Arrivo dai miei verso le 18. Un oretta fa ho spento il computer e salutato Marlen che restava per programmare gli appuntamenti della prossima settimana. Non avrei creduto che in un solo mese che i cittadini hanno saputo dell'apertura dello studio e che in una sola settimana di telefonate, abbia già l'agenda piena da lunedì. Ora non voglio più pensare a lavoro. Ho fatto una bella doccia, indossato jeans maglietta e scarpette e sto suonando alla porta di casa dei miei, pronta per godermi questa cena. Ad aprirmi ci sono loro, le mie pazze storiche e bugiarde migliori amiche con progenie in braccio e attaccate alle gambe. "Oh bugiarde! Voi eravate quelle super impegnate stasera!" Taylor mi abbraccia e le tolgo dalle braccia il piccolo Ben "credevi che ti avremmo lasciata sola la prima cena ufficiale del venerdì a casa Dorey!" Do un bacione a Madison che mi sussurra alle orecchie "siamo o non siamo le tue gagliarde migliori amiche" "si si lo siete. "Ilary vieni dalla tua zietta" la più piccola delle figlie di Madison mi viene incontro e mi fa il gesto di essere presa in braccio. "Dio mio che dolci nipotini! Vieni qui amore della zia" prendo entrambi in braccio. Me li stritolo e riempio di baci. Arrivo in salotto e Betany la prima figlia di Roxy mi corre incontro "zia JJ" e mi abbraccia. Ormai è una piccola donna, 12 anni sono volati. Saluto anche mia sorella e vedo la piccola Julia intenta a mangiare un biscotto a cioccolato. Ora ha tutta la bocca sporca e le mani impiastricciate di cioccolato. "troppi nipoti, tutti insieme" sorrido di cuore. Il piccolo di Taylor, Giorge credo stia dormendo ha solo due mesi. Mia sorella si avvicina e grida "signori e signore diamo il benvenuto alla nostra nuova baby sitter!" Tutti scoppiano a ridere. "Col cazzo!" sbotto ma poi mi rendo di quello che ho detto davanti a 4 bambini e rettifico "col cavolo!! Io sono la zietta che dona amore e li vizia da morire. Di sicuro non quella che gli dice cosa fare o non fare."
Dalla cucina arriva mia madre, che sta già portando in tavola una bellissima teglia di pasta al forno, che già so essere farcita con ragù italiano e carne macinata. Sia lodata la cucina delle mamme. Ci mettiamo tutti a tavola, che è davvero piena. Mio padre sempre di poche parole, non lascia la divisa neanche quando arriva a casa, la toglie fisicamente ma gli rimane in viso. È un vigile del fuoco nell'anima. Non oso immaginare la sua tristezza, quando tra poco più di due anni andrà in pensione e dovrà lasciarla davvero quella divisa. Mia mamma inizia fare i piatti. Suonano al campanello. Credo sia Tom il marito di Madison, manca solo lui. Luis, il marito di Taylor si alza e va ad aprire. Rientrano e Tom dice a tutti "scusate il ritardo, oggi in fabbrica è stato il delirio!" Mio padre lo fa accomodare affianco a lui e gli dice "non preoccuparti Tom ci siamo appena seduti!" Parlano tra di loro del lavoro mentre mangiamo. Casa mia è sempre stata un po' anche casa loro. Ho conosciuto Taylor e Madison al primo anno di superiori. Abbiamo condiviso tutto. Ci siamo sempre state l'una per l'altra, sempre. Ma mentre a casa di Madison i suoi fratelli rompevano per ogni cosa e i genitori di Taylor non c'erano mai, i nostri pomeriggi li passavamo da me. Mia madre ci preparava sempre da mangiare e il nostro passatempo preferito era prendere in giro Jamie e i suoi amori platonici, che cambiava ogni settimana e per i quali si struggeva. A mia mamma è sempre piaciuta la confusione, a volte partecipava anche lei ai nostri balletti improponibili, a volte ci aiutava con i compiti. Insomma casa mia era casa loro e poi è diventata anche casa dei loro fidanzati, oggi mariti e quindi anche dei loro figli, che chiamano nonni i miei genitori. Anche quando sono stata via, loro venivano sempre dai miei. Penso proprio che parlassero e piangessero insieme a mia madre almeno per i primi anni dopo la mia partenza. Poi si sono rassegnate e approfittavamo che loro stavano insieme per fare videochiamate e sentire meno la distanza.
Luis che è ingegnere edile ma è anche consigliere comunale nel nostro paese. Si occupa di ambiente e rispetto del territorio. Infatti ci annuncia che hanno appena fatto una gara d'appalto, per istallare in tutti gli edifici comunali degli impianti di pannelli solari. Che il comune ha preso questa iniziativa sia per una questione ambientale, sia per un ammortizzamento delle risorse economiche. A quanto pare con il fotovoltaico si risparmia e si rispetta l'ecosistema. Quindi a breve in città inizieranno i lavori di impianto dei pannelli. A quanto pare lui è il responsabile dei lavori. "Proprio l'altro giorno abbiamo chiuso la gara d'appalto. L'ha vinta una ditta di Portland." Tiro un sospiro di sollievo. "Ma i proprietari sono originari di qua. Due bravi ragazzi. Il nostro referente, il fratello maggiore è davvero in gamba. Hanno fatto un preventivo davvero ottimo, rispetto al rapporto qualità prezzo." Luis continua il suo monologo. Ma io inizio a trattenere il fiato. Bravo ragazzo. Originario di qua, ditta di Portland. Inizio a sbiancare. Non può essere lui. Ho paura a chiedere. Tutti iniziano a guardarsi tra di loro. Mentre Luis continua a blaterare qualcosa che purtroppo non riesco ad ascoltare. Mio padre fa qualche colpo di tosse, per attirare l'attenzione, tutti ci giriamo verso di lui, un ronzio di sottofondo è il preludio della sua domanda. Perché sta arrivando quella domanda ed infatti "e come si chiama questo bravo ragazzo, Luis?" Alche il povero Luis con la più totale tranquillità fa il nome. Quel nome. "Timothy James Turner, Dominick" cala il silenzio. La tavola muta. Si sentono solo i bambini giocare.
Il solo sentire quel nome, dopo anni, mi fa mozzare il fiato. Credo di essere diventata bianca. Tutti mi guardano. Vedo quella compassione nei loro sguardi. Io odio quegli sguardi. Li ho visti per troppo tempo. Prendo fiato e balbetto un "ah" sospirando. Mio padre è furioso " già ah. A quante pare prima o poi fanno tutti ritorno. Ma alcuni potevano rimanere dove stavano." Mi alzo e mi scuso, dicendo che devo andare in bagno. Sento Luis domandare cosa abbia detto di male. Poverino è entrato da poco in famiglia. Non conosce questa vecchia storia. Vecchia storia che dopo anni non sembra mai davvero vecchia. Sopratutto per il mio stupido cuore, che perde un battito ogni volta che sento il suo nome. Non lo vedo da esattamente 10 anni. So tutto di lui. Ma non lo vedo in carne ed ossa dall'ultima volta che gli ho parlato. Qualche volta la curiosità ha vinto e ho dato una sbirciatina sui social. So che è sposato da anni, ha due bambine. Una ormai grandicella avrà sui 7 anni e un'altra di 3 anni. Sapevo che insieme al fratello avevano fondato questa azienda che si occupava di energie rinnovabili e che stava avendo un discreto successo. Che per questo aveva trasferito la sede operativa a Portland e che viveva là insieme alla sua famigliola felice. Punto e basta.
Esco in veranda, prendo una sigaretta dalla borsa. Faccio il primo tiro, chiudendo gli occhi. Sento la porta aprirsi e mia sorella si siede di fianco a me. "Ancora quella robaccia?" butto fuori il fumo. "Ogni tanto, all'occorrenza. Al bisogno." "Stai bene?" mi stringe la mano "certo che sto bene! È una vecchia storia! Mi ha fatto un certo effetto sentire il suo nome. Ma tutto bene. Non devi preoccuparti. Cazzo sei la mia sorella minore, dovrei io aiutare te!" Jamie scoppia ridere "abbiamo 5 anni di differenza mica dieci e poi non si tratta di chi chiede aiuta a chi." "E di che si tratta?" Faccio un altro tiro. "Devo dirtelo davvero?" "No infatti non c'è niente da dire." Lei si rabbuia "lo sai che la nostra città è piccola? E che quindi te lo ritroverai in giro?" io mi alzo di scatto "e quindi?" Jamie si avvicina e mi dice sottovoce "e quindi ti capiterà di incontrarlo. Vederlo. Sono anni che non lo vedi. Sei scappata via per non vederlo più. E ora te lo ritroverai in giro. Non so questo quanto posso toccarti. Ho paura che tu possa scappare di nuovo." Io l'abbraccio "Non si scappa più. La vecchia me scappava. Sono una donna ora, ho 31 anni. Posso affrontare il mio passato. Se devo solo vederlo in giro ogni tanto che sarà mai. Forse non ci incontreremo neanche, tra lo studio e il tribunale, non ho mica tempo di andarmene in giro. Non scappo non preoccuparti. La mia casa è qui dove siete voi. Niente potrà più portarmi via da qui." Lei sussurra uno "speriamo" ma io non so se queste parole servono più per rassicurare lei o me.
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Fiori D'arancio. Ancora noi.
ChickLitJenni ha 31 anni è un avvocato matrimonialista e la sua vita a Los Angeles è tutta lavoro e carriera. Ma dopo anni trascorsi così, decide di tornare a casa. A Roseburg, Oregon. Non è più la ragazzina insicura e timida che a 21 anni scappa dalla sua...