Il Sommo Sovrano non dormiva da due notti, ormai. Da quando i cancelli erano stati sfondati gli veniva difficile anche solo pensare di stendersi a letto e riposare, e come se non bastasse il dolore al petto non era affatto diminuito: gli bruciava ancora dopo lo scontro con Danker e Angus non aveva potuto aiutarlo; aveva altri compiti da svolgere e non voleva che perdesse tempo né energie.
Strinse i pugni istintivamente, ripensando al racconto del generale Razor. Le barriere magiche erano state spezzate via in un solo colpo lanciato da quel maledetto elfo. Un intero gruppo di stregoni non era bastato a fermarlo, e la cosa gli dava non poche preoccupazioni, sebbene dalla sua parte avesse ancora un esercito numeroso che poteva sfruttare.
La guerra che aveva cercato di evitare in ogni modo e con ogni mezzo lo aveva raggiunto, e adesso doveva vincerla sul campo usando la forza dei suoi uomini.
«Mio Re». La voce di Angus lo costrinse a tornare alla realtà. Si girò verso il servitore e notò che non aveva davanti la solita figura evanescente: Angus era davvero lì, ed era stremato.
«Che cosa è successo?» chiese allarmato, intuendo che portava cattive notizie.
«Vengo da Lasion, sono andato a controllare come mi avevate chiesto. A palazzo non ho trovato che un pugno di civili, i pochi rimasti mi hanno informato che la principessa Hemelya ha lasciato la città sana e salva, e adesso cavalca a fianco di Kamal da quasi due settimane. Ho cercato di avvisarvi prima, mio Re, ma... ho dovuto usare molta più energia». Non aveva mai fallito una missione, e non intendeva cominciare in quelle circostanze.
Alec stette in silenzio, soppesando ogni parola, poi scagliò il calice di vino che teneva tra le dita rovesciando il liquido rosso sul pavimento.
«Quella traditrice di Minerva! Lo sapevo!»
Angus fece un passo indietro, conosceva bene gli scatti d'ira del re, soprattutto se veniva a conoscenza di un tradimento perpetuato nei suoi confronti. Lo vide respirare piano, massaggiandosi le tempie per calmarsi, e seppe che stava sicuramente escogitando qualcosa per farla pagare alla nuova regina della Terra dello Scorpione.
«Abbiamo ancora un po' di tempo prima dell'arrivo di Kamal. Ho un nuovo compito per te, mio fedele servitore» pronunciò il Sommo Sovrano con la sua solita voce calma. L'uomo dai capelli corvini ascoltò tutto con attenzione e dopo un veloce e ossequioso inchino si dileguò.
Non appena lo stregone varcò la soglia, Alec si levò in piedi e uscì dai suoi alloggi come una furia. Aveva cercato invano di quietarsi, ma niente sembrava alleviare il peso che gli cresceva nello stomaco e che sembrava esigere vendetta. A passo svelto attraversò il corridoio dalle fredde mura in pietra e raggiunse le stanze di Minerva nella consueta torre est del Real Castello.
Non si prese neppure la briga di bussare, calò la pesante maniglia e spalancò la porta. L'unica cosa che lo accolse, però, fu la folata di vento freddo provocato dalla finestra lasciata aperta. Stava nevicando.
Un foglio di pergamena planò verso il pavimento, spostato dalla corrente d'aria improvvisa, il re si chinò a raccoglierlo e lesse le prime righe di una missiva lasciata incompleta. Ogni suo dubbio e sospetto venne confermato dalle poche parole scritte su quel foglio indirizzato al re della Terra del Leone, e sentì di nuovo la rabbia in corpo. Sbatté la porta alle spalle e tornò nei propri alloggi.
Minerva avrebbe capito nel peggiore dei modi quale grosso errore aveva commesso nel tradirlo.
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Holtre
Fantasy- COMPLETO - Holtre. Un regno. Cinque Terre. La guerra. Holtre è una terra di intrighi, di piani per raggiungere i propri scopi, di tradimenti. Ma è anche una terra di amore, di fedeltà, e amicizia. È un luogo in cui i personaggi crescono, cam...