aveva visto.
«Non mi stupisce. Sapevamo che Alec non si sarebbe fatto cogliere impreparato».
«Dobbiamo cercare di non prolungare l'assedio. - rispose, rendendolo partecipe dei propri pensieri - Voglio sfondare le mura prima dell'arrivo del re Kamal. Con il suo esercito e il restante di Minerva sarà semplice fare fuori le Armate Nere e arrivare al castello». Guardava dritto di fronte a sé, come se riuscisse a realizzare con il pensiero ciò che aveva in mente.
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Holtre
Fantasy- COMPLETO - Holtre. Un regno. Cinque Terre. La guerra. Holtre è una terra di intrighi, di piani per raggiungere i propri scopi, di tradimenti. Ma è anche una terra di amore, di fedeltà, e amicizia. È un luogo in cui i personaggi crescono, cam...