Non c'era tempo per le consuete riflessioni dell'elfo, bisognava sbrigarsi.
Senza dire una parola tolse la piccola dalle braccia della madre e svanì per poi riapparire nella cella di Christopher. Lui la prese delicatamente con la paura di farle male, e poi le diede un bacio sulla fronte stringendola a sé, facendo attenzione a non bagnarle il viso di lacrime e a non graffiarla con la barba che gli era cresciuta in quelle settimane di prigionia. Il soldato riconsegnò la neonata a Stenphield e si voltò per non guardare: dire addio non era mai stato il suo forte.
L'elfo indugiò qualche istante incrociando lo sguardo della regina.
«Tornerò per entrambi. Andrà tutto bene».
Isidora annuì mentre la figura del padre e della figlia svanivano nel nulla.
Immediatamente dopo la porta dei sotterranei si aprì, e la sagoma di un soldato divenne sempre più nitida alla luce di una lanterna. Alla penombra gradualmente rischiarata dalla flebile fiamma, i due si guardarono terrorizzati. La regina represse il dolore al basso ventre e si sedette sul pavimento davanti a lei cercando di coprire le tracce del parto.
«Il Sommo Sovrano ha disposto che mi seguiate nelle vostre stanze» ordinò quel ragazzo rivolto alla donna con il volto stravolto dalla fatica, ma quello non sembrò badarvi.
Isidora e Christopher si scambiarono uno sguardo carico di tutte le parole che non avrebbero saputo comunicare altrimenti, e poi lui annuì impercettibilmente in un tacito consenso a quello che sapevano entrambi essere un addio. La guardò attraversare la porta delle segrete mentre cercava di camminare dritta e sicura, conscio che sarebbe stata l'ultima volta.
Negli alloggi reali era presente Ingrid con gli occhi scuri gonfi di pianto, legata ai piedi del baldacchino reale. Il soldato che aveva scortato la regina fino a lì trattenendola rudemente per i polsi legati, la lanciò bruscamente verso la donna seduta sul pavimento, e lei perse l'equilibrio ruzzolando per terra. Le due si ritrovarono l'una di fianco all'altra, e rimasero in perfetto silenzio fino a quando le guardie non le lasciarono sole, dopodiché si abbracciarono per quanto le corde che le tenevano legate gli permettessero di fare.
«Alec è tornato prima, non so che cosa abbia in mente» disse la dama di compagnia con la voce rotta di pianto. Parlavano piano, per evitare che gli uomini fuori la porta potessero sentire qualcosa.
«Mio padre ha detto che sarebbe tornato per me e Christopher, non posso lasciarlo lì!»
«Stenphield ha calcolato male i tempi. Non c'è tempo per seguire il piano, ma troverà un modo per tirarci fuori da questa situazione».
«Io non vado da nessuna parte senza di lui».
Ingrid abbassò lo sguardo e solo allora notò il ventre sgonfio e le tracce di sangue sul vestito.
«Come pensate che reagirà Alec quando vedrà che avete partorito ma non c'è traccia del bambino? Io ho abbandonato mia figlia per non compromettere la causa, mia figlia!! Non lascerò che mandiate tutto all'aria in questo modo!»
Gli occhi della regina si velarono di tristezza. Ingrid, fino a quel momento, aveva forse pagato il prezzo più grande che le avrebbero mai potuto chiedere, eppure era ancora così risoluta e fiera. Lei, invece, si sentiva annichilita dal dolore, senza avere avuto nemmeno la possibilità di conoscere la sua stessa figlia, la sua Elisea, e non osò nemmeno pensare al suo amato Christopher solo e inerme dinanzi alla furia di Alec che non avrebbe tardato ad arrivare. Una morsa le strinse lo stomaco facendole venire la nausea, il cuore sembrava non voler fermare la sua folle corsa, e si concesse di piangere legata come un criminale nelle sue stesse stanze.
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Holtre
Fantasy- COMPLETO - Holtre. Un regno. Cinque Terre. La guerra. Holtre è una terra di intrighi, di piani per raggiungere i propri scopi, di tradimenti. Ma è anche una terra di amore, di fedeltà, e amicizia. È un luogo in cui i personaggi crescono, cam...