28. L'influenza

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"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante"(Antoine de Saint-Exupery)

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"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante"
(Antoine de Saint-Exupery)




Erano passati quattro giorno da quando mi ero recata a Portland per le vacanze natalizie. Derek fu così gentile, a mia insaputa, da invitare anche mia madre e Megan la mia unica famiglia al mondo. Scoprì con molto stupore che quando mi trovavo di notte in camera con qualcun'altro gli incubi fuggivano come lepri lasciandomi la mente libera di risposare tranquillamente. A proposito di ciò, dormì due sere di seguito con Derek alternandoci dalla sua camera alla mia, egoisticamente sapevo che gli facesse piacere ma onestamente avevo passato due anni a svegliarmi la notte di continuo con la fronte sudata e coi demoni che avevo nella testa, riposare serenamente per me fu come rinascere. Restavamo immobili, ognuno nella sua parte di materasso io a destra e lui a sinistra. Quella mattina del ventinove avevo accompagnato Megan a fare un po' si shopping quella sera avrebbe abbandonato il cottage assieme a mia madre per via del suo lavoro e poi, non voleva approfittare della gentilezza della famiglia Mccarthy.
-"Sei sicura di voler tornare?"- camminammo a lungo, eravamo entrate si e no in due negozi uscendo poco dopo con una busta soltanto fra le mani.
-"Devo, lì c'è casa mia casa di tua madre.. troveremo una soluzione in qualche modo. Per adesso non c'è traccia di Robert, chi lo sa cosa sta tramando.."- mi rabbuiai di colpo.

Già, cosa stava tramando? Non era da lui prendersi del tempo

-"Mi raccomando tu resta a New York il più vicino possibile a questa famiglia.."- un nodo mi si formò all'altezza della gola non lasciandomi agile respiro. Stava nevicando, quella mattina avevo indossato anche i guanti oltre che alla sciarpa e al cappello di lana.
-"Ci proverò.."- sibilai, ella provó a sorridermi.
-"Come va con Jason?"-
-"Oh alla grande, stiamo sempre meglio è anche per lui che torno a Manhattan"-
-"Sei fortunata"- costatai rattristata e nostalgica, guardando la stradina ciottolata dinanzi a noi.
-"Anche tu lo sei.. hai Derek"- mi spitonò leggermente con una gomitata
-"Non dire scemenze"- risi divertita. Le strade erano ancora affollate in procinto della festa più chic dell'anno, Capodanno. Pensai alla sfilata, al concorso e sperai che la fortuna mi si fosse amica.
-"Non dico scemenze, siete amici o sbaglio?"-
-"No.. non sbagli, ma non saremo mai niente di più posso assicurartelo"- ridacchiai ironica.
-"Sei troppo pessimista"- risi alla seconda spinta col gomito che mi fece barcollare. Intascai le mani nel giaccone.
-"Semplicemente non è il mio tipo, mi porterebbe sulla cattiva strada ho bisogno di una ventata d'aria fresca, di qualcuno che sia diverso"- parlottai concentrata.
-"Derek è diverso"-
-"No, non lo è. Fidati, frequenta i night club gioca a poker, un paio di volte si e perfino ubriacato.. sono stanca di queste cose Megan"- sospirai profondamente per poi continuare.
-"Ho bisogno di un po' di tranquillità nella mia vita."-
-"Secondo me dovresti smetterla di paragonare tutti gli uomini di questa terra a Robert, è vero Derek gli assomiglia molto non lo nego ma non è detto che siano identici. A me sembra sincero"- rispose ella alzando le mano in segno di resa.
-"Per te sono tutti sinceri Meg"- scoppiamo a ridere sonoramente, mi erano mancati qui momenti con la mia migliore amica.
-"Parliamo invece di tua madre.. sembra presa da John"-
-"Mia madre non sa quello che vuole, ma l'altra mattina ho incontrato John colazione sembra che lui abbia intenzione serie"-
-"Sul serio?"- sbarrò ella gli occhi e quasi mi fece ridacchiare.
-"Si direi di sì"- confermai ridendo appena.
-"Ti va una cioccolata calda?"-
-"Perché no, volentieri!"- entusiasta da quella proposta entrammo nella caffetteria a due passi più avanti, qualcosa di caldo era proprio ciò che ci voleva.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora