Capitolo 20

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Dopo aver passato tutta la domenica a letto, lunedì mi alzo presto. Metto tuta e scarpette e vado a correre, nonostante una pioggia leggera mi accompagni. Prima di tornare a casa però mi fermo al bar prendo un cappuccino e mi avvio a casa. Alle 9 scendo in ufficio, trovo Marlen ad aspettarmi. Appena vede la mia faccia, capisce subito che non ho voglia di parlare. Ormai mi conosce bene e quando mi vede con i denti stretti e gli occhi ridotti a due fessure, sa che voglio stare da sola. Trovo già sulla mia scrivania i fascicoli degli appuntamenti del pomeriggio. Ma prima di aprirli devo fare una cosa importantissima. "Pronto?" "Trevor buongiorno. Sono Jenni Dorey. Ho un favore da chiederti, puoi passare appena puoi nel mio ufficio?" "JJ buongiorno, certamente. Per te va bene verso mezzogiorno?? Finisco le udienze e passo." "Ok, perfetto ti aspetto." "JJ tutto bene? Ti sento strana" "oh scusami Trevor tutto bene. Ho un solo un mal di testa fastidioso. Comunque sto bene. Ci vediamo dopo e grazie" "per te questo e altro a dopo" Riattacco e mi massaggio le tempie. Già immagino il casino che farà Tim quando saprà che ho delegato la sua situazione. Ma non posso. Non posso occuparmene. Davvero non ce la faccio. È più forte di me. Non posso vederlo, parlarci ancora dopo tutto quello che ci siamo sputati addosso. Non dopo che abbiamo fatto l'amore. Non dopo che il mio cuore ha iniziato di nuovo a battere per lui. E sopratutto non posso incontrare sua moglie e patteggiare i termini per il divorzio. Non posso.

Dopo un paio di ore, bussano la porta e vedo entrare il quartetto d'archi pronte a suonare la mia disfatta. Io continuo a lavorare al pc, si siedono e mi guardano con sguardi interrogativi, li avverto. Allora alzo la testa e le guardo a mia volta. "Allora che ci fate tutte qui di lunedì mattina?" Mi allontano con la sedia dalla scrivania. Incrocio le braccia "siete venute a spettegolare?" Taylor si lega i capelli in una coda maldestra "siamo venute per aiutarti" Madison interviene. "Ci scrivi. Ci dici che hai fatto sesso con lui. Ci lasci in bilico. Torni, non ci degni di avvisarci. Passi la domenica da sola. Non rispondi alle telefonate, ai messaggi. E questo è un chiaro segno che la cosa si è conclusa di merda. E vogliamo capire il perché." Jamie si avvicina alla scrivania, "vogliamo sapere come stai?" io scoppio in una risata amara. "Come sto? Una merda, come posso stare. Ho di nuovo sbagliato tutto. Cosa credevo di fare. Cosa?" mi alzo vado alla finestra. Marlen allora inizia schiarirsi la voce per attirare la mia intenzione. "Noi non lo sappiamo cosa credevi di fare. Ma vorremmo capire cosa hai fatto. Ci dici di aver fatto sesso e JJ eri raggiante. Nel tuo messaggio vocale mi sembravi una bambina che ha appena ricevuto il regalo da babbo natale. Eri entusiasta. Cazzo poi non ti sentiamo per un giorno. E stamattina entri con quella faccia da se parli ti ammazzo. Ho dovuto indire una riunione, sapevo che era l'unico modo di farti parlare. Quindi parla." Mi risiedo, mi metto le mani in faccia "io, io non lo so. All'inizio era andato tutto bene. La casa era meravigliosa, le sue parole meravigliose, abbiamo fatto l'amore e Cristo è stato meraviglioso. Poi ho visto quel tatuaggio, il suo racconto mi ha devastato ma lui nonostante il dolore che avvertivo mi ha di nuovo stretta a se. Abbiamo di nuovo parlato, ci siamo pure raccontati i nostri dieci anni. Stava andando tutto bene." Sospiro. "Ma poi lui ha iniziato a versarmi addosso tutta quella rabbia. Era furioso, le sue parole mi hanno colpito. Non sapevo che dire davanti a tutta quella rabbia. Dio ci siamo buttati addosso tutto, il prima, il dopo, tutto. E così eravamo vuoti. Non avevamo più niente da dirci e allora... e allora" "e allora sei scappata di nuovo, giusto?" dice Taylor e io annuisco. "mi sono fatta accompagnare. Non volevo più parlare, non avevo più niente da dire. Cazzo io mi sentivo in colpa. Io? Capite? Io che gli ho lasciato solo la possibilità di essere più felice. L'ho fatto per lui e lui era incazzato nero." Madison mi viene vicino, si piega sulle ginocchia davanti a me. "JJ quando capirai che non puoi scegliere tu come e quando e il perché le persone devono felici. Non avresti dovuto imporgli la tua presenza questo è certo, ma avresti dovuto lasciargli la possibilità di scegliere. Invece tu hai scelto per lui. Hai fatto esattamente quello che tu odiavi che lui facesse a te" grosse lacrime mi scendono sul viso. "Madison stava per avere un bambino. Dopo due giorni si sarebbe sposato. Io non avevo niente da dargli di così meraviglioso. Non avevo niente per cui valesse la pena rinunciare a quella vita perfetta." Vedo mia sorella alzarsi "avevi te stessa. L'unica cosa che lui voleva. Lui ti amava JJ alla follia. Avrebbe scelto te anche se fossi stata zoppa, orba e di 500 chili. Lui avrebbe scelto sempre te." Jamie infierisce e io piango più forte. "diavolo non è mai stata la mia persona preferita. Più volte l'ho odiato con quel suo atteggiamento arrogante. Ma cazzo non ho mai visto nessun uomo guardare una donna come lui guardava te. Nessuno. Neanche Jimmy che diceva di amarti da morire, ti ha mai guardato con quella devozione. Quell'adorazione negli occhi. Quando Tim ti guarda, lui vede solo te. Non lo sa dire, non lo sa dimostrare, ma ti amava davvero." "Ma io avevo troppa paura che dopo che gli avessi detto tutto, lui non mi avrebbe guardato più così. Avevo paura che si sarebbe accontentato e io non volevo. Io volevo che lui fosse felice, anche se significava perderlo. Anche se lo sarebbe stato lontano da me." Scoppio a piangere Madison mi abbraccia forte. Piango sulla sua spalla. "ora basta piangere. Ora cerca di capire cosa vuoi fare. Il passato è andato non puoi cambiarlo. Ma il tuo futuro, JJ, prendi in mano il tuo futuro e pensa solo alla tua felicità"

Le ragazze vanno via io cerco di ricompormi, perché tra poco arriva Trevor. Dopo poco entra nel mio ufficio. "Buongiorno Jenni" "buongiorno Trevor, siediti. Ti posso offrire un caffè?" lui annuisce e Marlen entra portandoci i caffè. Vedo gli occhi di Trevor accendersi appena quella piccola pazza impertinente gli porge il caffè. La guarda così intensamente che vedo la pelle chiara di Marlen accendersi di rosso. Esce come una furia dalla stanza e io sorrido. Perché credo che quest' uomo che sembra un principe delle favole, biondo, occhi azzurri, dalla pelle immacolata e dall'aria da bravo ragazzo, abbia colpito nel segno. "Allora Trevor ti devo delegare un caso di cui non posso occuparmi" lui prende la cartellina la apre e inizia a leggere "perché" rispondo tempestivamente "Motivi personali" lui alza il viso dai fogli mi guarda e forse avrò ancora gli occhi arrossati e un po' gonfi perché mi dice "affari di cuore?" e io annuisco. Gli spiego per filo e per segno la situazione. Lui mi dice che ha già avuto un caso analogo e che sarà una cosa semplice. Mi chiede come fare per aver il mandato per lavorarci e allora io gli do il numero di Tim. Ma gli chiedo di esaminare prima tutto, studiare la strategia e a lavoro ultimato chiamarlo. Lui tentenna poi però accetta. Senza prima chiedermi a sua volta un favore "io faccio come dici, ma io voglio il numero dell'angelo nero appena uscito" nero perché stamattina Marlen è in fase dark, in leggins di pelle nero, maglione nero sciallato su una spalla, anfibi. Occhi cerchiati nero. Insomma è davvero un angelo nero, con tutti i suoi tatuaggi e piercing in bella vista. Io gli sorrido. "Io te l'ho do, ma sappi che l'angelo come la chiami tu è un vero diavoletto. E poi tu tutto perfettino come mai mi chiedi il suo numero?" "Sarà il fascino dell'oscuro!" e scoppiamo entrambi a ridere. Prendo un foglietto e gli scrivo il numero. Lui lo prende con un grosso sorriso in faccia e lo mette in tasca. Trevor esce e io continuo a sorridere. Cara Marlen chi la fa l'aspetti.  

Fiori D'arancio. Ancora noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora