Capitolo 1

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❤️❤️❤️Buona domenica!!! La storia inizierò a pubblicarla da Gennaio, intanto vi lascio il primo capitolo. Mi mancate❤️❤️❤️

Un suono costante mi sveglia.
Qualcuno è letteralmente attaccato con il dito al mio citofono.

Sbuffo spazientita, prima di scalciare via le coperte.

Demir apre i suoi occhi assonnati, sbadiglia e mi segue in salotto.

<<Chi è?>>.

Urlo al citofono.

<<Angela apri sono io>>.

Schiaccio il bottone per aprire il portone.
Accarezzo Demir fra le orecchie.
<<È quella pazza di Erica>>.

Demir scodinzola contento.
Apriamo la porta in attesa dell'arrivo della mia amica.

<<Buon giorno bellezza>>.

Vengo stritolata da una pazza alta un metro e sessanta,con i cappelli ricci e gli occhi verdi.

<<Erica sono le otto del mattino>>.

Mi lamento.

<<Si lo so, ma volevo tutte le news sulla tua serata. Per farmi perdonare ho portato le brioches>>.

La guardo coccolare Demir.
Poi come sempre si comporta come se fosse a casa sua.
Mentre io chiudo la porta, lei si è già tolta le scarpe ed ha acceso la moka.

<<Allora non tenermi sulle spine come è andata?>>.

Mi seggo sullo sgabello.

<<Non c'è nulla da raccontare. Siamo andati a cena fuori e poi ognuno a casa sua>>.

Mi guarda con rimprovero.

<<Angela, ma insomma Andrea è tanto carino. È un ragazzo dolcissimo ed è stracotto di te>>

<<Lo so, anche a me piace, ma non riesco a lasciarmi andare>>.

<<Sono passati due anni da quando hai lasciato Istanbul, non puoi continuare a pensare a Demir. Non ti ha più cercata. Si sarà rifatto una vita perché non provi a farlo anche tu>>.

<<Erica nessuno potrà mai prendere il suo posto>>.

<<Lo so, ma se non provi a farti conoscere non scoprirai mai se c'è qualcuno che vale la pena frequentare>>.

<<Ma infatti non ho detto che non rivedrò Andrea>>.

La vedo sorridere.

<<Ora si che ragioniamo ragazza mia>>.

Bevo il caffè che mi porge, quasi fossi io l'ospite a casa mia, ma Erica è così un vulcano di energie.
La mi salvezza in questi due anni.

Quando sono arrivata qui a Roma ero un pulcino impaurito come dice lei.
Vivevo nell'enorme villa di Tiran, undici camere da letto e sei grandi stanze era troppo per una ragazza da sola.
Avevo i domestici che mi facevano compagnia, ma era davvero difficile rimanere lì.
Il mio dolore sembrava ampliato, i primi giorni sono stati duri.

Sarei voluta solo scappare via e tornare da Paola, dai miei amici e da lui.

Demir il mio pensiero costante, la mia sofferenza più grande.

Grazie a Santo Tiran, ormai l'ho soprannominato così, ho trovato presto lavoro in una casa famiglia.
Faccio ormai parte dell'associazione.
Prendermi cura delle donne maltrattate e dei loro bambini mi rende orgogliosa di me.
Sto anche studiando per diventare assistente sociale.

Li ho conosciuto Erica è una delle psicologhe che lavora lì.
Abbiamo istaurati da subito un ottimo rapporto.
Si è trasformata nella mia ancora.
Lei sa tutto di me.
Dal mio passato di abusi fino ad arrivare al mio bambino mai nato.

Mi ha aiutato insieme ad i psicologi della struttura ad elaborare tutto.
Non posso dire che adesso magicamente tutto sia passato, ma sto meglio.
Almeno per quanto riguarda tutto quello che ho affrontato da bambina, per il presente è più dura.
Il mio cuore soffre ancora per loro, i due amori della mia vita.
Dicono che è normale, che ci vorrà del tempo.
Io penso invece che non dimenticherò mai Demir.
Ci sarà sempre lui nel mio cuore.
Come c'è ogni notte nei miei sogni.
Sento la sua assenza in ogni singolo istante della mia giornata.

Ma ho deciso io che quella non era la vita che volevo.
Dovevo crescere e questo significava anche impegnarsi ad essere autonoma.
Per questo ho deciso di lasciare la casa di Tiran.

Piano piano sono riuscita a mettere soldi da parte e da qualche mese vivo sola con Demir nel mio piccolo appartamento.

Demir il mio piccolo pastore tedesco.
Piccolo perché ancora è un cucciolo.

È stato amore a prima vista.
Come accadde fra me e il vero Demir.

Ci siamo trovati per strada, lui era stato
sicuramente abbandonato ed io mi sentivo come lui.

Non avrei mai potuto lasciarlo, sono convinta che lui fosse lì per me ed io per lui.

Avevamo bisogno uno dell'altro.

Così l'ho portato prima a casa di Tiran ed adesso qui.

Caratterialmente somiglia tanto a Demir è orgoglioso e prepotente e se la tira tanto davanti agli altri cani.

È diventato parte integrante della mia famiglia.

Paola è rimasta un po' sconvolta quando ha sentito il nome che avevo scelto, ma poi ha capito il motivo.

È stata qui con noi fino a qualche giorno fa.

Lavora ancora in hotel, anche se sta pensando di trasferirsi qui a Roma.

Non le ho mai più chiesto di lui e lei non me ne ha più parlato.
Lo stesso vale per Tiran e Jasmine, neanche con loro ho più affrontato il discorso.

Mi mancano tanto anche loro due, non li vedo da qualche mese da quando Jasmine ha partorito.
Tiran non le ha permesso più di viaggiare è diventato più iperprotettivo di prima.
Lui non poteva lasciare il paese e quindi neanche lei è la piccola Hope.
Mi manca la mia nipotina, ormai ha un anno.
Già cammina e combina guai.
Mi chiama zia ed io la amo come se fosse realmente mia nipote.

Sono una famiglia bellissima ed io li adoro per questo, si amano alla follia.

Li sento quasi ogni giorno, per fortuna ci sono le videochiamate.
Non vedo l'ora che vengano a trovarmi.

Non ho mai chiesto perché Tiran non potesse muoversi da Istanbul, ma credo che ci sia qualcosa di grosso che lo tiene li.

Spero solo che Demir non sia nei guai.

Non ho lasciato una bella situazione quando sono andata via.

Non vorrei avesse fatto qualche cazzata.

Magari lui non c'entra nulla con Tiran ed è come dice Erica.
Si è rifatto una vita a differenza mia.
Sarebbe anche logico che l'avesse fatto.
Sono stato io a lasciarlo ed in questi anni non mi ha mai cercato quindi uno più uno fa due no?

<<Angela ma mi stai ascoltando?>>.

<<Si parlavi della scarpe giusto?>>.

Uno strofinaccio mi arriva sul volto.

<<Sei sempre la solita!>>.

No non è vero, non sono più la stessa..

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora