Demir
Non immaginavo che mi sarebbe piaciuto così tanto trascorrere una giornata così.
Non ho mai avuto un padre, non ho mai saputo cosa significasse trascorrere del tempo fuori a giocare.
Oggi ho vissuto questo.
Nicholas è la fotocopia di me da piccolo.
Ha l'aria da duro, da chi ha dovuto imparare fin da piccolo a difendersi dal mondo, ma basta una carezza per farlo sciogliere.
Ed io cazzo voglio aiutarlo.
Non voglio che si ritrovi come me, solo a diciott'anni senza un soldo, in una realtà che devi imparare a fottere prima che sia lei a farlo con te.<<Posso sentire il rumore dei tuoi pensieri>>.
Mi volto verso Angela, è seduta al mio fianco.
Stiamo tornando a casa sua.<<Stavo pensando a Nicholas>>.
Stringe la mia mano ferma sul cambio.
<<Lo immaginavo>>.
<<Angela è identico a me. Per me è come guardarmi allo specchio. Mi rivedo bambino, nei suoi occhi rivedo le mie paure>>.
Angela poggia la testa sul mio braccio.
Le bacio i capelli.Non so se riuscirò a partire senza di lei.
Se riuscirò a lasciarla qui, quando mi dirà che non vorrà seguirmi.Siamo arrivati sotto casa sua.
Non ho nessuna intenzione di lasciarla sola, motivo per cui posteggio l'auto.Lei non dice nulla.
Scendiamo entrambi, apro il cofano per far venire fuori anche il cane.
Questione di un secondo è scappa verso il portone di casa, abbaiando.
Si ferma lì davanti e ringhia.
È buio, non riesco a vedere se effettivamente ci sia qualcuno lì davanti.<<Angela rimani ferma>>.
Apro lo sportello della macchina, cerco nel cruscotto la pistola.
Inserisco il colpo in canna, prima di posizionarla fra i pantaloni e la mia schiena.Chiudo l'auto senza fretta.
Chiunque ci sia lì non è scappato.
Cosa che mi spinge a pensare che conosca il cane.
Solo un coglione si presenterebbe sotto casa di Angela e non è difficile dire chi sia.Mi incammino verso il portone.
Angela mi segue in silenzio.<<Demir vieni qui>>.
Il cane esegue l'ordine di Angela.Come immaginavo Riccioli d'oro è immobile davanti a noi.
<<Che cazzo ci fai qua?>>.
<<devo parlare con Angela>>.
<<Tu non devi parlare con nessuno deve solo sparire dalla circolazione>>.
Angela stringe la mia mano.
<<Andrea non abbiamo niente da dirci>>.
<<Ah no? Secondo te sono così cretino da non aver capito che ci sia questo mafioso del cazzo dietro gli articoli di oggi?>>.
<<allora non sei del tutto coglione>>.
<<Perché non stai zitto tu? Ti credi migliore di me vero? Ti do una notizia esclusiva, non lo sei! Sei solo un mafioso, che ha rovinato la vita ad Angela. L'hai definita una puttana, è stata rapita ed ha abortito. Tutto questo per merito tuo! Neanche tu vincerai il trofeo come uomo del momento!>>.
Lascio la mano di Angela.
Mi avvicino al coglione che indietreggia.
La mia faccia è vicinissima alla sua.<<Non sono l'uomo migliore e non lo sarò mai questo è certo. Ma è anche certa una cosa io ho pagato per i miei errori. Tu no. Hai sbagliato ad avvicinarti ad Angela, perché lei è mia e la proteggerò anche a costo della mia vita. Pagherai per quello che hai fatto, di questo ne puoi essere certo>>.
Abbasso la voce in modo che mi senta solo lui.
<<Guardati le spalle, perché non sei più al sicuro. I tuoi soldi non basteranno contro di me>>.
Angela tira il mio braccio, lascio che mi allontani da lui.
<<Non farti più vedere>>.
È terrorizzato e fa bene ad esserlo.
<<Andrea vattene per favore>>.
Angela mi conosce. Sa che è questione di poco prima che impazzisca veramente e lo mandi all'altro mondo.
Andrea non si muove.
<<Vattene>>.
Gli urla Angela.
Il coglione si sveglia dal suo stato di shock.
Inizia ad allontanarsi piano, non staccando lo sguardo da me.Sto davvero facendo fatica a non reagire.
La mia mano destra è serrata a pugno.<<Demir andiamo a casa ti prego>>.
Mi volto verso Angela, è preoccupata.
Mi lascio convincere dai suoi occhi a lasciarlo perdere.La seguo su per le scale ed entro in casa.
Chiude la porta alla mie spalle.
Come sempre toglie via le sue scarpe.
Poggia le sue cose sul mobile dell'ingresso e si dirige in cucina.Io rimango immobile davanti la porta.
<<Demir?>>.
Mi guarda confusa.
La verità è che ho paura che le parole di quello stronzo le abbiano ricordato quello che ho fatto.
Ho paura di vederla scivolare di nuovo via dalle mie mani.<<Vuoi che vada via?>>.
<<Perché dovrei volere che tu vada via?>>.
Si avvicina a me.
<<Perché sono un mostro>>.
<<Questa cosa chi l'ha stabilità?>>.
<<Tutti quelli che mi conoscono>>.
<<Allora evidentemente nessuno ti conosce veramente >>.
Accarezza il mio volto.
Fisso i suoi occhi.
È bella da far male, di una dolcezza disarmante.
Amo tutto di lei e non riesco a capire come possa anche lei amare me.Le sue mani scivolano sul mio petto.
Sbottona la mia camicia, prova a tirarla fuori dai pantaloni, ma la pistola dietro la blocca.Sotto il suo sguardo, la poggio sul mobile alla mia destra.
Ritorna impassibile a fare quello che stava facendo.
Tira fuori la camicia dai miei pantaloni, libera i bottoni dei polsini e lentamente la fa scivolare giù dalle mie spalle.
Bacia la mia pelle nel punto sopra il cuore.
<<Io non vedo un mostro davanti a me. Vedo un uomo in carne ed ossa come me. Un uomo che ha commesso degli errori, ma che ha pagato per quelli che ha commesso>>.
Bacia la cicatrice dovuto allo sparo.
<<Solo io e te sappiamo cosa è realmente successo. Cosa abbiamo vissuto, cosa abbiamo perso, quanto abbiamo sofferto. Nessuno ha il diritto di giudicarci. Siamo solo noi i responsabili delle nostre vite>>.
Bacia le mie labbra.
<<Io mi sento di nuova viva da quando sei tornato e non ho nessuna intenzione di rinunciare a te, ficcatelo in testa>>.
Sorrido alle sue parole.
Un'idea mi balena per la testa.Blocco il suo volto fra le mie mani.
Sfioro le sue labbra, prima di dirle una semplice parole.
<<Sposami>>.
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(Sequel) Close your eyes and live
Storie d'amoreSono passati anni dall'ultima volta che si sono visti. Angela è partita verso la città eterna: Roma. Demir è rimasto fra i suoi demoni ad Istanbul. Le loro strade si rincontreranno, riusciranno questa volta a dimenticare il loro passato e rimane ins...