Capitolo 23

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Arriviamo al parcheggio del supermercato, dove avevo lasciato la mia macchina. Durante il tragitto le bambine si addormentano. Ma noi restiamo in silenzio. Prima di scendere mi volto per salutarlo ma lui mi precede. "Grazie Jenni, grazie per aver accontentato le bambine." Nego con la testa "E' stato davvero un piacere. Sono splendide, Tim. Le piccole sono davvero bellissime e dolcissime. E tu, tu sei un bravo papà." Lui continua a guardarmi gli occhi. "Grazie e Jenni per l'altra sera..." "ti prego Tim non ne voglio parlare. La settimana scorsa, nel mio ufficio ci siamo vomitati addosso di tutto e di più e mi dispiace, davvero." "Di cosa? Figurati. Ci siamo vomitati addosso davvero troppo entrambi. Mi dispiace aver usato quei modi. E tornando a quella cosa che mi hai detto in macchina, mi dispiace che tu, si insomma hai capito." Dio ha paura persino a dirlo "Ti dispiace che non posso avere bambini?" lui annuisce. "Non preoccuparti, ho avuto modo di metabolizzare la cosa. Ormai mi arrendo al mio futuro di super zia. Magari un giorno, con la persona giusta potrò pensare all'adozione." Sorrido "magari un giorno, quando arriverà la persona giusta può accadere il miracolo. Magari." Infondo con la persona giusta una volta è già successo, penso. "Nel frattempo ho il mio lavoro, i miei nipoti, le mie amiche, la famiglia, basterà. Ho tanta gente intorno che mi aiuta a non pensare." Lui annuisce vigorosamente "se c'è spazio tra questa marea di gente ricordati che ci sono anch'io." Mi prende la mano. Io guardo le nostre mani. "Seppure non ci fosse nessuno, saresti sempre una figura troppo ingombrante nella mia vita Tim. Per ora. Magari più in là. Ma ora, ora non posso ancora. Ok?" gli stringo la mano. Gli do un bacio sulla guancia e scendo.

Salgo in macchina, non sono neanche le nove. Le ragazze sono a casa con i loro mariti, con i loro figli. Marlen non la sento da ore e poi non voglio affliggerla di nuovo con la mia vita che va di merda. Metto in moto e parto. Entro nel locale, una musica rock rimbomba nell'aria, vedo nell'angolo sul palchetto un gruppo che si esibisce. Mi siedo al bancone e Joey arriva, mi si mette davanti. "Guarda guarda chi si vede!" alzo le mani scherzosamente in segno di resa "Joey mi devi scusare. Con te ho sbagliato di brutto. Ti chiedo sinceramente scusa." Lui sorride. "Scuse accettate. Anche se infondo, sapevo che non saresti venuta. Cazzo stiamo parlando di Tim e JJ, avete fatto coppia fissa per un 8 anni. Dovevo lasciar perdere già quando vidi la faccia di Tim, quando ti incontrò qui qualche mese fa, ma ci ho provato lo stesso." e scoppia a ridere. "Perché che fece?" "Alcuni clienti quando uscisti fecero degli apprezzamenti troppo carini" e fa segno delle virgolette con le mani. "E lui li fulminò con il suo sguardo. Sai quello sguardo che sfoderava quando ci diceva a tutti di non guardarti neanche." E scoppia a ridere. "Cosa ti porto??" "Qualcosa di molto molto forte." Annuisco gasata. "Tequila, fiumi di tequila." "Subito Avvocato!" e inizio a bere, una tequila liscia dopo l'altra. Forse tre o quattro. Forse ho perso il conto. Ma mi sento bene. Leggera. Ripenso a questa sera, alla cena, a lui alle sue figlie e magicamente non ho più voglia di piangere. Voglio ridere, voglio ballare, voglio cantare. Voglio sentirmi bene. Per una sera non voglio pensare più a niente. Chiedo un'altra tequila ma Joey nega con la testa. "Avvocato hai bevuto abbastanza. Credo che tu sia alquanto sbronza!" io lo guardo, ma non lo vedo più come prima sembra sfocato e cazzo ha più occhi a tratti "cazzo Joey perché hai tre occhi?" e rido sguaiatamente. Lui pure, ma comunque non mi dà un'altra tequila. "Sei molto cattivo Joey, molto cattivo. Me ne vado a ballare. Voglio ballare." Mi tolgo la giacca e resto in top corto e pantaloni di pelle stretti alla caviglia, un tronchetto tacco 10 largo e punta sottile. Mi avvio incerta sui miei stessi piedi. Forse perdo l'equilibrio qualche volta nell'avanzare verso la pista. Ma continuo a ridere. E allora alzo le braccia al cielo. Mi muovo a ritmo di musica. Ancheggio, agito i fianchi in modo che credo o almeno spero sia sexy. Da come mi guardano questi tizi credo che un po' sexy lo sia. Qualcuno cerca di avvicinarmi, ma io mi sposto. Dio niente uomini. Voglio solo sentirmi libera. Mi alzo i capelli dal collo, perché qui dentro fa un gran caldo. E nonostante l'alcol che mi scorre nelle vene, nonostante la musica che mi esplode in testa. Nonostante i miei sensi completamente andati, lo avverto. Il suo fiato sul mio collo, le sue mani che mi tengono i fianchi. Il suo profumo forte e legnoso m'invade le narici, la mente, il corpo, il cuore. Mi appoggio a lui, la mia schiena sul suo torace così ampio e subito mi sento nel posto giusto. Come quando fai una lunga vacanza e poi torni finalmente a casa. Lui mi fa voltare, ci guardiamo negli occhi, oro fuso che cola nella notte. Il suo sorriso. E si cazzo, sono davvero a casa. Mi avvicino alle sue labbra, le sfioro, gli lecco il labbro inferiore e sulle labbra gli dico "Portami via". Non se lo fa ripetere due volte, mi prende in braccio, torna al bancone prende le mie cose. Guarda Joey e gli fa un cenno con la testa. Lui ci saluta con la mano e dice "dateci dentro ragazzi, in memoria dei vecchi tempi!" io scoppio a ridere e mi accoccolo tra le sue braccia. Prende le chiavi dalla mia auto, mi appoggia sul sedile e si mette alla guida. Io intanto crollo. Mi sveglio e siamo fuori casa mia. Scendo dall'auto, e mi avvio verso casa, mi sento meglio. La sbronza è quasi passata. Lui si ferma vicino all'auto. "vieni?" gli dico. Saliamo in casa. Accendo la luce. L'effetto alcool è quasi finito, e piombo di nuovo nell'imbarazzo totale. "ti posso offrire da bere?" lui nega con la testa. "vuoi un caffè, un thè, una coca, una birra?" Lui si alza viene verso di me. Mi accarezza il viso. Mi sfiora le labbra con le dita. "Voglio te. Solo te!" e mi bacia. Prendiamo a baciarci, mentre ci spogliamo. È un groviglio di mani, di corpi, di lingue. Di emozioni. Sono eccitata, euforica. Sono un vulcano. Lava infuocata mi scorre sulle mie braccia, sul mio collo, nelle vene. Il mio corpo creta nelle sue mani. Mi tocca, mi accarezza. Ogni sua carezza mi accende. In un attimo siamo completamente nudi e sudati. Capisco che non c'è tempo per i preliminari. Diventare una sola cosa, c'è tempo solo per questo. Lui mi guarda, negli occhi c'è fame, bisogno. "JJ sto morendo, voglio entrare dentro di te. Ora. Subito" chiudo gli occhi e mi penetra. Un'unica spinta decisa, io gemo. "Dio, Dio" Milioni di brividi mi attraversano. Mi stringo più a lui. Mi prende in braccio, stringo le gambe intorno ai suoi fianchi. Lui mi appoggia contro la parete e spinge, spinge sempre più forte. Sempre più deciso. E dentro di me non c'è più spazio per nient'altro. Balbetto frasi sconnesse. Lui invece ringhia ad ogni spinta. "Dio, o mio Dio" invoco l'aiuto dell'altissimo perché un orgasmo sconvolgente mi prende, mentre lui continua ad affondare in me senza sosta. Appoggio la testa sulla sua spalla, la mordo e lui dopo un'ultima poderosa spinta, viene. Pian piano sento la mia pelle strusciare lungo la parete. E ci ritroviamo a terra, lui mi porta su di se. Siamo affannati, sudati, spossati ma almeno io sono felice. Con lui ancora dentro di me e le sue dita che mi accarezzano la schiena nuda. Io sono felice, maledettamente felice.

Metto il mento sul suo petto e lo guardo, lui guarda me. E scoppia a ridere. "Perché ridi?" ma lui continua a ridere e mi stringe ancora più forte. Io metto il broncio "e dai Tim perché ridi?" "Perché?" e scoppia di nuovo a ridere. Gli do uno schiaffo sul braccio. "Rido perché" e si contorce ancora non riuscendo a parlare "UUUUU muoviti" "Ok, ok. Allora rido perché piccola capisco che sono bravo a letto, ma tu mi ha chiamato Dio un milione di volte" e allora scoppio a ridere anch'io. "E daiiiii è un intercalare!" "Intercosa?" "Un modo di dire, cretino" "ok piccola la prossima volta voglio sentire solo il mio nome, mentre affondo dentro di te! Intesi? Solo Tim O Tim, Ti prego Tim" e imita la mia voce rauca e affannata. Mi metto le mani in viso dalla vergogna. "Beh sempre se ci sarà una prossima volta!" ma lui scatta in piedi con me in braccio. "O piccola certo che ci sarà!" mi carica sulle spalle, mi dà uno schiaffo sul culo e ridendo mi dice "dov'è la camera da letto?" io scoppio a ridere. "Sembri un cavernicolo" "Jenni Jenni, io sono un cavernicolo. E ora ti farò vedere come mi batto bene con la clava ancora una volta" continuo a ridere, mentre mi butta sul letto. Atterro di schiena. Sono nuda sul letto, lui mi guarda dall'alto bello come un Dio greco. Con le sue spalle larghe, le braccia forti, il torace ampio. La sua vita stretta. La sue erezione già pronta per me. La punta luccica. Mi metto in ginocchio sul letto. Lo guardo famelica. Sarà l'alcool ancora in circolo, sarà questa eccitazione spaventosa che mi scorre in corpo. Sarà che è semplicemente lui. Ma scendo dal letto e lentamente mi metto in ginocchio. Prendo la sua erezione, l'accarezzo. Accarezzo il neo sulla punta con le dita e poi lo lecco. Lecco la punta per intera. E poi lo succhio forte. Fortissimo. "O cazzo piccola" sento i suoi gemiti, il suo ringhiare, mentre succhio forte. Mi aiuto con le mani. E dalla sua bocca sento versi di apprezzamento. Più lui apprezza e più succhio. E poi non capisco più niente. "Voglio arrivare dentro di te." Mi prende per le braccia mi butta a pancia in giù sul letto. Mi metto subito carponi. Mentre lui mi passa la sua grossa erezione sul clitoride e allora sorridendo dico "o Tim, Ti prego Tim" e lui scoppia a ridere, ma la risata gli muore in gola quando mi penetra con una sola e veloce spinta. Io riesco solo a dire "ohhh Tim" e lui inizia a pompare dentro. Con la mano stimola il mio clitoride, mentre affonda dentro di me, ancora e ancora. L'orgasmo mi investe. Biascico parole senza senso. I miei gomiti non reggono più il mio peso. E così resto faccia al materasso e culo all'aria, mentre continua a martellare senza sosta. Ringhia un ultima volta e si accascia su di me. "Piccola se continuiamo così credimi la rompiamo la clava" e scoppiamo a ridere. Crollando uno sull'altro. 

Fiori D'arancio. Ancora noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora