Capitolo 46

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Angela

Fisso il soffitto di quella che era stata la mia camera, nel periodo in cui avevo vissuto qui.
È già mattina e devo prepararmi per andare in facoltà.
Il bello di avere un auto è il non dover uscire da casa all'alba, per riuscire a prendere in mezzi in tempo.

Rotolo sul letto, fino ad arrivare all'altra punta per poter prendere il cellulare.

Non ci sono messaggi da parte Demir.
Gli scrivo un messaggio io per dargli il buongiorno.

Ieri notte mi ha chiamata.
Abbiamo parlato un po' al telefono.

Non è facile capire cosa gli passa per la testa.

Gli ho chiesto cosa ha provato nel rivedere la sua città, i luoghi dove è nato, ma non ha saputo rispondere.

Mi ha detto che non ha provato nulla di che.
Non gli ha fatto nessun effetto, ma mi sembra improbabile che sia vero.

Come può non suscitarti niente tornare a casa?

Io non ho più voluto mettere piede a Milano.
Perché mi fa già star male soltanto l'idea, figuriamoci cosa potrebbe accadere se andassi li.

Non sono neanche più andata a trovare mia madre, non so neanche se sia viva.
Dovrei chiamare la struttura dove è in riabilitazione, ma ho paura di sentirmi dire che ha bisogno di me della mia vicinanza, ed io non sono pronta.

Qualcuno potrebbe dirmi, hai perdonato Demir e non riesco a farlo con tua madre?

Si perché, in Demir ho visto il vero pentimento.
Ho visto la sofferenza nei suoi occhi, quando mi chiedeva perdono.
Mia madre non l'hai mai fatto.
Per lei non sono mai esistita veramente.
In tutti questi anni, non si è mai chiesta che fine avesse fatto sua figlia.
Come puoi perdonare chi non vuole essere perdonato?

Non voglio neanche più pensarci.

Mi sollevo dal letto.
Devo iniziare questa lunga giornata ed è arrivato il momento di farlo.

Una doccia rigenerante e sono pronta.

Al piano di sotto regna il silenzio.
Le sorelle dormono ancora.

In cucina trovo solo la domestica, che ha già apparecchiato la tavola per la colazione.

Come sempre si lamenta del fatto che non do importanza ad un momento fondamentale della giornata.

<<Bere solo un caffè e mangiare due biscotti, non equivale a fare colazione>>.

Le sorrido.

<<Prima o poi imparerò>>.

Finisco di bere il caffè in piedi e poi scappo fuori.

Demir mi corre incontro.
Accarezzo il mio cagnolone.
So che anche a lui piace stare qui.
Avere un giardino enorme dove correre libero, non ha paragoni.

<<Ci vediamo questa sera>>.
Stringo il mio amico peloso prima di andare alla volta dell'Università.

La mattina trascorre veloce, senza particolari intoppi.
Ho prenotato l'esame per la prossima settimana, questo sta ad indicare che devo studiare giorno e notte. Cosa che nelle ultime settimane non ho fatto.
Lo dovrò preparare in sette giorni, speriamo bene.

Con la mia bella macchinina arrivo alla casa famiglia.
Devo ricordarmi di ringraziare Tiran, questa macchina è una meraviglia.

Erika come sempre mi attende fuori.
Le vado in contro.

<<Come stai?>>.
Mi chiede salutandomi.

<<Diciamo bene>>.

<<Ti ha chiamata?>>.

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora