67. La rielaborazione del cuore

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-"Signorina si sente bene? Vuole che la porti al pronto soccorso?"- il mio autista fu già in procinto di partire mani al volante e cintura attaccata

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-"Signorina si sente bene? Vuole che la porti al pronto soccorso?"- il mio autista fu già in procinto di partire mani al volante e cintura attaccata.

Ero su un marciapiede, piegata in due e con le mani poggiate all'addome. Tossicchiai, mandai indietro i capelli e li legai con un elastico che tenevo al polso, chiusi gli occhi e respirai per qualche secondo: mi raddrizzai, lo stomaco non mi faceva male la nausea era improvvisamente passata.
-"No Will sul serio sto.. bene"- rientrai in auto, trascinando lentamente la portiera fino a chiudersi.
-"Ne è sicura? Vuole un po' d'acqua?"- il mio autista mi lesse nel pensiero, appoggiai la testa allo schienale e tentai di respirare il più profondamente possibile.
-"Grazie Will si"- l'uomo scuro mi porse una bottiglia d'acqua sigillata lo ringraziai con un cenno e con leggera titubanza bevvi un sorso lento.
-"Va meglio?"- mi guardò dallo specchietto, io mi pulì le labbra con il dorso della mano e annui.
-"D'accordo, la porto a casa credo sia ora"- non replicai, nonostante improvvisamente mi sentissi di nuovo bene - poco in forma - ma percepivo le energie ricomporsi mano mano.

Quando varcai la soglia di casa, Will insistette nel volermi accompagnare ma stavo bene infondo probabilmente mangiare un gelato a quell'ora aveva fatto contrasto con la cena consumata non troppo tanto tempo prima, tutto nella norma.
-"Will, davvero sto bene puoi andare adesso"- ridacchiai, mi accorsi che era arrossito.
D'un tratto vidi Derek sbucare dal salotto con uno sguardo corrucciato e i capelli leggermente in disordine.
Indossava le stesse cose di qualche ora precedente: pantaloni azzurri del pigiama e canottiera bianca in cotone.
-"Che succede?"- si rivolse a Will, che posto dietro di me era rimasto accanto allo zerbino. Io poggiai la borsa sull'attaccapanni.
-"La signorina è stata poco bene qualche minuti fa"- maledì il mio autista con lo sguardo, non volevo porre l'attenzione su di me Derek era in compagnia della sua ragazza quella sera.
-"No, non e vero cioè si ma sto bene adesso"- Derek poggiò le mani sui fianchi e mi guardò da capo a piede.
-"Tsk.. la solita, allora mi dici cos'hai avuto? Oltretutto non capisco perché tu sia andata via in quel modo"- Will si schiarì la gola, io imbarazzata calai lo sguardo la conversazione stava diventando troppo intima così Will con un cenno ad entrambi lasciò l'appartamento.
Ci recammo in salotto, Susan era sul divano si era addormentata e il dvd era ancora in onda.
-"Non ti preoccupare ok? Ho avuto soltanto un po' di nausea"- roteai al cielo gli occhi.
Mollai i sandali accanto al sofà - ancora mi faceva strano pensare che fossi uscita in tenuta casalinga - il moro mi afferrò per un gomito e mi trascinò in cucina lontano da Susan e dal suo possibile risveglio.
-"Che maniere!"- squittii, massaggiandomi il braccio.
-"Ascolta, stasera c'è qualcosa che non va: insomma, dimmelo non vuoi che Susan resti a dormire non è vero?"- scoppiai in una risata nervosa e imbarazzata, distolsi lo sguardo e mi sedetti sullo sgabello alto.
-"Che? Non dire scemenze, stai esagerando io non ho detto nulla chiaro? Puoi fare quello che vuoi"- scrollai le spalle, con nonchalance.

Quanto sei falsa Nina

-"È perché non possiamo dormire insieme? È questo? Non vuoi avere di nuovo gli incubi?"- stavolta la sua voce si era abbassata anche il suo corpo era più vicino al mio.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora