Nina Steffens è una giovane ragazza di 23 anni che vive a Manhattan assieme a sua madre, dipendente dall'alcol, e lavora in un asilo assieme alla sua collega Kim. Il suo sogno nel cassetto è di diventare una famosa stilista di moda. Dopo aver rotto...
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"Fare un nuovo passo, dire una nuova parola, è ciò che la gente teme di più." (Fëdor Dostoevskij)
-"Non sapevo che una mia amica fosse protagonista di una rivista cosi famosa!!"- Jass fu entusiasta, quando si presentò alla mia scrivania e piantandomi sotto il naso la rivista Elle, in prima pagine c'ero io, il mio viso riempiva la copertina. Stavo sorseggiando un caffè, anche Finch s'aggiunse, datone che la sua postazione dietro la mia. -"Che cosa? Nina protagonista di una rivista, fa vedere"- sghignazzai sotto i baffi, i miei due amici osservarono a lungo la rivista, specialmente la copertina. -"Oh merda.. questa si che è una fantastica notizia!!"- esclamò il mio amico, risi tenendomi frema la pancia con la mano, le loro espressioni furono uno spasso. -"Si, è vero"- confermai. -"Che cosa assurda, ho un'amica famosa!!"- esordì Jass, con la rivista posta sul suo petto. -"Non sono famosa Jass"- arrossì in volto, e tornai al mio lap top. -"Certo che si, sei una modella adesso"- -"Tsk.. e pensare che non ci tenevo neanche un po"- -"Tutte le fortune a te Stefens"- piagnucolò Finch, ritornando alla sua postazione. Quella frase mi lasciò l'amaro in bocca, in verità quella fu la prima e vera fortuna della mia vita. Jass, saltellante e entusiasta si recò di nuovo nel suo ufficio lasciandomi sola e con la rivista posata alla scrivania. Ne osservai per bene i dettagli, strofinai con le dita la carta liscia e spessa. Il mio viso in primo piano, ad incorinciarlo i capelli molto mossi e un abito che poco si intravedeva bianco e ricamato, un trucco scuro e le labbra lucide e rosee. Sospirai, e improvvisamente mi chiesi se fosse quella, la vera strada della mia vita, quella per il successo poi diedi un'altro sguardo ai disegni dei Foulard realizzati con i softaware appositi, e si, forse era davvero quella la mia strada. Qualcosa però distrusse quel magico momento, guardai lo schermo del mio cellulare e nuovamente quel numero sconosciuto che non avevo in rubrica ma che in un certo senso diventò così familiare, mi astenni dal rispondere. Sbuffai, quelle telefonate mi puzzavano davvero di marcio, ero sicura che qualcosa c'entrasse con Robert, ma allora perchè chiamarmi in anonimanto per mesi? Se fosse stato lui non c'avrebbe messo molto a trovarmi e ad ammazzarmi. Proprio quando decisi di ignorare la cosa, un tintinnio segnò l'arrivo di un messaggio.
Sconosciuto:"Complimenti per la foto in copertina"
Sobblazai, il cuore perse qualche battito e in men che non dica inserì il blocco schermo. Guardai a destra e a manca, anche fuori dalla finestra cercando di scorgere qualcuno di più o meno sospetto, ma niente. Feci un grosso respiro, tirai i capelli in una coda e aprì un po l'anta della vetrata, un po d'aria m'avrebbe fatto bene. -"Ok.. devo restare calma, devo restare calma"- continuai a ripetermi, come niente fosse ripresi i miei impegni al computer, terminando le ultime note tecniche alla collezione. -"Ehi, tutto bene?"- esordì Finch, posando sulla mia scrivania dei fogli di vario tipo, più un campione di stoffa viola. -"Eh?"- -"Va tutto bene? Sei pallida tesoro"- -"Si, tutto apposto grazie"- risposi con nonchalance e velocemente, ancor prima che egli potesse notare incertezza nella mia voce. -"Mh.. se lo dici tu. Derek è nell'ufficio di suo padre, mi ha detto di avvisarti, ah e.. John vuole che tu lo raggiunga in sala per il Briefing"- le sue movenze omossessuali mi fecero ridacchiare, oltre al fatto che indossasse sempre giacche vistose e di diversi stampanti. -"Grazie Finch, sei un amico"- mi guardò stranito, a mia differenza che gli rivolsi invece un cenno dolce. -"Non c'è di che baby"- mi strizzò un occhiolino amichevole. Si sedette alla sua postazione e frettolosamente lo udì scrivere qualcosa al computer. Sistemai al meglio la camicetta bianca sui fianchi e stirai i pantaloni neri con le mani, sciolsi la coda di cavallo e tirando su un bel respiro mi recai da John.
