Capitolo 26

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Angela

Apro la porta di casa e come sempre il piccolo Demir mi corre incontro felice di vedermi.

Come prima cosa tolgo le scarpe, adoro camminare a piedi nudi.

Entro in camera da letto, tiro fuori la tuta dell'armadio e mi spoglio.

Preferisco stare comoda quando sono a casa mia.

Poco dopo Demir bussa alla porta.
L'apro permettendogli di entrare.
Adesso stoniamo molto.
Lui elegantissimo io in tenuta da casa.

Ha un pacchetto fra le mani che mi porge.
Lo accetto.

<<Vuoi qualcosa da bere?>>.

<<no sto bene così. Negli ultimi anni ho cercato di allentare la mia ,chiamiamola, passione per gli alcolici>>.

<<Ok come preferisci>>.

Demir si siede sul divano.

<<Verresti a sederti vicino a me?>>.

Mi fa strano vederlo così comprensivo.

Capisce il mio stato d'animo e non pretende.

Alle volte ho la sensazione di avere a che fare con un altro Demir.

Mi seggo anche io, ma non troppo vicino.
Ho ancora il pacchetto fra le mani.

<<Apri il regalo>>.

Scarto la carta.
Dentro trovo una custodia di quella che presumo sia una collana.

Apro il cofanetto.
È pazzo.

Dentro c'è una catenina di oro bianco, con un ciondolo a forma di sole composto da diamanti.
Brilla in una maniera pazzesca.
Sembra illuminare tutto.

Lo fisso confusa.

<<Quando ti ho conosciuto è questa la visione che ho avuto di te. Ti ho visto come un sole che illuminava l'ambiente. Brillavi di una luce tutta tua Angela. Sei stata come un faro nell'oscurità per me>>.

Fa una pausa.
E gliene sono grata, perché queste cose non le aveva mai dette a me.

<<So di averla spenta quella luce. So che è solo colpa mia se non brilli più. Ero troppo abituato al marcio per capire che tu non mi avresti mai fatto del male>>.

Gli trema la voce.

<<Non c'è giorno che io non mi maledica per quello che ti ho fatto e per quello che ho permesso facessero a te ed al nostro bambino.
La paura che hai provato, il dolore che hai sofferto sulla tua pelle, non me li perdonerò mai. Potevo evitarti tutto questo, potevo evitare che succedesse a noi, ma sono stato un fottuto coglione Angela>>.

Entrambi abbiamo il viso bagnato dalle lacrime.

<<Mi sono odiato e mi odio ancora per tutto, ma ho cercato di andare avanti Angela. L'ho fatto per te, ho cercato nell'amore che provo nei tuoi confronti la forza di non farmi vincere dal male. Mi sono rialzato ed ho accettato la sofferenza pur di tornare da te anche solo per riuscire a chiederti scusa. E so che non bastano le mie parole e che non basta neanche un regalo per rimediare, ma ci sto provando con tutte le mie forze a farti capire che io ti amo veramente>>.

Demir

Due anni fa mi sarei vergognato di piangere davanti a lei.
Mi sarei reputato un uomo senza palle, ma oggi no.
Oggi ho l'esigenza di farle vedere come sono senza di lei.
Angela è la mia sola ragione di vita e voglio che lo capisca.

Non ha detto più una parola, fissa il ciondolo senza esprimersi.

<<Ho sempre davanti gli occhi il tuo sguardo Demir. Ricordo benissimo i tuoi occhi quando mi urlavi addosso che ero solo una schifosa puttana. Volevi addirittura prendermi a lavorare nel tuo club. Le tue parole mi hanno ferito più degli abusi subiti. Quando ho scoperto di essere incinta ero sola. In un ospedale dove ero andata per sapere se fossi stata violentata. Volevo abortire Demir>>.

Solleva lo sguardo verso di me ed io vorrei solo essere morto quel giorno pur di non vedere il dolore che ha dentro.

<<Mi sento una persona orrenda! Perché poi quel bambino mi è stato strappato via. Sono stata punita per i miei pensieri, ma io ti giuro che dopo a mente lucida ho subito amato quel bambino. Mi sono subito pentita di aver solo pensato di gettarlo via. L'avevo fatto per paura di te. Avevo paura che tu me lo portassi via. Che il tuo odio nei miei confronti ferisse lui. Per questo avevo deciso di scappare, volevo dare una vita migliore a nostro figlio. Volevo crescerlo lontano dal male>>.

Lontano da me.

<<Ma da quell'aeroporto non siamo mai usciti. Perché Demir lì non è morto solo il mio bambino, li sono morta anche io. Perché Angela, quella che conoscevi tu non esiste più. Mi hanno tolto tutto, mi hanno tolto la possibilità di essere madre, di vivere una vita felice. >>.

I singhiozzi non le permettono di dire altro.
Provo a stringerla, ma lei mi allontana.
Ci riprovo, inizia a colpirmi sul petto con i pugni chiusi ed io la lascio fare.
Le lascio sfogare su di me il dolore che prova.
Quello che ha tenuto nascosto fino ad ora.

<<Ti odio per aver distrutto tutto>>.

Hai ragione amore mio.
Fai bene ad odiarmi.

Continua a piangere sul mio petto.
Fino a quando non si calma.
Piano piano scivola via dalla mia stretta.

<<Scusa>>.

Si solleva dal divano, poggia il cofanetto sul tavolo e si chiude in bagno.

Probabilmente vorrebbe che io me ne andassi via, ma non ho intenzione di lasciarla sola questa sera.

Asciugo il mio volto ed esco fuori sul balcone a fumare una sigaretta.

Come sempre fisso il cielo.
Immagino sempre che lì ci sia Annie a guardarmi ed ascoltarmi.

Vorrei che tu fossi qui, vorrei che mi aiutassi.
Ho bisogno di te Annie perché non so come fare per aiutare Angela. Se sopportare il mio dolore era dura, vedere quello mei suoi occhi mi ha annientato. L'ho distrutta e non so come rimettere insieme i pezzi del suo cuore. Forse dovrei solo lasciarla libera di vivere la sua vita. Dovrei andarmene e permetterle di dimenticarsi di me..

Mi seggo sul pavimento del balcone.
Demir si stende al mio fianco.

Accarezzo il suo pelo.

Passa poco prima che Angela esca fuori.
Accende anche una sigaretta.
Ha i capelli raccolti adesso è di profilo, è sempre bellissima anche ora che il suo viso porta ancora i segni delle sue lacrime.

<<Che ne è stato di Kaiman e di tua madre?>>.

Una domanda che racchiude un significato più grande.

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora