Un mese. È passato già un mese dall'apertura dello studio e fortunatamente il lavoro c'è ed anche tanto. Di certo che non mi aspettavo una certa affluenza. È vero che oltre ai divorzi, ho preso anche qualche cliente con problematiche diverse. Ma la maggior parte sono "affari matrimoniali". Diciamo che la gente, all' inizio pensava che essere un avvocato matrimonialista, voleva dire che facevo terapia di coppia. Ho avuto più di un appuntamento, in cui mi trovavo davanti coppie che mi hanno parlato per un'ora di tutti i loro problemi. Partendo dal presupposto che conosco buona parte dei miei concittadini e loro conosco me essendo figlia di un vigile del fuoco molto conosciuto in città, mi sentivo anche in imbarazzo a parlare dei problemi di impotenza del signor Corner. Dopo quell'appuntamento, ho dovuto avvisare Marlen di prendere solo appuntamenti di persone che pensavano effettivamente di divorziare e non di coppie in piena crisi di mezz'età. Quando ho spiegato a Marlen dei miei ultimi disastrosi appuntamenti, prima ha iniziato a ridere convulsamente poi mi ha detto che era disposta a fingersi consulente matrimoniali per 50 dollari l'ora. E lì ho iniziato a ridere io. Perché a 25 anni non ha mai avuto una vera e propria relazione. Come lei stessa dice "Perché comprare un maiale intero, quando si ha la possibilità di salsicce diverse ogni sere." É strana, vi ho avvertito.
Ho dovuto inoltre stravolgere la mia filosofia professionale e quindi i miei clienti, non sono più sole donne. A quanto pare nella mia cittadina ci sono più uomini maltrattati che donne. Sinceramente, non avevo dubbi in merito. Qui gli uomini sono dediti a lavoro e famiglia mentre le donne a famiglia e apparenza. E gli uomini, si sa, odiano i convenevoli. Magari dopo anni si accorgono che nei loro letti hanno donne che più che a loro badano al loro status. Fare bella figura in parrocchia, vestire bene i figli e marito per la messa della domenica. Tenere la casa pulita ed in ordine prima di ogni cosa. Non sia mai una loro amica della parrocchia passi per casa sua e la trovi in disordine. Apocalisse. Il sesso per loro è ancora una metodica funzione meccanica. Se dicessero loro, che per i mariti un pompino fatto bene li renderebbe di sicuro più felici di una camicia perfettamente stirata, griderebbero allo scandalo. Ho seri dubbi che in poche sappiano cosa sia un pompino.
Il mio ultimo appuntamento è andato via. Ho la testa che mi scoppia. Ma si può iniziare una controversia legale, perché il tuo vicino taglia la siepe ogni mese e l'erba entra nel tuo giardino che è grande quando Central Park? Ho bisogno di una pausa. Ho bisogno di caffeina. Buona, cara, vecchia, affidabile caffeina. Credo che per quanto ne beva, nel sangue mi scorra caffè. Visto che ho un altro appuntamento alle 17.30, esco dallo studio e mi avvio lentamente al piccolo bar vicino lo studio. Un buon caffè e una bella ciambella glassata al cioccolato è la risposta ad ogni male. Fanculo la dieta, stasera mangerò solo l'insalata. Certo che camminare con questi tacchi fino al bar sembra un'impresa, fanno un male cane. Entro nel bar mi siedo al bancone e faccio il mio ordine. Vedo spuntare il titolare dal retro e si avvicina al bancone. "Joey ciao, questa ciambella è deliziosa" Joey ha ereditato il bar dal padre. Ci conosciamo dal liceo, ma mentre noi passavamo i pomeriggi in giro a cazzeggiare lui veniva qua e aiutava il padre. Il vecchio John è venuto a mancare 5 anni fa e così Joey ha preso il bar in gestione e fa queste ciambelle che sono il paradiso dei sensi. "JJ l'aria di casa ti fa sempre più bella!" Io gli faccio segno con la mano di smetterla "Joey sei il solito adulatore! Tutto bene?" Si appoggia al bancone di fronte a me e devo dire che l'aria di casa fa bene anche a lui. Al liceo era un piccoletto pieno di brufoli. Ora è un uomo di un metro e 80, capelli biondi lunghi carnagione scura e occhi blu. Tutto tatuato, con un corpo molto scolpito. Davvero un bel cambiamento. Sexy e davvero affascinante, come sia ancora single questo è certo un mistero della santissima fede. E ammicca. Cazzo se ammicca. Sarà che oggi sono stata in tribunale e porto ancora la mia mise da segretaria sexy. Certo non faccio la fame, la corsa e la palestra per stare perennemente in tuta e scarpette. Indosso una gonna a matita blu stretta con spacco dietro, una camicia bianca trasparente che porto sbottonata, giusto per dare quel tocco di vedo e non vedo e un grazioso gilet coordinato alla gonna, che mi fa un vitino sottilissimo. E le mie scarpe dalla suola rossa, chiare di vernice con tacco altissimo, che mi fanno fare la mia sporca figura, a dispetto del mio metro e 65. Si avvicina sempre di più "e senti avvocato, se ti adulassi ancora per un po' mi concederesti l'onore di una cena!" Io sorrido, mi passo la mano tra i miei ricci ribelli e me li porto tutti su un lato. Mi abbasso alla sua altezza e gli sussurro "tu provaci sempre, magari ci casco!" Joey mi schiaccia un occhiolino "magari" dice sottovoce. Mentre avvampo per l'imbarazzo da dietro, una voce profonda, rauca, mi fa trasalire "possiamo ordinare Joey o dobbiamo finire che tu termini l'abbordaggio?" e poi fa una risata. Quella risata. Quella che brilla, che tira fuori due fossette che incorniciano quei sorrisi. I sorrisi che ti lasciano senza fiato. Socchiudo gli occhi. Collego quella risata a quel viso. A quegli occhi. Oro colato. Ambrati e screziati da piccole pagliuzze di tramonto. Ho il cuore a mille. Non so cosa fare. Se mi girassi ora lo avrei di faccia. Ho paura, troppo paura. Mi sudano le mani. Allora prendo fiato, mi faccio coraggio e con un'indifferenza che non so quanto sia credibile, prendo il mio caffè, scendo con quanta più delicatezza possibile dallo sgabello e mi volto.
"Joey allora? I miei ragazzi al cantiere..." Ed eccoci qua. Mi ha visto. Smette subito di parlare. Tim sgrana gli occhi, il sorriso gli si spegne in viso. Sembra arrabbiato. Furioso. Leggo i suoi occhi e quello è risentimento. Potrei azzardate persino odio. Restiamo per un secondo occhi dentro occhi. Oro che brilla nella notte più buia. Distolgo lo sguardo e mi avvio verso l'uscita. Mentre gli passo accanto sento che lui sussurra qualcosa che non capisco. Ma di sicuro è un imprecazione. Esco dal bar, senza salutare nessuno. Mi appoggio al muro e inizio a respirare affannosamente. Mi asciugo le mani sulla gonna. Mi porto una mano al petto. Sento il cuore uscire dal petto. Dopo 10 anni, non è cambiato niente. Ho 31 anni, sono una donna ormai, un avvocato cazzuto. A Los Angeles ho visto uomini tremare davanti a me e giudici imprecare se sapevano che ero io a dibattere quel giorno. Ma davanti a lui, divento ancora la piccola JJ. Timida, insicura, completamente in balia del suo amore folle e senza misura. Sono 10 anni, eppure sembra ieri. Quel ieri in cui capii che a volte l'amore se pur forte, se pur vero, folle, intenso, impetuoso non basta. A volte l'amore non basta affinché una storia duri. Non basta un grande amore e il nostro era un grande amore. Contro tutto, contro tutti, il più delle volte contro anche noi stessi. Ci siamo amati tanto, forse troppo. Ma capiti, poco. Fidati, mai. Rispettati, a tratti.
Era una continua lotta. Tra me che provavo a fargli capire che mai sarei andata via e lui che faceva di tutto per farmi andare. Solo per vedere se l'avessi fatto. Una continua sfida. Tra me che cercavo di sopportare il dolore più che potevo e lui che più dolore mi dava e più si convinceva che forse non avrei retto. Che sarei andata via. Che sarei scappata. Da lui. Da noi. Da quell'amore folle. Da quelle corse su e giù tra quegli attimi di paradiso, che mi rendevano cosi forte da sopportare giorni e giorni di inferno. Alla fine quella lotta, quella sfida lui l'ha vinta. Sono scappata. Da tutto e ho perso. Ho perso lui, noi, tutto. Ho perso me e una parte di me che non tornerà più indietro.
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Fiori D'arancio. Ancora noi.
Жіночі романиJenni ha 31 anni è un avvocato matrimonialista e la sua vita a Los Angeles è tutta lavoro e carriera. Ma dopo anni trascorsi così, decide di tornare a casa. A Roseburg, Oregon. Non è più la ragazzina insicura e timida che a 21 anni scappa dalla sua...