18. Cena a base di cheesecake

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"Qualsiasi cosa incrinata andrà in frantumi con un semplice tocco

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"Qualsiasi cosa incrinata andrà in frantumi con un semplice tocco."
(Ovidio)



Derek's point

Quell'uomo non poteva di certo passarla liscia, mi aveva umiliato di nuovo davanti a tutti, ed ero come solito finito sui giornali. Bussai più volte alla porta di casa di mio padre, quella villa sfarzosa e di poco gusto.
-"Salve sDerek cosa la porta qui?"-
-"Francois"- dissi, oltrepassandolo e andando dritto nell'ufficio di mio padre dopo il salotto e poi a destra. Entrai senza bussare. Egli stava conversando con alcuni suoi avvocati.
-"Dobbiamo parlare"- sbottai, i due uomini sembravano impauriti mio padre si allargò il nodo alla cravatta.
-"Prego signori, scusatemi un secondo. La mia domestica Rose vi offrirà qualcosa da bere"- li congedò educatamente, gli uomini parlottarono fra di loro e si avviarono fuori, chiusi infine la porta alle mie spalle. A passo deciso con lo sguardo assassinio mi avvicinai alla sua scrivania piantandogli sopra il giornale e l'articolo in prima pagina.
-"Che cosa significa questo?"- ringhiai, egli lo osservó confuso, e lo lesse per poi accartocciarlo.
-"Significa che non sai tenere le mani apposto Derek, non finiremo sui i giornali se tu ogni volta non fossi tentato dall'uccidermi"- urló con la sua voce profonda.
-"Be' forse dovresti concentrarti più sulla tua vita privata invece di invitare a questi banchetti del cazzo i tuoi amici paparazzi"- Passarono alcuni secondi, nei quali egli si strofinò il mento liscio e perfettamente rasato.
-"Ascolta figliolo, non possiamo passare l'intera vita a darci la colpa a vicenda, Lilian non c'è più.. e dobbiamo farcene una ragione"- non avrei mai pianto in vita, ne tanto meno davanti al mostro che egli cercava di nascondere dentro di se.
-"Mi hai dato la colpa per anni"- risposi secco.
-"Hai ragione.. ho sbagliato, ma permettimi almeno di rimediare"- supplicò.
-"Non puoi rimediare, hai influenzato mia sorella anche lei mi odia per colpa tua, mi hai lasciato in disparte mentre soffrivo attaccato a quella parete mal ridotta della mia stanza John, te l'avrò spiegato almeno.. un milione di volte come sono andate veramente le cose, me tu non hai mai voluto ascoltarmi"- avevo la voce roca, l'avevo colpito nel segno, lo sapevo.
-"Quella ragazza.. quella che hai portato ieri sera, c'è qualcosa fra voi?"- disse, assottigliando gli occhi.
-"Non ci sarà mai qualcosa fra di noi le mi odia non può neanche tollerare la mia faccia, come io non potrò mai tollerare il suo essere così permalosa, ma questi non sono affari tuoi!"-
-"È la stessa ragazza che si è presentata nel tuo appartamento non è vero? Ed ora vive con te"-non risposi.
-"Proviamoci d'accordo?"- propose mio padre, ma sapevo che sarebbe stata un ennesima bugia e perdita di tempo.
-"Facciamo così: Stasera vi invito a cena a casa mia, casa nostra un tempo te lo ricordi? Non ci mettete più piede da quella sera, cucinerà Nina, è un ottima cuoca sai?"- non riuscivo ad essere gentile, ne tanto meno educato e rispettoso per una persona che mi aveva abbandonato psicologamnete a me stesso. Volevo costatare la sua voglia di cambiare le cose di ricominciare, fino a smascherarlo di nuovo, e quale buona occasione di non invitarlo a cena a casa ?
-"Si.. sarebbe un ottima idea"- concluse, e come una tigre in fuga mi sbrigai ad andare via di li, dovevo avvisare Nina, sapevo che si sarebbe arrabbiata, ed era dannatamente sexy quando era furiosa.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora