Capitolo 27

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Canzone: "Bad liar", Imagine Dragons

Oggi finalmente conosceremo la ragazza di Matt, anche se forse non lo è ancora ma mi piace pensarla così.

Nel pomeriggio io e April siamo andate in centro perché aveva espresso il desiderio di comprarsi due paia di scarpe. Adesso, quindi, ne possiamo contare sedici.

E cosa diamine ci farà con sedici paia di scarpe lo sa solo lei.

Mentre passavamo tra un negozio e l'altro ho trovato una borsa molto carina: beige e davvero spaziosa. Ho approfittato dello sconto per acquistarla e ne sono soddisfatta: ora posso dire di averne anche io una per la sera e una per il giorno.

Non so come sia il Baby's, ma credo che mi vestirò in modo molto semplice.

Prima di iniziare a prepararmi faccio un salto al supermercato per comprare il caffè, l'insalata e una cassa d'acqua che sono quasi finiti.

"Certo che pesano davvero tanto tutte queste bottiglie", ripeto tra me e me arrancando per salire le scale. Ma qui gli ascensori non li hanno inventati?

Raggiungo la porta dell'appartamento con affanno e lascio cadere a terra la cassa per cercare le chiavi nella borsa. Non credevo di aver fatto molto rumore fino a quando sento maneggiare la serratura e girare la maniglia alle mie spalle.

Ci risiamo.

«Ti vedo in difficoltà» ridacchia Aron, senza dire un "ciao" o un "come stai", come se niente fosse successo. Maledizione, perché non trovo mai quello che cerco quando ne ho bisogno?

«No, so cavarmela benissimo» ribatto senza voltarmi tentando di non far notare troppo il fiatone.
«Tutto questo sforzo per due bottiglie d'acqua?» mi provoca rimanendo imbambolato a fissarmi.

Ma dico tutto a un tratto ha deciso di fare il simpatico? Qualcuno dovrebbe dirgli che questo metodo d'approccio non funziona per niente.

«Non credo di riuscire a sopportare ancora per molto i tuoi sbalzi d'umore» affermo voltandomi. Mi guarda storto per qualche secondo, poi scoppia a ridere passandosi il pollice sulle labbra.

«Cosa c'è di tanto divertente?» dico irritata dal suo atteggiamento. Il giorno prima sarebbe pronto ad uccidere qualcuno e il giorno dopo potrebbe sembrare la persona più simpatica del mondo.

E io che pensavo che solo le donne potessero essere così lunatiche.

«Tu sei divertente» sorride osservandomi con occhi quasi dolci e affettuosi nei miei confronti.

Qualcosa alle sue spalle attira la mia attenzione: nel corridoio del suo appartamento intravedo delle buste verdi lasciate a terra, come se fossero state lanciate in un momento di rabbia.

Che siano queste e il mittente motivo della sua irritazione giornaliera? Ok, sto diventando troppo paranoica per i miei gusti: "vivi serena", dico tra me e me.

«Sono onorata di essere oggetto del tuo divertimento» esclamo ironica rivolgendogli una smorfia.

Lui continua a sorridere e io non posso fare a meno che pensare a quanto sia bello quel sorriso. È così ammiccante, coinvolgente.

In questo momento, in lui si è concentrato un mix perfetto: i suoi occhi grigi fissi su di me, i suoi capelli neri arruffati e il suo sorriso. Si sta dimostrando molto difficile la mia promessa di non ricascarci più.

Ma poi basta ripensare a tutto ciò che è successo ed ecco che riaffiora la mia parte severa, autoritaria.

«Devo andare» mi volto per inserire le chiavi nella serratura «Ci vediamo, Aron» lo sfido a guardarmi mentre raccolgo da terra la cassa dell'acqua.
«Ci vediamo, Luce» sghignazza cogliendo la mia sfida e mi fa scappare un sorriso sincero.

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora