Capitolo 32

3.7K 258 55
                                    

Demir

La guardo sorridere e posso giurare che non esiste niente di più bello al mondo di lei.

<<Stai per caso ridendo di me?>>.

<<Rido del tuo essere contraddittorio>>.

<<Il fatto che io mi avveleni non giustifica te a farlo>>.

<<E perché no? Credi sempre che la mia vita valga più della tua, ma non è così Demir>>.

<<invece lo è. Lo sappiamo entrambi, ma tu non vuoi ammetterlo. Ti ho macchiato con lo sporco che mi porto addosso, ma è stato il passato, non commetterò più lo stesso errore>>.

So che mi crede, ma so anche che non sta capendo a cosa io mi riferisca.

<<Demir volevo

Non le do la possibilità di finire di parlare.
Getto la mia sigaretta sul selciato.

<<Devo parlarti. Seguimi nell'ufficio di Tiran>>.

Questa volta non cambierò idea.
Questa volta farò quello che è giusto.

Le volto le spalle, ma lei stringe la mia mano.

<<Puoi prima ascoltare quello che devo
dirti?>>

Si urla la mia testa.

<<No>>.

È quello che le rispondo.

Lascia la mia mano, e sento il gelo dentro di me, ma mi sforzo di muovermi.
Raggiungo l'interno della casa, sento il rumore dei suoi passi dietro di me, devo rimanere freddo.

Apro la porta dell'ufficio di Tiran, la guardo entrare, respiro il suo profumo ed il mio cuore batte più forte del solito.

Chiudo la porta alle nostre spalle.

<< Demir che succede?>>.

<<Devo mostrarti una cosa>>.

Prendo il fascicolo e glielo porgo.

Lascio che assimili di cosa si tratta.

<<Hai indagato su Andrea?>>.

È infastidita.

<<Si ed ho fatto bene. Non mi è mai piaciuto ed avevo ragione>>.

<<A te non è mai piaciuto perché di mezzo c'ero io>>.

Perché deve sempre polemizzare!

<<Guarda cosa c'è dentro>>.

Sbuffa, ma fa come le dico.
Come me sfoglia le prime pagine con superficialità, fino a quando non trova tutte le denunce.

È incredula. Le tremano le mani, più va avanti più impallidisce.

Solleva il suo sguardo verso di me.
È terrorizzata.

<<Non può essere vero>>.

<<Lo è Angela>>.

<<Lavora con i bambini cazzo! Io non posso permetterlo. Devo fare qualcosa>>.

Mi avvicino a lei, le blocco le spalle.

<<Angela guardami>>.

Lo fa e sembra recuperare la calma.

<<Non gli permetteremo più di fare del male a nessuno ne tanto me a te o ai bambini>>.

Le lacrime bagnano il suo viso.
So che non è più qui.
Sta pensando a lei.
Alle violenze che ha vissuto sulla sua pelle.

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora