Prologo

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Dieci anni prima

Apre la porta, vedo il suo viso spegnersi appena mi vede. Cerca di richiudere la porta. La fermo con le mani, ed entro. "Se volevo parlare con te, avrei visto al telefono" ha le spalle tese, il viso tirato. E 'incazzata nera. Completamente struccata, indossa una tuta larga e una maglietta enorme, che gli scopre la spalla. È a piedi nudi. Ed è così terribilmente bella. Ho fatto l'ennesima cazzata. Una cazzata enorme, pure per me che sono il coglione per eccellenza. "Mi puoi ascoltare?" Lei si siede sul divano, incrocia le gambe. Si porta le mani alla testa. Si annoda i capelli in un crocchia scomposta sulla testa. Ma qualche riccio esce e cade leggero sul suo collo. Dio è così dannatamente sexy, anche quando è incazzata. Stavolta non basteranno due moine. Questa volta l'ho fatta davvero grossa. E io ho una fottuta paura che non mi perdonerà. Ho tirato troppo la corda. Sono anni che la tiro e prima lei mi teneva la testa, ultimamente inizia a dare segni di cedimento. Ho paura che questa volta la corda si sia spezzata o peggio ancora questa volta lei la corda la lasci andare. E questo non può succedere. Io non posso perderla. Non posso. Mentre ci guardiamo, occhi dentro gli occhi. Oro fuso nel buio della notte. Mentre cerco di raccogliere nella mia mente le parole più convincenti possibilità. Lei mi parla. "Come facevi a sapere che ero sola?" Continuo a guardarla. "Ho aspettato che i tuoi uscissero. E so che abbiamo poco tempo. Pertanto ti chiedo di lasciarmi parlare. Ok? " Lei continua a guardarmi, ma non risponde. Lo prendo come un buon segno. "Amore, ho sbagliato. Ho fatto un errore enorme. Non avrei dovuto comportarmi in quel modo." Ma lei non mi fa aggiungere altro. "Per cosa mi chiedi scusa? Perché ne hai fatto davvero tante. Una dietro l'altra." Abbassa la testa e si mette le mani alle tempie. Cristo è esausta. E' stanca. Di me, di questa folle gelosia. Di questa pazza paura di perderla. "Ok in effetti sono stato pessimo" lei scoppia in una risata isterica. Ma vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime. "Pessimo è davvero poco. Hai dato del coglione al mio nuovo capo. Davanti a tutto il locale." In effetti è stata una cosa davvero pessima, ma lui la guardava con una strana luce negli occhi. Come se non vedesse l'ora di mettere le mani addosso. E io non ci ho visto più. "Oppure sei stato pessimo, quando cercando di farti ragionare, mi hai detto "portami la colazione a letto tutte le mattine ti do la stessa paga!" Una prima lacrima le scende sul viso. "Quando sei stato pessimo? Oppure quando il mese scorso, hai detto al mio compagno di corso di non salutarmi neanche più. Quando? Dimmi quando? Perché ne ho altri 100, forse altri 1000 di esempi in cui sei stato pessimo in questi 8 anni ." " Non sono ancora 8 anni, mancano 4 mesi. " Lei sospira, tra le lacrime. Mi avvicino, mi siedo accanto a lei. Le appoggio una mano sulla gamba e lei quasi la incenerisce con lo sguardo, così la tolgo. Mi passo la mano tra i capelli. "Ok. Ho fatto parecchie cazzate. A mia discolpa però posso dire che l'ho fatto solo perché ti amo troppo." Gli alzo il mento con la mano, la guardo negli occhi. "Amore io non posso vivere senza di te." Altre lacrime le inondano il viso. "Ultimamente sei fredda, sei strana. Non ti avvicini più. Non mi baci più. Non mi desideri più. Sei lontana. Io ti stringo e non ti sento. Sei come sparita. E questo mi fa paura. Ho paura di perderti. " Lei continua a guardarmi, questa volta con meno rabbia. C'è tanta tenerezza nei suoi occhi neri che brillano per le lacrime. Mi stringe la mano che ho sotto il suo mento. "Non so più che fare. Ho fatto di tutto per farti capire che ti amo. Che non mi perderai. Che non devi aver paura. Ma ogni volta che faccio qualcosa, tu vuoi sempre di più. Ho rinunciato a studiare fuori sede. Ho scelto di rimanere qui, per stare più vicino a te. Ho evitato di mettermi sui social. Ho evitato ogni amicizia maschile o femminile che ti desse fastidio. Ho fatto di tutto per te. Di tutto per farti stare tranquillo. Ma tu non sei mai tranquillo. Stai sempre lì a guardare me, ogni mio passo, ogni mio movimento. Quasi a sperare che io sbagli. Solo per poter dire che avevi ragione a comportarti così ." " Amore no, no. Io ho sempre apprezzato quello che hai fatto per me. Ma, capisci. Io ho solo te. Solo te. Tu sei tutto per me. La mia migliore amica, la mia ragazza, la mia amante, la mia spalla, il mio porto sicuro ... tu..." ma lei si alza in piedi e con gli occhi pieni di rabbia  grida" e ti sei mai chiesto cosa tu sei per me? te lo sei mai chiesto? " " Lo stesso, credo." Lei scuote il capo "Credi." Si mette le mani sul viso. Mi alzo vado verso di lei, la stringo a me e io torno a respirare. Amo averla tra le braccia. Amo averla attaccata a me. Amo averla nel mio letto, completamente nuda. Amo toccarle i capelli. Amo accarezzarla. Passerei la mia intera vita a guardarla e venerarla. Amo questa ragazza, così bella e testarda. Così devota al nostro amore eppure così libera nell'animo. Mentre io non faccio altro che soffocarla, con le mie richieste sempre più pesanti sempre più folli. E' ora che io capisca che questo modo di amarla la sta spegnendo, la sto offuscando. 8 anni fa era una ragazzina vivace solare, sorridente. Di quella ragazzina, oggi tra le mie braccia è rimasto poco, troppo poco. Ho paura che è solo colpa mia. Gli prendo il viso. La guardo. "Perdonami, ti prego." Lei annuisce, ma il suo sguardo è vuoto. Siamo così vicini eppure lei è così lontana. "Sono stanca Tim. Stanca. Sono esausta. Mi sono persa. Questo amore è così grande, così forte, così intenso che io davanti a tutto questo mi sento così piccola. Mi manca l'aria non riesco più a ritrovarmi davanti a questa cosa così grande." Io abbasso lo sguardo. "Ok. Ho capito. Cambierò. Non sbaglierò più. Ti lascerò più libera. Se è questo che vuoi. Starò di merda ma lo farò. Se è questo che vuoi, lo farò. Te lo giuro." Scuote il capo, va verso la finestra. Non si gira a guardarmi. Continua a guardare fuori a fissare il vuoto. Lo stesso vuoto che sento dentro di lei. "Io non voglio farti stare male. Io voglio che tu sia felice. Io voglio essere felice. Insieme ci facciamo del male." La raggiungo, le prendo un braccio. Prendo la sua mano, l'appoggio sul mio cuore che inizia a battere più forte. Di una paura che non ho mai conosciuto. Ho paura, dopo anni ho davvero paura di perderla. "Amore se questo cuore che batte così forte per le tue parole, non è un segnale forte che io ti amo da morire io non so come altro fartelo capire" ma lei scuote la testa "Non ho dubbi sul nostro amore. Ho dubbi sul tutto il resto. "Guardami, guardami negli occhi." Lei alza lo sguardo. Mi fissa. "Cambierò. Sarò perfetto. Credimi. Non staremo più male e torneremo a essere felici. Ok?" Lei annuisce. Ma sento che non ci crede più. Quante volte gliel'ho promesso. E quante volte non ho tenuto fede alle mie promesse. Non mi crede più. E cazzo ha ragione. Anch'io non ci crederei più. Sto distruggendo tutto. Ho tra le mani la cosa più bella che potesse capitarmi e la sto distruggendo. Ogni giorno un po 'di più. Ma dai suoi occhi, vuoti. Dal suo viso, stanco. Dalle sue braccia, arrese lunghe i fianchi ho capito che non c'è più niente da distruggere. Ho distrutto già tutto. Forse di noi non resta più niente. La stringo di nuovo a me. Ma lei non c'è più. Si allontana. "E 'meglio che vai via ora. Tra poco torneranno i miei e non voglio che ti trovino qui." Io annuisco poco convinto. Ma non posso fare altrimenti. "Ok. Ma ci vediamo domani. Ne riparliamo. Ok? " Lei annuisce. Ricomincia a piangere. Poi si getta su di me. Mi abbraccia forte, fortissimo. Singhiozza tra le mie braccia. Le sue lacrime mi bagnano la maglietta. Io le accarezzo i capelli. Lei si scosta. Mi guarda e dice "a domani". Io annuisco. Sorrido. Perché a domani è una promessa. Una bella promessa. Le sfioro le labbra. Ma lei mi bacia, forte. Intenso. Nonostante le lacrime bagnino questo bacio. Che per quanto dolce, mi lascia l'amaro in bocca. Ci stacchiamo. Gli accarezzo il viso. Ci guardiamo per l'ultima volta e vado via, con una strana sensazione che mi brucia il petto. Ma mi ripeto "ha detto a domani" e mi tranquillizzo.

Ma quel domani non arriverà. Forse mai più.

Fiori D'arancio. Ancora noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora