Capitolo 5: L'ultima lettera

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La figura cominciò a camminare più lentamente non appena arrivata al bosco: sapeva che lì nessuno avrebbe mai potuto vederla. Tolse i guanti di cuoio e li ripose nel tascapane, abbassò il cappuccio che le copriva il volto e respirò profondamente. Erano pochi i momenti in cui poteva respirare all'aria aperta, costretta ormai da troppi anni a quel mantello.

Sollevò il viso cercando i raggi solari, in piedi in mezzo al verde vivo di piena estate, e con mani tremanti prese da una tasca interna la lettera che le aveva dato Ingrid, pronta a leggerne l'orribile contenuto. Era stata scritta dalla dama di compagnia stessa, avrebbe riconosciuto tra mille la sua grafia stondata, e apprese così la spiegazione di cosa fosse successo alla sua Isidora.

L'uomo si sedette con il cuore immobile nel petto e un respiro strozzato fermo in gola. Non la vedeva da anni, ma il tempo non aveva lenito nessuno dei sentimenti che provava per lei, né la sofferenza che aveva patito durante la lontananza forzata.

Recuperò dall'interno del mantello dei fogli ripiegati in quattro: gli angoli erano stati strappati dal tempo, e le pagine bagnate dalle sue lacrime. L'unico ricordo tangibile della sua amata. Strinse a sé la carta vecchia e stracciata come se potesse stringere le mani di chi l'aveva scritta, e così tanti ricordi gli affiorarono alla mente.

Ricordò il suo profumo sempre così fresco e pulito, le sue mani delicate e il sorriso limpido e sincero, e pensò che fu quasi un sacrilegio vedere quel volto così elegante rigato dalle lacrime, stravolto dal dolore.

Una morsa fortissima gli strinse il cuore, impedendogli di battere regolarmente. Era una ferita che non aveva mai smesso di sanguinare nonostante il tempo, ma non era più il momento di ricordare. Alzò lo sguardo. Era seduto all'ombra della quercia più grande e solo alcuni raggi di sole riuscivano a trapelare oltre la fitta vegetazione, rendendo quel luogo quasi magico con i suoi giochi di luce e ombra. Posò nuovamente lo sguardo sulla lettera che sembrava brillare colpita da un raggio di sole, e cominciò a leggere quelle parole che conosceva a memoria:

"Mio amato,
quando Ingrid ti darà questa lettera vorrà dire che Alec sarà riuscito a dividerci per sempre. Ha tentato così a lungo di farlo e so che non si fermerà fino a quando non ci sarà riuscito.

Ti scrivo mentre la nostra Elisea dorme beata tra le mie braccia; è nata da pochi giorni e non posso fare a meno di pensare a quanto avremmo voluto che le cose andassero diversamente. Tra di noi, con Elisea, con Alec. Non ho seguito i suoi ordini, non l'ho lasciata andare lontana da me, ma non so per quanto tempo riuscirò a tenerla nascosta. Mi sembra una costante corsa contro il tempo, e temo di non avere abbastanza forza per resistere fino alla fine, né abbastanza coraggio. Per questo, amore mio, ti prego di vegliare su di lei. So che riuscirai a trovarla in qualunque posto io deciderò di lasciarla.

Proteggila, perché è quanto di più bello e caro la vita ci potesse regalare.
Dovresti vederla adesso, è così pura, innocente e ignara di tutto ciò che le sta capitando intorno.

Elisea è la cosa più preziosa che tu potessi donarmi, e sentirla dormire contro il mio petto è una gioia immensa, eppure non riesco più a sorridere, da quando non sei al mio fianco. Il tuo posto dovrebbe essere qui, accanto a me, felici come ci meritiamo di essere, formando la famiglia che Elisea non potrà mai avere.
Vorrei che tu potessi stringerla e sentire il calore e l'amore che riesce a trasmettere. Vorrei che tu potessi vederla, ti somiglia molto, e certe volte mi fermo a guardarle gli occhi così uguali ai tuoi.

Me li ricordo bene, i tuoi occhi. Sapevano trasmettermi l'amore forte e intenso che provavi per me, riuscivano sempre a richiamarmi dall'abisso in cui ero in procinto di cadere. Le tue braccia possenti, il tuo profumo, erano la mia roccia, e se sono sopravvissuta al suo falso amore è stato solo grazie al tuo ricordo.
L'unico mio rammarico sarà quello di non averti potuto amare e vivere liberamente, di aver fatto tutto di nascosto e in silenzio perché proibito, e adesso che avverto la morte sempre a un passo, mi chiedo se servirà davvero a qualcosa questa nostra continua lotta contro il re e il destino.
Mi sento così in colpa per tutto quello che ci è successo, ma rifarei di nuovo ogni cosa se servisse a passare un altro giorno insieme a te.
Ricorda, amore mio, ti amo e ti amerò per sempre.

Isidora."

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