Capitolo 31

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Angela

Non era stato facile lavorare dopo che Demir era andato via.
Nicholas ed Erika non facevano altro che chiedermi cosa fosse successo, avevo inventato una scusa, un impegno improvviso, ma nessuno dei due mi aveva creduto.

Adesso sto tornando a casa, ormai è sera.

Mi sento in colpa per come ho trattato Demir.
Sento un peso sullo stomaco.
Sta facendo di tutto per starmi vicino ed io non faccio altro che trattarlo male ed allontanarlo.

Quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo.
Quando eravamo felici o almeno quando lo ero io.
Ripenso a quando cercavo di nascondere la sua presenza in camera mia a Paola o quando avevamo deciso di vivere insieme nella casa lasciata dai suoi nonni.

Ripenso a quell'amore nato con semplicità e che poi abbiamo distrutto.

Abbiamo perso nostro figlio e lui è quasi morto.

Una lacrima bagna il mio volto.

È la prima volta che dico nostro figlio.
Ho sempre parlato come se il bambino fosse stato solo mio, ma non è così.
Era anche suo.
Era il frutto del nostro amore.
Un amore malato, ma pur sempre un amore.

Ed è quello che forse mi ha spinta senza neanche accorgermene, davanti la villa di Tiran .

Le luci del giardino sono accese.
Staranno cenando lì fuori come una famiglia.

Quella che non ho mai avuto.
Quella che loro sono stati per me.

Perché deve essere tutto così complicato.
Perché non riesco semplicemente a godermi la vita.

Perché nessuno sa dare una risposta alle mie domande.

Il cancello davanti a me si apre.

La domestica mi sorride invitandomi ad entrare.

<<Pensavi di rimanere sulla soglia tutta la sera?>>.

Le sorrido.

<<Ero indecisa se entrare>>.

<<Allora fortuna che ti abbia vista io. I signori sono in giardino, saranno felici di vederti>>.

<<Non sono sicura che sia così proprio per tutti>>.

<<Io invece credo che proprio lui sarà felice>>.

Scuoto la testa, ma non insisto.

Attraverso il giardino, aggirando la casa.

Come immaginavo sono seduti lì fuori, cerco subito con gli occhi Demir. Sta bevendo un bicchiere di vino, il cuore martella nel petto alla sua sola vista, ma ben presto la sensazione viene sostituita dalla gelosia.
C'è una ragazza al suo fianco che cerca in tutti i modi di catturare la sua attenzione.
Parla al suo orecchio  e lui le sorride di rimando dopo aver posato il bicchiere.

Adesso si scopa anche le ragazzine!
Che schifo!

Giro su me stessa e provo ad andare via, ma si sa che la mia goffaggine è un marchio che mi distingue.
Riesco ad inciampare sui miei stessi piedi.
Un tonfo è quello che si sente.
Il mio sedere è quello che l'ha provocato.

Tiran e Demir si sollevano subito.
Scattano dalle sedie come se avessero avuto una molla sotto.

Tirano fuori dalle giacche le pistole.

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora