Capitolo 2

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Due anni prima..

Demir

Mi ha chiesto di lasciarla andare, ha paura di me e del mio mondo.
Sapevo che sarebbe finita così.
Lascio la clinica distrutto.
È colpa mia tutto quello che è successo, ma so anche che prima o poi a prescindere da tutto Angela sarebbe andata via.
Perché la luce non può rimanere nelle tenebre.
L'avrei comunque spenta e privata della sua bellezza.

La mia testa continua ad urlare vendetta.
Perché io sono così.
Io sono un mostro che uccide.
Che si alimenta di odio e sangue e so già che senza lei sarà solo peggio.

Arrivo al club che è sera.
Sono stato tutto il giorno in quella che doveva essere la casa mia e di Angela.
Non ho avuto il coraggio di distruggere nulla, perché li tutto mi ricorda lei.
Ogni singola cosa che c'è lì dentro è stata lei a volerla.
Come se fosse l'ultimo collegamento che mi è rimasto con l'amore della mia vita.

Sono incazzato e pieno di odio verso tutti quelli che hanno fatto del male ad Angela.

Entro dentro come un furia.

Individuo subito Alfred.
Mi dirigo a grandi passi verso di lui.

<<Dove li hai portati?>>.
<<Lui è alla cascina, tua madre è qui, in una delle stanze>>.
<<Non le dovevi nessun trattamento di favore>>.
<<Cosa vuoi fare di lei Demir?>>.
<<Non sono cazzi tuoi! Fatti trovare pronto fra un ora e di a Miki di farsi trovare alla cascina>>.

Mi guarda confuso, ma annuisce.

<<Dammi una bottiglia>>.

Ordino al barman.

<<Subito capo>>.

Due minuti dopo sono nel corridoio del mio club, scolo quasi tutto il contenuto prima di entrare nella stanza riservata alla mia dolce mammina.

È buio, ma la vedo subito è seduta al centro della stanza.
Mi avvicino senza accendere la luce,
Alfred ha avuto almeno l'intelligenza di legarla alla sedia.

<<era così che tenevate Angela no? Legata ed al buio>>.

Bevo quello che rimane nella bottiglia, prima di scaraventarla al muro.
Il rumore del vetro in frantumi la coglie di sorpresa, spaventandola.

<<Ti ho fatto una domanda>>.
Le urlo sul viso.

Annuisce.

<<Lei non centrava un cazzo! Non vi dovevate permettere! Pagherete tutti per la morte di mio figlio>>.

<<Era incinta>>.
Parla fra le lacrime.

<<Si mamma. Hai fatto uccidere tuo nipote. Sei contenta? Mi hai definitivamente distrutto! Solo che io non so neanche perché cazzo l'hai fatto!>>.

Continua a singhiozzare.

<<Non piangere! Non farlo! Piange solo chi ha sentimenti e tu non ne hai sei solo una lurida puttana! Ed io sono solo un grandissimo figlio di puttana che ha perso di nuovo tutto nella vita! Solo che non lo meritavo! Questa volta non avevo fatto niente di male, mi ero solo innamorato di una ragazza perfetta per me! E voi me l'avete portata via! Mi devi rispondere! Devo sapere perché l'hai fatto!>>.

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora