Epilogo

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TIM

Siamo a Waldport. Nella nostra casa che affaccia sull'oceano. È piena estate, il sole è alto, l'oceano è una tavola blu. Sorseggio il mio caffè, mentre mi godo il vento caldo soffiarmi in viso. Socchiudo gli occhi. La musica, che ho messo a tutto volume, mi riempie e mi fa sospirare. "More than words" degli Extreme scorre lentamente in me.

"All you have to do is close your eyes. And just reach out your hands and touch me.Hold me close don't ever let me go.More than words is all I ever needed you to show.Then you wouldn't have to say that you love me. Cos I'd already know"

Queste parole, queste note, mi entrano nella pelle. Il mio cuore le fa sue. È vero a volte le parole non bastano. Alcune cose il cuore la sa, non c'è bisogno di dirle a voce. Le parole spesso non bastano a descrivere cosa si prova. Come ci si sente. Cosa ti esplode dentro quando ti fermi a guardare la tua vita, la tua ragione di vita. Apro gli occhi e guardo verso la spiaggia. Vedo lei, bella come il sole. Con i ricci mossi dal vento. Il suo sorriso raggiante, mentre rincorre a piedi nudi Olly. Avvolta nel suo caftano bianco leggero che mette in risalto la sua pelle abbronzata. Afferra Olly da dietro, la stringe tra le braccia mentre la mia bambina, lotta sorridendo per liberarsi e i suoi capelli biondi gli vanno su quegli occhi che al mare sono ancora più verdi. E poi vedo loro, correre verso Jenni. Lauren ormai è una ragazzina, dai bellissimi capelli castani lunghi, che non vuole tagliare mai. E poi lei, Hope con i suoi ricci neri ribelli che sorride così tanto da socchiudere i suoi occhi color dell'oro. Come quelli di Lauren, come i miei. Corre felice verso la mamma che è caduta a terra, portando con se Olly. Hope salta su di loro e le abbraccia e scoppiano a ridere e a me scoppia il cuore di amore. A pochi metri da loro, il piccolo Trevor, si Trevor, come il suo padrino. Tra quei due è stato amore a prima vista. Si sono scelti. Appena partorito ci aspettavano tutti in camera. Il piccolo andava di braccia in braccia, ma appena Trevor lo ha stretto a se, il piccolo ha sorriso e gli ha stretto forte il dito con la manina. Trevor ha iniziato a ridere un po emozionato e mia moglie, si mia moglie, gli ha detto con voce rotta e un po stanca dal parto. "Piccolo saluta il tuo padrino. Trevor a mamma saluta lo zio" mia moglie e il suo migliore amico si sono guardati, hanno sorriso e Trevor il coglione si è messo a piangere. Trevor Dominick Burton ha due anni. Mentre Hope Felicia Burton ne ha tre. E udite udite, mia moglie mi costringe ad usare il preservativo adesso. Da che credevamo essere protetti dalla natura, la natura ci ha regalato due piccoli miracoli e sinceramente tra le crisi preadolescenziali di Lauren, i perché estenuanti di Olly, i capricci di Hope e le nottate di Trevor, ho accettato di buon cuore di metterlo. Credo che siamo proprio al completo. Poso il mio caffè, ne preparo uno per Jenni e scendo in spiaggia. La stessa spiaggia che ci ha visti sognare da bambini e litigare da adulti. La stessa spiaggia che ora accoglie la gioia infinita della nostra famiglia, la nostra bellissima famiglia.

Arrivo in spiaggia "amore ti ho portato il caffè", Jenni mi sorride bella come non mai. Gli è rimasto qualche chilo in più dopo le gravidanze, ma io adoro ogni centimetro di quel corpo. Lo venero come il primo giorno. Lo amo come amo lei, ogni lato di lei. Anche quando è incazzata nera e si mette in quella posa plastica per ore. Ma poi gli giro un po' intorno, le sorrido, sfoggio l'artiglieria pesante, perché so che impazzisce per le mie fossette e lei crolla. Si scioglie tra le mie braccia e Dio quella donna mi fa impazzire di passione, di eccitazione. Ogni volta che la tocco, la sfioro, il mio cuore fa le capriole, nonostante siano passati 20 anni dal giorno che ho messo gli occhi su di lei. 20 anni fa, in un giorno qualunque, mi sono perso in due occhi neri che brillavano all'infinito. Quegli occhi hanno riempito quel grosso vuoto che mi portavo dentro. Ero un ragazzino di 14 anni, arrabbiato con il mondo. Non conoscevo il calore, l'affetto, l'amore. Figlio di genitori sempre perfetti, che esigevano perfezione, ed erano perfettamente freddi. Mai una coccola, mai un sorriso incoraggiante, mai una carezza dettata dal cuore. Mai un gesto di affetto o una parola di conforto. Non conoscevo l'amore, era velatamente chiuso in me, ma non sapevo usarlo. E quando incontrai Jenni e vidi in lei tutto quello che mi mancava, il terrore di perderla mi faceva andare fuori di testa. Con lei non ero perfetto, ero stufo di essere perfetto e volevo che lei rimanesse nonostante non lo fossi. Ho stremato quella dolce ragazza, ho stremato la sua voglia di stare con me. Io che per nulla al mondo volevo perderla alla fine l'ho persa e sono tornato per dieci anni a macinare giorni senza amore, senza calore, senza affetto. E il vuoto dentro di me era diventato sempre più grosso, più profondo. Ma poi lei è tornata e quel vuoto si è riempito dell'amore più puro che abbia mai provato. Quell'amore che ha vinto su tutto. Sulla distanza, sul tempo, sulla lontananza, sulle incomprensioni, sui segreti. Sulle sofferenze, sul dolore. Il nostro amore ha vinto. Me ne accorgo oggi, mentre li guardo ridere felici e spensierati, a piedi nudi sulla spiaggia, in riva al mare. Jenni si avvicina. "Dormiglione finalmente ci hai raggiunti" l'abbraccio forte, la bacio con passione, mentre vedo Lauren fingere di avere il vomito ed Olly alzare gli occhi al celo. Fanno così ma adorano Jenni e Jenni adora loro. Nonostante non sia la loro madre, la trattano come se lo fosse e lei è semplicemente perfetta con loro. E mentre stringo mia moglie al petto sento due delle braccia stringermi le gambe è Hope. Ed è arrabbiata, perché è gelosa che baci sua madre. E infatti sbotta furiosa "Papà sono io la tua plincipessa, non lei" allora la prendo in braccio e la stritolo di baci. E lei scoppia a ridere. Il piccolo Trevor poi, corre da sua mamma e gli salta in braccio. Le getta le braccia al collo, poi le accarezza il viso e le dice "mamma sei bella" e vedo gli occhi di Jenni riempirsi di amore. Sono praticamente inseparabili. Trevor adora sua madre, le sta sempre appiccicato. Mi tolgo la maglietta, rimango in costume. "Forza su facciamo un bel bagno." Jenni toglie il caftano il suo seno messo in mostra dal suo costume nero aderente, mi fa venire sempre l'acquolina in bocca. Lei se ne accorge e sorride con malizia. Poi si avvicina e bacia il punto del mio torace dove ci sono tatuati i nomi di tutti miei figli. E poi bacia il centro del mio petto, proprio sopra al cuore, dove c'è il suo di nome. "Calma signor Burton. Stasera mettiamo le piccole pesti a letto. E facciamo un bel pigiama party. Noi due completamente nudi, una bottiglia di vino bianco, un po' di musica e tu che affondi dentro di me" io sospiro gli prendo il viso "non vedo l'ora signora Burton, non vedo l'ora!" mi prende la mano, guardiamo l'oceano e guardiamo i nostri figli in acqua che giocano tra di loro. Ci guardiamo, sorridiamo ed annuiamo, e corriamo verso il mare. Ci tuffiamo insieme mano nella mano, schizzando i piccoli che scoppiano a ridere. Ci tuffiamo mano nella mano in un oceano d'amore. Come abbiamo fatto 20 anni fa. Come abbiamo fatto 4 anni fa e come faremo per il resto dei nostri giorni. Ci buttiamo perché come disse un saggio angelo nero qualche tempo fa alla mia Jenni, "ora non cadrai più, ora è tempo di spiccare il volo".

Fine

Fiori D'arancio. Ancora noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora