19. Conclusioni affrettate

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"Saggiamente e con lentezza; inciampano quelli che corrono veloce

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"Saggiamente e con lentezza; inciampano quelli che corrono veloce."
WILLIAM SHAKESPEARE


Ero spossata, cercavo disperatamente di dare una risposta ai miei gesti impulsivi e contro producenti, mentre scartavo la cheesecake che gli ospiti avevano portato per noi. Aveva un bell'aspetto, uno strato sottile di gelatina al limone biscotti tritati e alla panna sul fondo e un grosso strato bianco cremoso. Mi venne l'acquolina in bocca anche soltanto ad osservarla, ma poi ripensai alla battaglia col cibo e ai nostri corpi bagnati sotto la doccia, allo schioccare delle nostre labbra rabbrividì e mi allontanai dalla torta.
-"Posso darti una mano?"-
-"Si grazie"- Kristie recuperò un coltello dal cassetto della cucina e la lasciai fare infatti cominciò a tagliare le prime due fette.
-"Porto in tavola queste"-
-"Si, io taglio altre due per noi"- riposi malinconica, afferrando l'utensile.
-"Va tutto bene?"-
-"Si, perché me lo chiedi?"- scrollai le spalle.
-"Non lo so, ti abbia turbato qualcosa?» sorrise leggermente.
-"Nah, sul serio è tutto apposto"- sorrisi per rassicurarla, lei con un cenno d'approvazione si allontanò per poter servire il dolce si due uomini. Immersi la punta dell'indice nel cremoso strato bianco e ne assaggiai il sapore, ottima.
-"Non si mangia con le mani, è cattiva educazione"- la sua voce mi fece sobbalzare, mi stava canzonando come al solito, ma i suoi occhi avevano una luce diversa dentro. Mi adoperai a tagliare la mia fetta e a sistemarla nel piattino.
-"Non mangi il dolce?"- chiesi, leccandomi il dito sporco di composto cremoso.
-"Non mi va adesso"- concluse e si avvicinò al lavello per poter bere un po' d'acqua dalla fontana.
-"La tua sarebbe stata di sicuro migliore"- mi sfuggí un risolino, mi concentrai nel a farlo tacere immediatamente. Lasciai li la fetta, improvvisamente la fame mi era passata, strofinai le mani su un panno umido, stetti per abbandonare la cucina e raggiungere i nostri ospiti, quando la sua voce roca e profonda mi scosse i pensieri.
-"Nina"-
-"Si?"- mi voltai, non mi ero accorta della sua vicinanza, senza altre parole, il palmo della sua mano finí sulla mia guancia, sussultai al suo tocco facendo un piccolo balzo all'indietro, se ne accorse ma non disse nulla. Le sue dita affusolate scorsero giù sul mento, carezzarono la lunga linea della mascella, non parlò, sorrise gentilmente schioccandomi un leggero occhiolino per poi lasciarmi lì in balia di quelle scottanti emozioni.

Il resto della serata proseguí senza intoppi, ci eravamo spostati nel salotto, John e Kristie sorseggiavano del vino che avevamo comprato dai calici di vetro, io ero seduta sulla poltrona di fronte a me sedeva Kristie e i due uomini stranamente si erano accomodati affianco. Gli sguardi pungenti e desiderosi di Derek continuavano a conficcarsi nei miei con la speranza che prima o poi avessero ricambiato. Parlammo del più e del meno, del mio ex lavoro, dei nostri interessi, come al solito il ragazzo si limitò ad ascoltare a sospirare di tanto in tanto mentre le conversazioni diventavano sempre più animate.
-"E quindi hai trovato il nostro volantino per caso?"-
-"Si, cioè avevo appena lasciato il lavoro all'asilo ed ero disperata così un giorno ho trovato il vostro volantino, un colpo di fortuna insomma"- dissi con nonchalance.
-"Io non direi cara, sei talentosa"- costatò John sorridendomi.
-"Lei è troppo gentile.."- arrossì.
-"Per favore dammi del tu va bene? Non siamo mica a lavoro"- ridacchiai insieme a Kristie e a suo padre, Derek restò assente.
-"Vado a preparavi il caffè.."- annunciai, alzandomi.
-"Oh no cara noi andiamo via, cioè almeno io, sarà una giornata impegnativa domani"- entrambi gli ospiti si alzarono e mi adoperai per poter porgere a John il suo cappotto.
-"Grazie mille Steffens"- sorrise, una volta infilatosi il suo soprabito. Eravamo tutti alla porta, Kristie mi abbracciò immediatamente e John mi porse la sua mano.
-"È stato un piacere avervi qui"-
-"Un piacere tutto nostro mia cara complimenti per la cena"- concluse l'uomo sorridente.
-"Ci vediamo.. Derek"- salutò con un cenno il padre al figlio che si limitò a compiere lo stesso gesto, sua sorella gli sorrise appena . Quando furono entrambi andati via mi appoggiai alla porta di legno sospirando a pieni polmoni.
-"Direi che è andata bene, è stata una bella serata"- conclusi, dopo aver lavato i piatti e sistemato la sala da pranzo sarei andata via pensai. Presi il cellulare che avevo lasciato sulla scrivania lì in soggiorno e lessi alcuni messaggi:

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora