Capitolo 31

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Canzone: "Lullaby", R3HAB & Mike Williams

Odio questi jeans: sono troppo stretti e lo strappo sul ginocchio destro non mi piace per niente. Ma gli altri che ho sono nella lavatrice e quelli neri ad asciugare.

"E va bene, vada per questi", penso roteando gli occhi e tirandoli fuori dall'armadio. Indosso una felpa bianca senza cappuccio, che lascia scoperto l'ombelico ma poco importa, tanto ho il cappotto marrone pesante.

Opto per i miei adorati bikkemberg neri alti e la solita borsetta da sera.

«Sei davvero chic!» esclama April squadrandomi da capo a piedi.
«Chic?! Sono vestita normalissima» scrollo le spalle e prendo le chiavi dell'appartamento dalla mensola.

Il campanello suona alle nove in punto, strofino le mani lungo i jeans e faccio un grande respiro.
«Sei pronta?» la voce di Aron sembra calma, gentile.

Mi guarda con i suoi soliti occhi magnetici e mi sento avvampare. Rimango pietrificata davanti a lui: è bellissimo stasera.

Dei pantaloni neri morbidi della tuta e una felpa grigia sopra. I capelli arruffati che lo caratterizzano stasera lo rendono ancora più... sexy.

"Luce, ma cosa stai dicendo?!", ecco la mia coscienza.

«Pronta... sì» balbetto senza riuscire a smettere di fissarlo, soprattutto se lui fa lo stesso con me.

«Sei molto bella, Luce» mormora dandomi un bacio morbido sulle labbra e non posso negarlo, mi mancava da morire.

Il suo sapore, l'emozione che provo ogni volta che mi sfiora la pelle, il profumo così intenso. Le nostre lingue si toccano delicatamente e, anche se per pochi secondi, sento di nuovo la sensazione di non essere in grado di reggermi in piedi, di dovermi abbandonare a lui, di voler restare tra le sue braccia più tempo possibile.

«Siete così carini» la voce di April alle mie spalle interrompe il nostro bacio. Le rivolgo uno sguardo che sta a significare: "grazie tante, sai intervenire sempre al momento giusto". Lui, inaspettatamente, le sorride, per poi farlo con me.

«Tu sei bello, Aron» queste parole escono sincere dalla mia bocca e mai mi sarei aspettata di dirle. Sono una di quelle persone che è sensibile, che si affeziona sì, ma che non rivela quello che sente.

L'unica volta in cui mi sono lasciata andare e ho detto "ti amo" è stato con John. Tuttavia, dopo averlo confessato lui è sparito, per poi ritornare con quella brutta sorpresa nel mio armadietto, e io mi sono resa conto di non averlo mai amato veramente.

Non credo di sapere cosa sia l'amore, se me ne renderò conto quando lo proverò, come ti faccia sentire.

La mia idea di amore è quella dei miei genitori: l'uno accanto all'altra da circa venti anni, distanti a volte ma mai col cuore, affezionati ogni giorno di più.

Chissà com'è essere innamorati.

L'unica cosa in cui credo è che l'amore non lo cerchi, non lo aspetti, arriva all'improvviso e quando lo fa te ne accorgi.

Ogni parte di te è legata all'altra persona e provi una sorta di empatia.

L'amore è essere contenti per le vittorie dell'altro, essere tristi per le sconfitte, litigare e fare la pace facendo l'amore.

Ma amare è anche volere che i sogni dell'altro siano realizzati e fare di tutto affinché non vadano in frantumi. Rinunciare ad averlo accanto pur di vederlo felice.

Questa è l'idea che mi sono fatta dell'amore: magari mi sbaglio. O magari no. Che sia un'illusione?

«Allora, vogliamo andare?» Aron mi fa cenno con la testa di uscire dall'appartamento.
«Sì, ciao April» saluto la mia amica che si avvicina a noi per chiudere la porta «Ci vediamo più tardi».
«Divertitevi!» mi strizza l'occhio e fa un sorrisetto malizioso. Le lancio un'occhiataccia, sperando che Aron non l'abbia vista.

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora