Mi rigiro nel letto, guardo alla mia destra e trovo il suo posto vuoto. Socchiudo gli occhi e ripenso a questa notte, a come ci siamo amati, a come ci siamo dati piacere. A come tutto è stato maledettamente bello e sospiro. Sento la porta aprirsi "dormigliona, sveglia" e io mugugno. Si siede in boxer vicino a me, completamente spettinato e sorridente. Quelle fossette mi fanno sempre tremare le gambe. "Forza sveglia, stamattina abbiamo tantissime cose da fare" mi porge il caffè. Per la prima volta l'aroma del caffè un po' mi infastidisce. Maledetta influenza. Mi sento ancora nauseata. Ma per fortuna non troppo da vomitare, quei farmaci anti vomito hanno fatto effetto. Ne bevo un piccolo sorso. "Dove dobbiamo andare?" poggio la tazza sul comodino "a comprare casa" dice euforico "comprare casa?" lui mi bacia velocemente. "Visto che credo passerò molto tempo da queste parti e che non posso stare sempre da mio fratello. Ho bisogno di una casa mia. Con i termini del divorzio avrò le bambine ogni 15 giorni e voglio che quando vengono a stare dal papà abbiano un posto tutto loro." Annuisco incerta. "E il tuo lavoro? è a Portland. Come farai a gestire tutto se starai qui" lui mi abbraccia forte "troveremo il modo di far conciliare tutto." Il lenzuolo scende e mi si scopre un seno, lui sfiora con le dita un capezzolo, che subito si irrigidisce al tatto. Mi bacia il collo. Sale verso l'orecchio "credo che l'agente immobiliare possa aspettare ancora un po', c'è qualcosa qui che esige la mia attenzione, la mia totale attenzione." Scende sui miei seni e ricomincia tormentarli, di lingua, di denti. Cazzo. Butto la testa all'indietro, sposto il lenzuolo, mi faccio già trovare gambe aperte, lui scende sul mio sesso già bagnato. Mi guarda tra le gambe "buongiorno" io mi metto le mani in viso. E scoppio a ridere "non dire buongiorno alla mia vagina" e scoppia a ridere lui "vagina? Davvero Jenni vagina? Chi chiama vagina la sua passera, mentre il suo uomo gliela sta per leccare?" io sorrido "tu gli hai detto buongiorno" e scoppiamo a ridere. Ma appena appoggia la lingua, la risata mi muore in gola. E ci facciamo una mega sveltina, alla faccia dell'agente immobiliare che ci aspetta.
Arriviamo sul luogo dell'appuntamento con l'agente immobiliare con un'ora di ritardo. Tim gli dà la mano e gli chiede scusa per il ritardo e mi fa l'occhiolino. E io divento viola. La prima casa è abbastanza grande, con un bel portico, un bel giardino, ma ha solo due camere e Tim ne vuole di più. Dice che vuole che le figlie abbiano ognuno la sua camere. Dopo circa tre ore ne abbiamo viste tre, ma nessuna corrispondeva alle sue esigenze. Arriviamo verso le tre, più fuori Roseburg, il quartiere è tranquillo, completamente immerso nel verde e poco trafficato. Guardiamo la casa che è davvero imponente. Due piani, completamente bianca, con bel portico, sorretto da una bella staccionata. La porta è in legno scuro, entriamo all'interno e diavolo è davvero bella. Un unico ambiente, salone e cucina. A terra parquet scuro, la zona salotto e ampia con una grossa porta che dà direttamente sul giardino. La cucina è tutta in legno, acciaio e marmo bianco, con un bancone davvero enorme. Saliamo al piano superiore, dove ci sono 4 camere da letto ognuna con il bagno in camere. La camera da letto padronale ha un bellissimo caminetto in pietra e la porta finestra affaccia sul giardino. Mi affaccio e il giardino è davvero immenso, con due o tre querce che credo siano lì da secoli. La casa è davvero bellissima il prezzo un po' meno bello, mezzo milione di dollari, cazzo tantissimi soldi. Tim mi raggiunge sul balcone. "Allora che dici ti piace?" "Tim è davvero bellissima, un po' costosa ma li vale tutti. Ma deve piacere a te non a me" il suo viso si scurisce. Va dall'agente immobiliare gli fa una contro proposta. E il signore davvero gentile gli dice che lo aiuterà a convincere i venditori. Lo salutiamo e andiamo via. Mentre attraverso il vialetto, mi volto ancora a guardare la casa. Più la guardo e più la trovo magnifica. Con il prato ben curato, il portico con le colonne. La classica casa che va riempita di amore, casino, bambini, familiari, giostrine, altalene. Una casa che ho sempre sognato poter riempire. Ecco perché stare lì ferma a guardarla fa male, male davvero. Saliamo in macchina, l'aria è pesante. Tim è arrabbiato. Ha il viso tirato e i denti stretti. "Tim c'è qualcosa che non va?" grugnisce un niente tra i denti. "Dai Tim, ti conosco da 17 anni e capisco che sei incazzato, perciò spara" lui accosta l'auto. Si volta verso di me con il fuoco negli occhi "Secondo te perché ti ho portato con me stamattina?" io mi stranisco "perché volevi un consiglio?" lui sorride amaro "un consiglio? Ho già acquistato altre case, ne ho costruita una dal niente. JJ non ho bisogno di consigli. So scegliere una casa da solo" io continuo a guardarlo con fare interrogativo "e allora dimmelo tu il perché" lui riprende a camminare con l'auto, e resta in silenzio. Ma sento che sta per arrivare la tempesta. Le sue mani fremono sul volante. "Perché volevo che la casa piacesse a te." "A me?" ripeto stupita. "A te certo che a te. Hai scherzato con me in questi mesi?" "No certo che no" lui sussulta "e allora perché non ti aspetti che voglio che la mia futura casa ti piaccia. Devo dedurre che non vedi un futuro con me." e io sospiro un "ah" "ecco ah. Ah cosa? È solo sesso, è attrazione? Un revival dei vecchi tempi? Cosa sono io per te? Una cosa passeggera? Vuoi scappare di nuovo?" e allora mi infurio anch'io "basta con questa storia dello scappare. E poi ti è sembrato sesso, quello che facciamo. Un gioco? Una cosa passeggera? Cazzo Tim io ti amo, ti ho detto che ti amo. Perché mi chiedi cosa sei per me? Lo so io e lo sai tu che sei tutto per me" "ma non vedi un futuro con me!" continua a guardare avanti, verso la strada, con le mani tese sul volante. "Certo che vedo un futuro con te, ma non in quella casa. Le tue figlie verranno ogni 15 giorni per due giorni. Quando andranno via per stare dalla loro madre. Io..." mi interrompo "cosa? JJ, parla", batte un pugno sul volante. "Io con che cazzo la riempio quella casa enorme. Con che cosa? Lo sai che stare con me significa stare io e te e basta. Lauren e Olly andranno via e noi resteremo soli in quella casa enorme e io non potrò mai fare niente per riempirla" e scoppio a piangere. Arriviamo sotto casa mia, lui si toglie la cintura. Si getta su di me. Mi prende il viso tra le mani "Cristo Jenni no, no. Non fare così ti prego." "Ci saranno giostrine vuote per tutto il tempo, altalene spinte solo dal vento, una camera che resterà sempre vuota, una cucina che vedrà vita ogni tanto, un divano enorme solo per due persone per gran parte del tempo." Singhiozzo "Quella casa resterà vuota troppo spesso, vuota come me e io non posso, non posso." Lo abbraccio, piango disperata sul petto dell'uomo che vuole darmi tutto mentre io non ho niente da dargli. "Ho solo il mio amore da darti, niente di più e se non bastasse a riempire quelle stanze? Se non bastasse, io ne morirei" lui mi stringe forte a sé "Amore mio, basterà! Basterà, è puro troppo. Il nostro amore è enorme, altrimenti ora non staremmo qui dopo dieci anni. La riempirà tutta credimi. Non ci saranno spazi vuoti. Per quanto è grande credo che dovremmo ampliarla per farcelo entrare tutto." Continuo a singhiozzare, a piangere tra le sue braccia. Dopo un po' che mi accarezza. Mi scosto. "Ti dispiace se resto un po' da sola? Ho bisogno di un po' di tempo." Lo vedo adombrarsi "Non sei tu il problema. Tim non sei tu. Il problema sono io. Solo io" annuisce ma è così triste. Così immensamente triste. E solo per colpa mia. "Quando capirai che tu non sei il problema, né tantomeno il mio. Quando capirai che tu sei la soluzione, la mia soluzione a tutto quanto." Mi bacia in fronte dolcemente "chiamami più tardi. Quando ti sentirai meglio. Ok?" "Ok" mentre scendo lui mi prende un braccio "Promesso?" lo guardo, leggo nei suoi occhi la paura di perdermi ancora una volta. "Non scappo più, lo giuro. Te lo prometto." Lui annuisce. Chiudo la porta e parte. E io sento la bile salirmi in gola. Corro sulle scale, apro la porta mi affretto in bagno e vomito tutto. Il dolore. La paura. La sofferenza. Sperando che cosi vada via, una volta per tutte. Perché non lo merito io e soprattutto non lo merita lui. Tim non merita più tutta questa sofferenza che mi porto dietro, dentro. Il dolore ha scavato un buco grosso dentro di me e io non voglio, per nessuna ragione al mondo, che quel buco lo inghiotta ancora una volta. Ho spento il suo sorriso per troppo tempo in passato, io ora voglio renderlo felice davvero. E so che per renderlo felice devo esserlo prima io. Lui si nutre di me, dei miei sorrisi, della mia gioia di vivere. E se fin ora non ci sono riuscita per me. Se fino ad oggi non ho mai trovato un motivo valido per uscire da questa spirale di dolore, ora ho finalmente un buon motivo per farlo. Il motivo è solo lui. Ora ho lui e lui merita il meglio, il meglio di me.
STAI LEGGENDO
Fiori D'arancio. Ancora noi.
Chick-LitJenni ha 31 anni è un avvocato matrimonialista e la sua vita a Los Angeles è tutta lavoro e carriera. Ma dopo anni trascorsi così, decide di tornare a casa. A Roseburg, Oregon. Non è più la ragazzina insicura e timida che a 21 anni scappa dalla sua...