Siamo nel mio letto. Ho la testa appoggiata sul suo petto. Lui mi stringe forte a se. Mi accarezza il fianco lentamente. "Come facevi a sapere che ero al pub?" "Mi ha chiamato Joey. Ha detto che eri piuttosto su di giri e che era meglio se venivo a recuperarti." "In effetti mi sono concessa qualche giro di tequila, forse più di un giro. Ne avevo bisogno" sento che abbassa lo sguardo su di me "perché?" alzo lo sguardo e ci guardiamo. "Vuoi la verità nuda e cruda. O vuoi una buonissima scusa." "Verità. Sempre la verità" sospiro. Abbasso lo sguardo. Mi accoccolo più a lui. "Stare con te e le tue figlie. Ridere insieme. Rispondere a tutti i perché che Lauren ha sparato senza sosta. Sapere che hai ancora una nostra foto. Sapere che hai condiviso il mio ricordo con lei. Non lo so mi ha fatto..." "ti ha fatto male." Annuisco. E una prima lacrima esce. Spero che lui non l'abbia vista, ma scende sul suo petto e avverto dal modo in cui si irrigidisce, che l'ha sentita. "Sai per anni ho sognato di avere una vita proprio così. Avere un marito, dei figli. Una serata normale di una famiglia normale. Diavolo milioni di donne ce l'hanno e non lo apprezzano. Disprezzano una normalità che io desidero più di ogni altra cosa al mondo. Ma io non l'ho mai avuta. E forse mai l'avrò" continuo a piangere. Lui mi accarezza, mi dà un bacio in fronte. "Con il mio ex marito. Ci ho provato. In tutti modi possibili. Abbiamo fatto di tutto. Tutto, per avere una famiglia nostra. Ma io.." mi scappa un singhiozzo. "non piangere piccola, ti prego." "ma io non sono mai rimasta incinta. Mai. Sono una donna a metà, il mio ventre è arido e con il tempo lo è diventato anche il mio cuore" lui si alza di scatto, mi prende il viso tra le mani. "tu tu" e sento la sua voce spezzarsi. "Tu sei la donna più completa che abbia mai conosciuto. Jenni Dorey. Sei bellissima, intelligente come poche. Umana, sensibile. Generosa. Sei...." e una lacrima scappa anche a lui. "Sei divertente. Spiritosa. Sei cazzuta, forte. Sei unica. Unica in tutto quello che fai. E io, io ti ho adorato, venerato dal primo giorno che ho messo gli occhi su dite" gli asciugo le lacrime " ti prego non piangere per me" "piccola io non piango per te. Io piango con te. Perché il tuo ventre come dici tu sarà anche arido, Ma il tuo cuore, la tua anima, il tuo corpo è tutto, tutto fuorché che arido." Un silenzio imbarazzante ci avvolge ma lui lo rompe. "Prendi me, prendi la mia famiglia. Prendi la mia normalità. Prendi tutto questo e fallo tuo. Fammi tuo." E io singhiozzo e piango ancora e ancora. " prendi tutto di me. tutto quello che vuoi. Proviamoci di nuovo Jenni. Abbiamo provato a stare lontani per dieci anni e guarda come siamo finiti. Guardaci ora. È bastato un solo sguardo. E stiamo di nuovo qua. Ancora insieme. Ancora mano nella mano. Ancora a fare l'amore. Ancora ad amarci. Ancora noi. Jenni ancora noi." Mi stringe forte a se. Mi abbraccia così a lungo così forte che mi manca il respiro. Ma resto lì, tra quelle braccia, dove crollo sotto il peso di queste parole. Ci addormentiamo stretti.
Una luce mi colpisce il viso. Sento un braccio intorno alla vita. Apro gli occhi e lui è ancora qui. Dorme beato, con il sole che gli illumina il viso, le sue labbra carnose sono ancora gonfie dei nostri baci. Sento bussare alla porta. Ma non ho voglia di alzarmi. Che bussino. Ma poi setto la serratura scattare e le chiavi di casa mia le ho solo io e i miei genitori. O cazzo i miei genitori!!! Mi infilo la vestaglia in fretta. Cerco di fare più silenziosamente possibile per non svegliare Tim. Esco e chiudo la porta. La speranza è liquidarli in due secondi. Senza che vedano lui, nel mio appartamento, alle 10 del mattino di sabato. Dio aiutami. Entro in soggiorno e trovo mia madre in cucina a preparare la colazione e mio padre sul divano con il telecomando in mano. "Buongiorno" urla gioiosa mia madre. Mentre mio padre fa solo un cenno della testa "shhh mamma, non urlare ho mal di testa." "Tesoro ti abbiamo chiamata più volte, ma non hai risposto e siamo venuti a vedere se stavi bene" certo certo che bella imboscata. "Oh mamma sto benissimo non c'era bisogno. Comunque ora io devo scendere in ufficio. Devo lavorare. Così mi avete visto, sto bene ora potete andare." "Figlia mia tu lavori troppo. È sabato, sto preparando i pancake, fai colazione con noi. Rilassati." Certo rilassati. Come cazzo faccia a rilassarmi, la mia fine è vicina. E mentre mi siedo al tavolo, spero che Tim abbia un sonno molto pesante e che le grida gioiose di mia madre non lo sveglino. Ma poi vedo mio padre guardare l'angolo della parete del salotto, dove c'è un mucchio di vestiti, i nostri vestiti sono a terra. Io mi preparo al peggio. E cazzo se arriva il peggio. Dal corridoio esce Tim, fortunatamente con il lenzuolo avvolto ai fianchi. Mia madre lancia un urlo, che fa girare mio padre che vede Tim. E subito si alza in piedi "e tu che cazzo ci fai qui?" guarda Tim che è praticamente in trance e poi guarda me "Jenni?" ringhia il mio nome. "Papà ascolta" mi alzo vado verso di lui. "Papà ascolta. Papà ascolta?? Che cazzo devo ascoltare. Vengo qui e trovo lui. Nudo nella tua casa. E tu cazzo vestiti. Mi fai schifo così" Tim raccoglie frettolosamente le sue cose e corre in bagno. "Davvero JJ? Dopo dieci anni torni a casa, dopo essere scappata. Dopo che inizi una nuova vita. Ti sposi. Divorzi. Viaggi su e giù per il mondo. E so che in tutto questo centra lui. Torni per quanto tre mesi? E già sei di nuovo tra le sue braccia. É sposato Jenni, ha due figlie per l'amor di Dio. Due figlie. Che c'è non puoi avere una famiglia tua e la vuoi rubare ad un'altra?" interviene mia madre "Dominick non ti permettere sai" scoppio a piangere "sei ingiusto papà." Singhiozzo "sei ingiusto. Non puoi dire questa cosa. Non te lo permetto." Mi asciugo le lacrime. "sta divorziando, lui e la moglie si sono lasciati mesi e mesi fa. Io non centro niente. Io.." ma non riesco a finire e piango. Mio padre ha il volto tirato. La rabbia negli occhi. Mia mamma mi dà un bicchiere d'acqua e lancia fiamme d'odio verso mio padre. Sentiamo qualcuno schiarirsi la voce. Tim arriva vestito, per fortuna. Va verso mio padre e che il duello abbia inizio. perché ora finirà male. Molto male. "Dominick l'ho sempre stimata. Anche se non posso dire che sia reciproca la stima. Io la stimavo, nonostante lei mi odiasse e forse mi odia ancora. Pur con dei limiti lei ha sempre lasciato sua figlia libera di scegliere. Avevo tra le mani una gemma rara ed ho sempre ringraziato il cielo che voi l'abbiate cresciuta così bella e forte, intelligente. Fiera." "certo prima che tu la distruggessi tra le tue mani" lo interrompe mio padre. "Forse è vero. Ho fatto tanti errori. Alcune volte l'ho ferita, ma mai, mai Dominick con intenzione. Ero solo un ragazzino arrabbiato con il mondo, che non aveva mai conosciuto l'amore, l'affetto, il calore. Ma poi ho conosciuto Jenni e cazzo io amavo suo figlia più di ogni altra cosa al mondo. Era tutto per me, tutto. E quando non hai niente nella vita e all'improvviso hai tutto, hai una fottuta paura di perdere ogni cosa. E per quella paura ho fatto tanti errori, forse troppi." Mi rivolge lo sguardo carico di amore e continua. "Ma non c'è stato un giorno, un singolo giorno in questi 17 anni che io non l'abbia amata. Io la amo ancora oggi. Nonostante tutto il dolore e la sofferenza che ci siamo dati." Lacrime grosse mi solcano il viso. Guarda mio padre negli occhi, testardo e fiero. "e proprio per questo non permetto, neanche a suo padre di venire qui e dirle le parole che lei le ha appena buttato addosso. Intesi? Sarò pure un fottutissimo stronzo, ma io amo alla follia quella donna e nessuno, nessuno deve mancarle di rispetto. Mi dispiace Dominick neanche lei." Mio padre mi guarda per un attimo ed esce da casa mia come una furia. Mia madre mi dà un bacio in fronte e lo segue.
Restiamo io e lui. Lui ancora girato verso la porta appena chiusa e io che guardo lui come se lo vedessi per la prima volta. Mi avvicino a lui, gli prendo il viso tra le mani. Ci guardiamo intensamente. Gli sfioro le labbra. "Mi ami Tim?" lui mi mette le mani sulle mie. "Ti amo, ti amo da sempre. Io, io so amare solo te Jenni." Ci baciamo, mentre gli sussurro tra le labbra "ti amo anch'io Tim, ti amo anch'io. Sempre."
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Fiori D'arancio. Ancora noi.
ChickLitJenni ha 31 anni è un avvocato matrimonialista e la sua vita a Los Angeles è tutta lavoro e carriera. Ma dopo anni trascorsi così, decide di tornare a casa. A Roseburg, Oregon. Non è più la ragazzina insicura e timida che a 21 anni scappa dalla sua...