Capitolo 49

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Demir

Dopo lo shock iniziale, hanno tutti festeggiato la mia "resurrezione".

Nessuno si aspettava che fossi vivo.
Devo dare atto a Tiran di essere stato davvero bravo.

La mia morte è stata inscenata perfettamente.

L'unica che non era felice di vedermi era Paola, ma era abbastanza prevedibile.

Non ha brindato in mio onore, ne è venuta a stringermi la mano in segno di saluto.
Non ho mai criticato Paola, dal punto di vista lavorativo è sempre stata impeccabile.
Una persona su cui contare.
Ha sempre lavorato con dedizione, come se i miei affari fossero i suoi. Per questo due anni fa, avevo deciso di lasciare tutto nelle sue mani.
So che mi odia, non l'ha mai negato, ma adesso che sono tornato deve decidere cosa vuole fare.
Non può mancarmi di rispetto davanti gli altri dipendenti.

Chiamo alla reception, chiedo di far venire Paola nel mio ufficio.

Seduto qui dietro la mia scrivania mi sento al mio posto.
Come se ogni tassello stesse finalmente tornado dove dovrebbe stare.

La porta si apre, Paola mi fissa.

<<Entra>>.

Chiude la porta alle sue spalle.
Le faccio segno di sedersi.

<<Preferisco rimane in piedi>>.

Conto fino a dieci, sto cercando veramente di mantenere la calma.

<<Devo ringraziarti per quello che hai fatto fino ad ora. In questi anni ho tenuto sempre sottocchio tutta la situazione e non ho mai avuto da ridire su nulla. Hai gestito questo Hotel ed il club nel miglior modo possibile, forse anche meglio di come avrei fatto io>>.

<<Ho fatto quello che era giusto fare>>.

<<Lo so. Sei stata anche pagata abbondantemente per questo. C'è una cosa che però non tollero Paola. Qui dentro, dentro queste mura che sono il frutto del mio sangue, non c'è spazio per i sentimenti. Che siano d'odio o d'amore. Finché siamo qui io sono il proprietario e tu una dipendente. Non permetto a nessuno di mancarmi di rispetto, di sminuire il mio ruolo! Fuori puoi anche insultarmi, odiarmi e maledirmi, ma non qui!>>.

<<Mi stai licenziando?>>.

<<Ti sto dando una possibilità Paola. Non per il tuo legame con Angela, ma per la tua validità come persona. Puoi decidere se andartene o continuare a rimanere, ma sappi che se rimani si torna indietro nel tempo a quando io ero il signor Sahid e tu una delle persona fidate>>.

Paola si siede di fronte a me.

<< Non posso accettare. Sono cambiate troppe cose da quando i ruoli erano quelli. In passato avevo stima di tè, dal punto di vista imprenditoriale l'ho ancora, ma dal punto di vista umano no. Ho sempre saputo chi tu fossi, ma ti ho visto annientare una ragazza di diciannove anni in nome dell'amore. Hai insultato ed umiliato quella che per me è mia figlia. Non posso dimenticarlo. Ho continuato a lavorare qui, per tutti i dipendenti. Perché dopo tutti questi anni sono diventanti la mia famiglia. Non potevo permettere che uno sconosciuto, buttasse al vento le loro vite, ma adesso tu sei tornato. So che garantirai a tutti loro un degno futuro. Forse è arrivato il momento per me di andare. Mi conosco Demir, non riuscirei a rispettarti. Fai prepare le mie dimissioni>>.

Annuisco.

<<Qui ci sarà sempre un posto per te>>.

<<Lo so. Più tardi ti consegnerò la pendrive con tutti i dati. Angela non ha mai saputo del conto a suo nome, ne che i soldi per aiutarla arrivavano da te>>.

<<Non c'è bisogno che lo sappia. Lei sa che l'hai aiutata tu ed è quello che hai fatto. Poi chi abbia messo i soldi, non ha importanza>>.

Si solleva dalla sedia.
Lo stesso faccio io.
Le porgo la mano.
La stringe.

<<Se c'è una cosa che ho imparato è che il tempo è nemico. Da un momento all'altro ci può venir tolto tutto. Non sprecare tempo lontano da Angela a causa dell'odio che provi per me. Io ho sbagliato, ma è solo a lei che dovevo mostrare il mio pentimento, mi ha perdonato, ci sta provando. Perché entrambi abbiamo capito che non ha senso vivere lontani, quando ci amiamo. Soffrire per cosa? Per orgoglio? Ne vale la pena Paola? Vale la pena che tu soffra e faccia soffrire Angela. Se è vero che per te è una figlia, comportati da madre>>.

<<Non ti accetterò mai come genero, dall'anello che indossi ho dedotto che ci sarà un matrimonio, ma hai ragione. Angela è mia figlia e non la lascerò sola nelle tue mani>>.

Dal suo sorriso capisco che forse c'è una speranza anche per me.
Infondo Paola, sarebbe l'unica nonna che potrebbero avere i miei figli.

<<Sei sicura di non voler rimanere qui Paola?>>

<<Si. Sono stanca, voglio rilassarmi un po' e godermi anche io la vita>>.

Annuisco.

Paola lascia il mio ufficio.
Sono davvero dispiaciuto che vada via.
Le darò una cospicua buonuscita, la merita.
Voglio che non abbia più bisogno di lavorare.

Magari deciderà di raggiungere Angela.
So che ne sarebbe felicissima quella strega.

C'è un'altra persona che adesso voglio trovare.
Alfred.
Non so che fine abbia fatto, ma so che lo vorrei di nuovo al mio fianco.

Mi sono sempre fidato di lui e della sua lealtà.
Ed in questo momento è di un uomo come lui che ho bisogno.

Compongono il numero del mio investigatore privato, dopo averlo dovuto convincere della mia vera identità, mi ha dato la sua parola che lo troverà.

Ho un'altra questione da risolvere.
Devo capire come fare per ottenere in tempi brevi l'adozione di Nicholas, diciamo più che altro che devo capire chi bisogna pagare.
Inizio a cercare su Google informazioni.
Leggo tutto quello che riguarda le adozioni in Italia.
Enti che se ne occupano, persone in rilievo.
Segno tutto.

Una lista di persone a cui farebbero comodo donazioni.

Devo solo trovare un aggancio.
Qualcuno che lavori al mio posto.
Qualcuno che abbia abbastanza influenza in questo campo.

Tiro fuori da sotto la scrivania lo schedario degli iscritti al club.

Tra tutti questi nomi, ci sarà quello che fa al caso mio.

Leggo nomi di ispettori, giudici, politici, fino a quando non lo trovo.
Cazzo si.
L'ambasciatore dei diritti umani, chi meglio di lui può aiutarmi?
Ho appena trovato il mio jolly.

Sorrido soddisfatto.
Non c'è nulla che io non possa fare.

(Sequel) Close your eyes and live Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora