(Prima di ogni capitolo vi indicherò delle canzoni da poter ascoltare durante la lettura, spero vi piacciano)
Canzone: "Buon viaggio", Cesare Cremonini
Mentre salgo sul treno un brivido mi attraversa la schiena. In questi giorni ho accumulato così tanta ansia che non vedo l'ora di liberarmene, comunque vada. È settembre, fa caldo, ma ho dovuto vestirmi in modo consono all'ambiente del college. Be' sì, stamani terrò il test di ammissione alla facoltà e, nonostante abbia studiato per tutta l'estate, ho timore di non passarlo: questo comporterebbe, probabilmente, dover rifare il test o, peggio, pagarmi il college per intero da sola. Comunque, sono positiva a riguardo, ho sempre desiderato entrare nel mondo dell'editoria e credo proprio che questa facoltà faccia al caso mio.
Da Canalside al Buffalo College ci vogliono circa 26 minuti esatti in treno, ma contando qualche ritardo posso arrivare a 30: ho tutto il tempo che serve per ripassare le ultime cose. Perciò mi siedo accanto al finestrino nel vagone meno affollato e tiro fuori dallo zaino il libro di preparazione, iniziando a sfogliarlo per cogliere quelle cose che, a volte, mi sfuggono. È la prima volta che prendo un treno pieno di pendolari (il primo di tanti) e sembrano persino conoscersi fra loro, chissà se nei giorni a venire avrò modo di trovare qualcuno con cui passare il tempo. Tutte le persone che salgono si trovano un posto a sedere e si dedicano subito alle loro cose: c'è chi studia, chi legge il giornale, chi ascolta la musica e chi guarda fuori dal finestrino in silenzio. Questo aspetto mi affascina a tal punto che decido di chiudere il libro che avevo in mano e osservare, mi guardo intorno e cerco di ambientarmi, di capire come dev'essere la vita da pendolari, quella che mi aspetta.
Il treno che ho preso arriverà alle 8.15, in orario perfetto per poter arrivare al college e prendermi un caffè prima di affrontare il test. Mentre scendo provo a scorgere qualcuno che va nella mia stessa direzione, ma la stazione di Buffalo Center è così affollata che a stento riesco a vedere un cartello con scritto "uscita" sopra le scale che scendono nel sottopassaggio.
Il sole caldo mi rilassa e, per alleviare la tensione e passare il tempo mentre aspetto l'autobus, mi accendo una sigaretta e scrivo a mia mamma che sono arrivata, sicura che potrà avvisare lei mio padre di ogni mio spostamento. Lei mi risponde con un bel "In bocca al lupo! Vedrai andrà benissimo": è l'unica cosa di cui ho bisogno in questo momento, un suo messaggio.
Ma non c'è tempo da perdere, devo controllare quale autobus porta il più vicino possibile alla facoltà e sinceramente io e le mappe cartacee non siamo mai andate d'accordo: fortuna che hanno inventato una app apposta sul telefono. "Linea 4", leggo, oppure "Linea 13" e cerco quale sia la fermata giusta a cui scendere: prenderò quello che arriverà prima, comunque sia la tappa è la stessa ed è una splendida sorpresa scoprire che entrambe le linee corrono apposta per i collegiali del Buffalo. Ovviamente mi sono organizzata per tempo e non ho bisogno di fare ogni volta il biglietto del treno o dell'autobus: sono diventata ufficialmente un'abbonata, cosa che mi fa molto strano dato che avrò usato all'incirca dieci volte un mezzo pubblico (solo perché obbligata da mia mamma, sia chiaro).
Scendo vicino al cancello d'ingresso e nel giro di due minuti raggiungo la piazza centrale all'interno del college, così mi guardo attorno ed entro nel primo bar che appare accogliente con qualche tavolino fuori, all'aperto. Prendo un caffè e un cornetto col cioccolato per "addolcire" il momento, anche se con scarsi risultati: le 9.15 si avvicinano e devo ancora trovare il polo universitario giusto.
Contro tutti i pronostici riesco a raggiungere il posto corretto e, per di più, in anticipo: mi rimane ancora del tempo per fumare una sigaretta e completare l'accettazione. Entro dentro un'aula di un antico edificio, abbastanza grande e con i posti numerati alle scrivanie munite di computer: il test si svolgerà online, quindi addio carta e penna. Pian piano la stanza si riempie e, come mi aspettavo, la maggior parte sono studentesse, c'è solo qualche ragazzo qui e là. Ma, in fondo, non è poi così importante dato che sono venuta qua solo per studiare ciò che mi piace, dopotutto se avessi voluto trovare un ragazzo all'università sarebbe stato meglio scegliere ingegneria o, che so, economia. Bene, ci siamo, il professore è entrato e i posti sono stati tutti occupati. Tremo solo all'idea di poter sbagliare questo test, faccio un grande respiro e inizio.
Per avere i risultati è necessario aspettare qualche minuto, dopodiché apparirà il risultato raggiunto sulla schermata del computer: se sarò sopra i quaranta punti allora significa che l'ho passato. I cinque minuti di attesa sembrano ore, sono i più lunghi che abbia mai aspettato, poi il pc si illumina: sessantasei punti, sessantasei! Non posso essere più felice di così, adesso sì che inizia il mio nuovo percorso e, a giudicare da quelle due cifre blu sullo schermo, è iniziato alla grande. Scendo in segreteria didattica per completare la mia registrazione al college: che parola meravigliosa! Chiamo subito mia mamma per darle la buona notizia:
«Mamma indovina? Sono ufficialmente diventata una collegiale a tutti gli effetti!» strillo, mantenendo comunque un certo contegno per non dare troppo nell'occhio.
«Lo sapevo che sarebbe andata bene! Sono felicissima amore, brava» afferma entusiasta dall'altro capo del telefono.
«Ci vediamo più tardi, ora provo a chiamare papà» le dico sedendomi su una panchina al centro della piazza.
«Sì, a dopo» risponde mandandomi un bacio "virtuale".Tiro fuori dallo zaino una cartellina e ci metto tutti i documenti che ho ricevuto al momento dell'iscrizione, apro il solito pacchetto di camel blu e mi godo questo bellissimo momento al sole nella tranquillità più totale. Vedo passare ragazzi e ragazze avanti e indietro: chi con i libri in mano, chi a parlare con gli amici e chi come me è spensierato dopo aver concluso il test con successo. Aspettavo questo momento da un paio di anni, più o meno dall'inizio della high school quando ho capito cosa volessi fare e che il liceo scientifico non faceva per me: ho elaborato una grandissima avversione contro la matematica, fisica e tutte le altre scienze.
Se adesso sono le 11.30, da mio padre a Londra saranno le 16.30 e lui a quell'ora è spesso in pausa caffè con i suoi colleghi di lavoro.
«Papà, sono passata al test. Andrò al college!» dico dandogli la bella notizia.
«Lu sono felicissimo per te, mi manchi tanto» risponde rabbuiandosi un po', lo sento dal tono della voce «Ma ti prometto che quando tornerò festeggeremo insieme».
«Anche te mi manchi, papà. Ci vediamo presto» sospiro.
«A presto Lu!» mi saluta e controvoglia riattacca il telefono.Verso le 12.00 mi dirigo nuovamente verso la stazione, è arrivata l'ora di andare se non voglio perdere il treno al mio primo giorno di trasferta. La mia puntualità quasi mi stupisce, mi sistemo su un sedile e tiro fuori dallo zaino "Cime tempestose" di Emily Bronte, uno dei libri che mi hanno più affascinata. Questa prima giornata è andata piuttosto bene: non mi sono persa, ho passato il test e, anche se non ho fatto amicizia con qualcuno, so che avrò tempo per conoscere le ragazze che frequentano come me. Sono felicissima soltanto all'idea che questo è solo l'inizio di un percorso nuovo, un percorso che affronterò da sola.
Spazio autrice
Ciao a tutte/i, mi sono finalmente decisa a pubblicare la mia storia.
Ecco il primo capitolo, spero vi piaccia e che vi abbia incuriosito a tal punto da intraprendere questo viaggio insieme a me.
Ricordatevi di lasciare una stellina se lo avete trovato carino !
🧡
STAI LEGGENDO
Vivimi senza paura
RomanceLuce ha tutto ciò che una ragazza di diciannove anni dovrebbe avere: due genitori affettuosi e la possibilità di prendere posto al college, dove potrà inseguire il sogno di diventare una scrittrice. Purtroppo, qualche anno prima, qualcosa nella sua...