Tim è partito da 5 giorni. Resterà a Portland fino a dopo il Ringraziamento. Aveva questioni urgenti di lavoro da sbrigare e poi doveva riportare le bimbe a sua moglie. E a quanto pare passerà con lei il Ringraziamento, hanno deciso di farlo per il bene delle bambine. Quando sabato, ci siamo lasciati, dopo la sfuriata di mio padre e dopo tutto quello che ci siamo detti, abbiamo deciso di comune accordo di non affrettare i tempi. Di non darci etichette. Di vivere il presente. Solo il tempo ci può dare le risposte. Poi ora lui sta affrontando il divorzio. E solo chi ci è già passato può capire il disagio emotivo che ti porti dentro. Io almeno in quello sono stata fortunata non ho dovuto lottare per averlo, Jimmy firmò senza nemmeno parlarne una volta. Dopo 6 mesi eravamo divorziati. Ma per Tim è diverso, sarà diverso. Lei non molla, non lo molla. E in effetti neanche io mollerei tanto facilmente il padre delle mie figlie. Ma di sicuro non lo ricatterei. Cazzo come può una donna accontentarsi di avere un uomo che non l'ha scelta. Io vorrei essere scelta sempre nonostante tutto. Non mi accontenterei di un uomo che sta con me, per cento motivi tranne che per me.
Mentre sono assorta nei miei pensieri entra Marlen. "Ha chiamato tua madre. Stasera cena dai tuoi!" io sgrano gli occhi. "E dai JJ hai passato i trenta, sei una donna adulta. Non puoi evitare tuo padre a lungo" io inizio ad agitarmi "facile parlare. Normalmente mio padre è ombroso. Ma quando è incazzato" rabbrividisco. Marlen si siede. "In effetti tuo padre mi mette una fottuta agitazione, solo a guardarlo. Se fossi nei tuoi panni, se fosse lui mio padre e mi avesse beccato con Tim mezzo nudo in casa, cazzo io sarei scappata. Ora starei in Amazzonia a salvare le foreste invece che affrontarlo!" dice terrorizzata. "E allora che cazzo parli?" "Ma non è mio padre. E io non sono te. E devi affrontarlo. Perché quell'uomo quando ti guarda i suoi occhi brillano. È un padre che ama le sue figlie oltre i limiti, vuole solo il tuo bene. Devi affrontarlo. E poi cazzo ci sarò io! Mal che vada scappiamo in Amazzonia insieme" scoppiamo a ridere. Poi però mi blocco. "Marlen l'ho deluso. L'ho sempre deluso. Sono anni che non faccio altro che deluderlo. Quando andai via 10 anni fa leggevo nei suoi occhi il suo dolore. Ma andai via lo stesso. Quando arrivai qui dopo il divorzio e gli dissi che il mio matrimonio era finito, non mi disse niente ma ancora una volta lo avevo deluso. Quando sono tornata era finalmente felice, ma poi ha saputo della mia patologia e poi ho fatto questa cosa con Tim e cazzo l'ho distrutto di nuovo." Marlen mi guarda fisso "purtroppo non sono ancora genitore e non ho mai avuto un padre. Quindi non capisco quel legame che c'è tra padre e figlia. Ma so per certo che tuo padre ti ama alla follia e per la tua felicità, sarebbe disposto ad accettare di tutto. Anche quel coglione di Tim. Ci vorrà tempo. Ma se ti vedrà felice, lui sarà felice vedrai" io annuisco. "Senti ci siamo messe a parlare e ho dimenticato di dirti che di là c'è una donna. Non ha un appuntamento dice di volerti parlare." Io mi metto al pc "ho tempo per riceverla?" "Si il tuo prossimo appuntamento è tra mezz'ora" "ok allora falla entrare". Marlen sta per uscire. "Ti porto un caffè?" annuisco. Sistemo alcuni fogli. Mentre sento la porta aprirsi. E lei entra. E io rimango senza fiato.
Lunghi capelli biondi, lucenti. Occhi verdi enormi. Un viso perfetto, nonostante sia completamente struccata. Una figura slanciata, esile, ma con belle curve. Anche se nascoste dalla sua tuta larga. Ai piedi porta le scarpette. Dio questa donna è bellissima. Si avvicina alla scrivania. "Avvocato Dorey buongiorno. Sono Evelyn. Evelyn Burton. La moglie di Tim." Mi porge la mano. Io mi alzo incerta sulle mie gambe. E come in trance gli do la mano. Credo di aver perso l'uso delle parole. Non riesco articolare. Ma non posso la figura dell'imbecille. "Piacere di conoscerla signora Burton. Prego si sieda. Posso fare qualcosa per lei?" lei si siede e io faccio altrettanto. "Si, avvocato Dorey o posso chiamarla Jenni O JJ?" sento nella sua voce un misto di sarcasmo e rabbia. "Può chiamarmi come vuole Evelyn!" "bene. Cara Jenni ho saputo dalle mie figlie che siete stata a cena tutti insieme!" e scoppia ridere in un risata amara "è stato un caso. Ma comunque parliamoci chiaro, non sei qui per questo quindi dici quello che hai da dire." Dico stizzita. "In effetti, voglio dirti che devi lasciare in pace mio marito e la mia famiglia" negli occhi una scintilla di odio le si accende. E così scoppio a ridere. "Evelyn, cara. Tuo marito è tuo marito solo sulla carta. Lo so io e lo sai tu che non state più insieme da mesi. E che se porti ancora il suo cognome è solo perché lo stai ricattando" lei rimane stordita dal fatto che io sappia la verità. "Io non lo sto ricattando io gli sto dando modo di pensarci meglio. Di non mandare all'aria tutto quello che abbiamo costruito in dieci anni. Tu parli, parli ma che ne sai di noi. Che ne sai della nostra storia. Che ne sai del nostro amore?" mi guarda. Poi riprende. "So tutto di te. Di voi. Sei scappata nonostante sapessi che lui ti amava alla follia. Lo hai distrutto. Quando l'ho conosciuto era distrutto. Vagava da un letto all'altro. Beveva fino a non ricordare nemmeno il suo nome. Noi tutti in città sapevamo di voi. La grandissima storia d'amore travagliata di due adolescenti diventati adulti, tormentati da tanti ostacoli" sorride arcigna "i moderni Romeo e Giulietta. Ma Giulietta era morta per l'amore di Romeo. Tu invece sei solamente scappata. L'hai lasciato indietro, in mille pezzi. Pezzi che ho ricostruito io. Un po' alla volta con pazienza e amore. Tu invece? Che hai fatto? Che hai fatto? Sei andata avanti con la tua bella vita. Un bel lavoro, bei vestiti. Bella macchina." Io non riesco a trovare la forza non riesco a ribattere. Marlen entra mi porge il caffè. Guarda la scena, lei in piedi di fronte a me, che incombe su di me. Seduta e paralizzata. E nonostante ci sia Marlen ad ascoltarci lei continua. "Ora torni qua dopo dieci anni e pretendi di giocare alla famigliola felice con mio marito e le mie figlie. Non hai capito un cazzo, Avvocato. Lascia stare la mia famiglia. Hai capito? Tu hai tutto questo" si guarda intorno, ma poi una lacrima la tradisce. "io.. io, ho solo la mia famiglia, non portarmela via." Prende la sua borsa. Ed esce piangendo dallo studio. Io e Marlen restiamo a guardare la porta da cui è uscita. Io credo che solo adesso ho ripreso a respirare. Marlen si gira verso di me e la guardo anch'io. Sono smarrita e lei se ne accorge. Mi prendo il viso tra le mani. "JJ calmati. Non le stai portando via nulla. Aveva perso suo marito mesi fa. Diciamoci la verità ripensando ai fatti, non l'ha mai avuto davvero suo marito. Lo so io, lo sai tu e credimi lo sa anche lei altrimenti, non sarebbe venuta qui ad implorarti di non portagli via tutto quanto." mi alzo vado verso la finestra. Guardo fuori. Assorta nei miei pensieri che poi sputo fuori come se fossero tossici "però ha ragione! Sono andata via, l'ho lasciato andare senza pensare a lui, al dolore che potevo arrecargli." "Ma poi sei tornata. E cazzo lo amavi alla follia. Perché solo chi ama alla follia, rinuncia al suo amore. Credevi che rinunciando a lui, a voi e lasciandolo a lei e alla loro famiglia lui sarebbe stato più felice. Hai fatto più tu per lui, dandogli la possibilità di essere felice lontano da te. Che lei, che lo ha incatenato in un matrimonio senza amore. Solo per puro egoismo. Chi ama Jenni, sbaglia, commette errori a volte enormi, ma se si rimedia a quegli errori, non si è mai sbagliato davvero." Mi viene incontro, mi abbraccia. "Non è colpa tua. Credimi. Anzi credici. Se la sua famiglia è andata in frantumi non è colpa tua. È solo colpa sua. Ok?" annuisco nel suo abbraccio. "Come sei saggia ultimamente. Piccolo angelo nero!" scoppio a ridere tra le lacrime "dio mio, anche tu ora? Te l'ha detto quel coglione di Trevor? Brutto biondino insipido." Ed esce imprecando dall'ufficio. E mi strappa un sorriso, in verità me lo strappa sempre. Anche ora che non proprio niente per cui ridere. Questo angelo dai capelli colorati mi è stata mandata dal cielo.
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Fiori D'arancio. Ancora noi.
Chick-LitJenni ha 31 anni è un avvocato matrimonialista e la sua vita a Los Angeles è tutta lavoro e carriera. Ma dopo anni trascorsi così, decide di tornare a casa. A Roseburg, Oregon. Non è più la ragazzina insicura e timida che a 21 anni scappa dalla sua...