Capitolo 9

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Canzone:  "Amati sempre", Ultimo

La festa di sabato è stata un vero e proprio disastro: Ryan era ubriaco e ha provato a baciarmi senza avere successo, strattonandomi per poi chiedermi scusa; Aron, lo strano e arrogante ragazzo che abita di fronte a me, gli ha sferrato un pugno per difendere me senza neanche conoscermi; Nathan, l'unico che non aveva toccato neanche una goccia di alcol, è intervenuto riuscendo a distrarre e a cacciare Aron.

L'unica cosa positiva è che April ha ricevuto un bacio dal ragazzo che le piace e adesso capirà il motivo per il quale io non sono solita partecipare a feste come quella.

La serata è finita con Ryan che rimetteva in bagno mentre piangeva e supplicava Matt di venirmi a chiedere scusa, e Nathan ha approfittato dell'occasione per riportare me e la mia amica all'appartamento.

Il viaggio in macchina è stato silenzioso e imbarazzante: io ero ancora scossa e non riuscivo a smettere di pensare a quanto accaduto, mentre loro due erano visibilmente preoccupati di poter trovare un modo, se mai ci fosse, per far ritornare il sereno tra il gruppo.

Una volta raggiunto l'alloggio, Nathan ci ha salutate con un'espressione realmente dispiaciuta ed è sfrecciato via per la strada ritornando alla villa.

April ha cercato di rilassarmi dandomi un tè caldo e una sigaretta, dicendomi che avrei dovuto dormirci su e far sparire l'effetto dell'alcol e del recente accaduto.

Ma io non volevo sentir storie ed ho continuato a fare domande su Aron ad alta voce e ha dimostrare tutta la mia rabbia nei suoi confronti, anche se non so bene il perché, e soprattutto nei confronti di Ryan.

Verso le quattro di notte ho deciso di andare a letto perché mi faceva male la testa, lo stomaco e i miei occhi verdi sembravano prendere fuoco.

La luce della domenica mattina penetra dagli spiragli vuoti delle persiane e l'odore del caffè risveglia completamente i miei sensi. Speravo di potermi alzare ed aver dimenticato tutto o solo che si trattasse di un brutto sogno, ma non è così: ricordo bene ogni piccolo dettaglio anche se, devo ammetterlo, la rabbia sembra diminuita forse perché ieri la mia mente era completamente offuscata dallo spiacevole episodio.

Mi rigiro nel letto un paio di volte, poi mi porto le mani sul viso e stropiccio gli occhi facendo un grande respiro: è ora di reagire.

«Buongiorno Lu» mi saluta April con gentilezza spegnendo il gas sotto la macchinetta del caffè «Appena in tempo».
«Ei, ciao» mi avvicino alla mensola accanto al frigorifero per prendere lo zucchero e i biscotti «È da tanto che sei sveglia?» chiedo per assicurarmi che non inizi subito a farmi domande.
«Oh no, giusto dieci minuti» risponde porgendomi la tazza di caffellatte.
«Grazie April» le sorrido.

Per tutta la durata della colazione l'argomento festa viene completamente messo da parte e mai nominato, forse perché ormai lei ha imparato a conoscermi un po' e sa che non otterrebbe nessuna risposta sincera al cento per cento.

Ma mi parla di Nathan, di quanto è stata bene con lui e di quanti messaggi si sono scambiati in queste poche ore in cui non si sono visti. "Credo di aver preso una cotta per lui", mi ha rivelato sorridendo un po' imbarazzata e non potevo non risponderle che lo avevo già intuito dal primo giorno in cui l'abbiamo conosciuto. "Sono felice per te, davvero" le ho detto stringendole la mano.

Una volta finito di sparecchiare vado in bagno a farmi una doccia e a schiarirmi le idee, pronta a dover affrontare a breve una conversazione con April, nella quale già so che tipo di domande mi porrà.

L'acqua calda evapora facendo appannare tutti i vetri e la canzone "Hold me while you wait" risuona forte nella stanza, accompagnando la mia mente nei mille pensieri che la tengono occupata.

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora