Capitolo 12

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Canzone: "Closer to you", Rasmus Hagen

«Grazie per essere venuta» dice April appena rientriamo nel nostro appartamento,
«Figurati, mi ha fatto molto piacere» le sorrido. Sua mamma è una persona davvero gentile e simpatica, mi ha raccontato tanti buffi episodi dell'infanzia della mia amica e ho scoperto che era veramente goffa (o meglio lo è ancora).

Ho anche capito da chi April abbia preso le sue doti culinarie: Alison ci ha servito il tiramisù più buono che abbia mai mangiato ed ha ammesso che spesso a sua figlia viene molto meglio. Non potevo non costringerla a promettermi che ne avrebbe cucinato uno prima o poi.

«Adesso hai capito perché non posso dire a mia mamma di Nathan? O di qualsiasi altro ragazzo» chiede scherzando lei accendendosi una sigaretta.
«Be', sì adesso è tutto chiaro» ridacchio.

Ad un certo punto della cena Alison ha raccontato di aver visto un gruppo di ragazzi fuori dal college bersi una bottiglia di birra alle tre del pomeriggio ed ha commentato dicendo "vedi perché gli uomini non sono affidabili tesoro? Pensano solo a bere e divertirsi".

April, ormai abituata a questo tipo di conversazioni, si è limitata ad annuire ridendo. Sua mamma non è una cattiva persona, né tantomeno lei e sua figlia hanno un brutto rapporto, ma è fin troppo protettiva e vorrebbe che la mia amica pensasse alla scuola e al lavoro, qualcosa di concreto e stabile in confronto a dei ragazzi ribelli.

Questa mattina mi sono accorta che sta nevicando, non troppo ma giusto qualche fiocco bianco ogni tanto: una splendida coincidenza considerando che oggi è il primo di Dicembre.

Nonostante sia uno dei mesi che amo di più per il Natale, quest'anno significa anche esami: per la precisione ben cinque esami.

Preparo la colazione mentre April è andata a farsi una doccia calda, metto le tazze in tavola e dei cornetti alla crema che i ragazzi ci hanno comprato ieri sera in pasticceria.

I rapporti con loro sono migliorati tanto: Nathan è sempre più preso della mia amica, cosa che non mi sarei mai aspettata; mentre io e Ryan abbiamo chiarito tutto e non c'è più segno di discordia per quello che era successo. Ci ha messo molto per farsi perdonare completamente e devo dire che non ho mai ricevuto così tante dimostrazioni di affetto in vita mia.

«Che ne dici se andiamo in macchina al college?» le chiedo scostando la tenda dalla finestra per controllare se abbia smesso di nevicare.
«Direi che è un'ottima idea. Con tutta la fortuna che ho scivolerei davanti all'ingresso» ride battendosi una mano sulla fronte.
«Sicuramente» scherzo io.

Improvvisamente mi vibra il telefono e guardo per vedere chi sia. C'è un messaggio da Ryan che dice: "Ci vediamo alle undici al solito". Credo che non abbiano lezione alle nove o abbiano altro da fare: a loro, infatti, non importa molto saltare delle ore di insegnamento. La madre di April probabilmente definirebbe anche loro "ribelli".

Comunque, gli rispondo con un semplice "a dopo" per non sbilanciarmi troppo, ma devo ammettere che da qualche giorno ho iniziato ad apprezzare la sua presenza.

«Ho dimenticato le chiavi della macchina» affermo non appena arriviamo davanti all'auto e inizio a cercare nella borsa «Torno subito».
«Va bene ma sbrigati, sto congelando» dice April incrociando le braccia per farsi caldo.
«Farò il più lentamente possibile» scherzo facendole l'occhiolino.

Corro per raggiungere l'ultimo piano stando attenta a non scivolare sulle scale di marmo dato che ho le scarpe un po' bagnate.

Come se non bastasse, mentre mi avvicino alla mia porta quella di fronte si apre e per poco non vado a sbattere contro Aron.

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora