Capitolo 33

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Sono seduta sul terrazzo di casa mia. Sono i primi di maggio, l'aria è frizzante. Il cielo sfumato nei colori del tramonto. Aspetto Tim che torni dal lavoro e mi accarezzo la pancia di sette mesi. Eh sì, il nostro piccolo miracolo ha superato il primo trimestre senza alcun problema, nausee a parte che ancora oggi a volte mi prendono. Ma siamo qui, belle e in forma smagliante. Si belle, perché il mio fagottino è una bellissima bambina. Hope, si chiamerà Hope perché quando avevo perso ogni speranza è arrivata lei, il mio miracolo. Le sue sorelline quando hanno saputo che era femmina, hanno iniziato a fare mille progetti. Lauren era un fiume in piena, Olly mi sorrideva e ogni tanto mi dava qualche schiaffo sulla pancia. Prego Dio che non tenti di ucciderla, credo che senta minacciato il suo status di figlia minore. Sono stati mesi incredibili, giorni indimenticabili, pieni zeppi di emozioni. Quelle belle, che ti prendono, ti stritolano il cuore in una morsa di calore. Emozioni, che ti fanno mancare il fiato, ma che ti riempiono lo stesso i polmoni. La prima volta che ho sentito il suo cuoricino battere, quando ha fatto ciao con la manina nella 5° ecografia, quando mi ha dato il primo calcetto, quando ha il singhiozzo che mi trema tutta la pancia e Tim scoppia a ridere. Tim. La mia forza, il mio coraggio. Mai un giorno in questi sette mesi che non mi abbia riempito. Ecco lui mi riempie. È gioia, è affetto, comprensione. È amore sempre folle, intenso, passionale. Ma ora è anche comprensivo, riflessivo, maturo. Mi sta sempre vicino, ma non è opprimente. Ogni giorno si dedica a me, mi aiuta in casa, persino a lavoro. Perché ho ripreso a lavorare ed udite udite Trevor ha lasciato il suo vecchio studio ed ora collabora nel mio studio. Per ora io preparo tutta la parte nello studio e lui va in tribunale a discutere. E devo dire che siamo una bella coppia di stronzi, perché in pochi mesi lo studio ha avuto un discreto successo. Gli unici scontenti sono Tim e Marlen, che entrambi non sopportano Trevor il coglione, così denominato da entrambi, ma nel caso Tim credo che ad oggi la sua sia una forma di scherzo affettuoso, perché in realtà sono diventati amici. Nel caso di Marlen, credo che lui abbia fatto davvero il coglione. Ma è tutto sommerso nella testa e nel suo cuore, non esce niente fuori.

Il momento magico della giornata è la sera nel letto, Tim si avvicina alla mia pancia e parla con Hope, gli racconta di noi ragazzini, delle corse in moto, delle giornate in spiaggia, delle litigate e ogni volta che lui scoppia a ridere lei da un calcetto. E lui con le mani posizionate sul mio pancione, mentre mi passa l'olio per prevenire altre smagliature, la sente e vedo i suoi occhi riempirsi di amore. Sto vivendo una favola, la mia favola personale ed è una figata pazzesca. Mentre sono assorta nei miei pensieri, vedo il SUV di Tim entrare nel vialetto. Mi alzo e aspetto che scenda dall'auto, appoggiata alla staccionata del terrazzo. Esce dall'auto e alza la testa a guardarmi, con la gioia negli occhi colore dell'oro e un sorriso che mi devasta, sempre. Da 17 anni. "Amore scendi" "Romeo dove mi porti?" e lui scoppia ridere. In effetti sembriamo Giulietta e Romeo. Io dal balcone e lui da sotto. "E' una sorpresa" e io esito. "C'è gente? perché io sono in leggings e scarpette" e lui alza gli occhi al celo, esasperato "dai scendi" e mi mostra una benda. E io penso cazzo è proprio una grande sorpresa.

Salgo in macchina e lui mi benda. "Ti fidi di me?" mi avvicino, gli sfioro le labbra e le trovo subito, nonostante la benda. "Sempre" gli sussurro. Troverei quest'uomo, anche se fossi, cieca, sorda e muta. Lo troverei, perché ogni passo che faccio nella mia vita, mi porterebbe a lui. Camminiamo per circa dieci minuti, avverto una sorta di eccitazione nell'aria. Tim è raggiante, vibra di una strana euforia. Spegne la macchina. "Siamo arrivati" annuisco. Mi apre la porta, mi prende per le mani, mi fa scendere. "Sei pronta?" "Prontissima" si mette dietro di me, mi toglie la benda ma io ho ancora gli occhi chiusi, perché dal suo petto appoggiato alla mia schiena sento il suo cuore battere fortissimo. Tim mi stringe forte, porta le mani sul mio pancione, si avvicina al mio orecchio "apri gli occhi, amore" e io faccio un respiro forte e apro gli occhi. "Benvenuta a casa" e davanti a noi, una casa. La nostra casa quella che abbiamo visto mesi fa. E io scoppio a piangere, guardo la casa, mi asciugo le lacrime. E mentre guardo il grande portico, dove lui ha montato un'altalena gigante. E mentre guardo gli alberi di arancio che ha piantato sul vialetto. E mentre guardo le giostrine posizionate affianco agli alberi. Io riesco solo a dire "ti amo Tim, ti amo così tanto." Lo abbraccio, forte. Entriamo in casa e tutto è già al suo posto. Il divano, le poltrone, la tv, un grande tavolo al centro. Un pianoforte nell'angolo. È perfetta, lui è perfetto. Guardo ogni particolare e sento il cuore tremare, esplodere dalla gioia. Sono senza parole. Ci guardiamo negli occhi. Oro colato che si scioglie nella notte, che non è più scura. Ma brilla di gioia, di amore, di commozione. Brilla di felicità. I miei occhi brillano di una luce splendente che può essere solo felicità. Saliamo al primo piano. Guardo la nostra camera, dai colori caldi, avvolgenti. Mi porta a vedere le camere di Lauren ed Olly, bellissime, con tutte le loro cose preferite. E poi arriviamo all'ultima camera, apre la porta e un non capisco più niente. È la camera di Hope della nostra bambina. Dipinta in un rosa tenue. La culla bianca al centro. Una sedia a dondolo nell'angolo. Sulla parete frontale c'è dipinto un grosso albero di fiori d'arancio, ricoperto da fiori bianchi. C'è pure l'altalena. Ma questa non è vuota. Sopra ci siamo noi, noi 5 abbracciati. Dio è tutto meraviglioso. Lo stringo a me, nonostante la pancia che ci separa. "Tim è perfetto, tu sei perfetto. La mia vita con te è perfetta" e mentre dico quelle parole, mentre lui mi guarda con gli occhi accesi dalle lacrime, una fitta sotto la pancia mi toglie il respiro. "ahiaaaa" "Jenni, amore tutto bene?" il suo sguardo da felice, diventa preoccupato. "Si si, ho avuta una fitta, tutto bene" ma mentre lo dico un'altra fitta mi colpisce "cazzo" dico tra i denti. "Amore mi stai facendo preoccupare" io prendo fiato "Tim..." e un dolore mi colpisce il ventre. "Tim c'è qualcosa che non va" mi fa sedere sulla sedia a dondolo. "Tesoro, respira." Ma un'altra fitta ancora più dolorosa, mi toglie il fiato. "Amore dobbiamo andare in ospedale, subito. Non riesci neanche a respirare" e io annuisco, ma una paura fottuta mi travolge e inizio a piangere. "Ho paura." "Amore ci sono io. Ci sono io. Andiamo"

Arriviamo in ospedale in pochi minuti. Appena mi vedono vengo portata in sedia a rotelle. Il dolore aumenta, è sempre più forte. Mi visitano. Sono in travaglio. "Dottoressa ma sono di sette mesi" la dottoressa Lovely mi guarda. La vedo preoccupata, ma mi rassicura. "Jenni, andrà tutto bene. Hope ha deciso che vuole nascere ora" e io scoppio a piangere "ma è troppo piccola" mi giro a guardare Tim. È terrorizzato. Mi guarda e piange insieme a me. "Dobbiamo andare in sala parto, sei già dilatata di 4 cm" io annuisco, ma sto morendo dalla paura. Sono terrorizzata. Tim lo capisce mi prende il viso. "Amore guardami, guardami" e io lo guardo negli occhi. "Amore andrà tutto bene hai capito?" E io annuisco, tra le lacrime "Andrà tutto bene. Hope è forte, starà bene, benissimo. Andrà tutto bene! Hai capito?" io annuisco ancora. "Ci sono io, ci sono io con te." E mentre mi portano in barella, Tim mi stringe forte la mano, si abbassa al mio viso "ti amo Jenni. Ti amo" e andiamo mano nella mano incontro al nostro destino. Sperando nel lieto fine di questa favola che fino a poco fa era perfetta. Sperando che rimanga così. Lo guardo "Tim ricordati sempre che io ti amo da morire. Da sempre. Per sempre." Mi bacia la fronte. Ed entriamo in sala parto.

Fiori D'arancio. Ancora noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora