Capitolo 41

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Angela

Controllo per l'ennesima volta l'ora.
Non ho completamente chiuso occhio.
Non sono riuscita ad addormentarmi sapendo che Demir domani partirà.

Non voglio lasciarlo andare.

Potrei partire con lui, ma non voglio rinunciare ai miei sogni ne a Nicholas.
L'idea di lasciarlo qui da solo non è discutibile, si sentirebbe abbandonando e tradito.
Credo fermamente che Demir riuscirà a trovare il modo di ottenere la sua adozione.
Ha sempre mantenuto la sua parola.

Bacio la fronte di Demir, prima di sollevarmi dal letto.

Apro le finestre, permettendo alla luce di entrare nella cucina, illuminandola.
Preparo la moka come ogni mattina e vado in cerca del mio cellulare.
Sono giorni che non lo controllo.
Lo trovo infatti spento dentro la borsa.
Provo ad accenderlo, ma la batteria è morta, lo attacco al suo alimentatore, approfitto del tempo che impiegherà per accedersi fumando una sigaretta fuori.

Strofino il mio viso con la mano, cavolo quante cose sono successe e quante cose sono cambiate.
Vorrei sapere quando riuscirò finalmente a trovare la mia dimensione in questo mondo.
Mi sento sempre come una pedina in una partita di scacchi, non so mai quale sarà la prossima mossa, che piega prenderà la partita, verrò mangiata o mangerò il mio avversario?
Ne uscirò vincitrice o come sempre ci rimetterò un pezzo di me?
Nessuno sa mai dare una risposta alle mie domande, neanche Demir che sembra sempre sapere tutto.

Aspiro l'ultimo tiro dalla mia sigaretta, prima di rientrare in casa ed accendere il cellulare.
Neanche il tempo di prendere la linea che iniziano ad arrivare tantissimi messaggi.
Quasi tutti sono da parte di Paola.

Non ho proprio pensato a lei, in questi ultimi giorni, non so neanche come dirle tutto quello che sta accadendo.
Devo farlo però, devo trovare le parole.

Respiro, prima di comporre il suo numero.

Risponde subito, come se avesse il cellulare fra le mani.

Sento l'ansia nella sua voce.
Era preoccupata e spaventata.
Non ho pensato che non sentendomi avrebbe immaginato i scenari peggiori.

<<Hai ragione Paola, mi spiace>>.

<<Posso capire che cosa ti è successo
almeno?>>.

Sembra aver recuperato la calma, non sapendo che la perderà molto velocemente.

<<Paola>>, <<Demir è vivo>>.

Silenzio.

<<Tu come lo sai?>>.

<<È qui con me>>.

Posso sentire il dolore che sta provando Paola.
Immagino la sua delusione.

<<Paola>>.

<<Cosa mi stai dicendo Angela? Che tutto è tornato come prima? Che hai perdonato quel figlio di puttana! Hai dimenticato quello che abbiamo passato! Hai dimenticato che sei quasi morta a casa sua! Come cazzo
hai fatto?>>.

Le lacrime bagnano il mio viso.

<<Non ho dimenticato>>.

<<Si che lo hai fatto!>>.

<<No non è vero>>.

<<Mi hai deluso Angela>>.

I singhiozzi non mi permettono più di parlare.
Scivolo sul pavimento, con ancora il cellulare fra le mani.

Non mi rendo conto neanche che Demir è in ginocchio davanti a me.

Una crisi di panico si impossessa di me.
Mi manca l'aria, mi sembra quasi di soffocare.

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora