Capitolo 21

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Canzone: "My oh my", Camila Cabello

Negli ultimi tre anni il Capodanno l'ho sempre passato da sola: dopo ciò che era successo con John aveva allontanato i pochi amici che avevo, se così si possono definire.

E, certo, non avevo né una reputazione né un coraggio tale da sfidare tutto quanto ed imbucarmi alle feste della high school.

L'insicurezza fa parte di me da quando sono nata, ma dopo quell'episodio si è amplificata ancora di più. Se mi chiedessero da dove provenga questo mio sentirmi a disagio e per niente all'altezza di trovarmi in mezzo a una marea di persone, be' risponderei che è tutta colpa di John.

O forse non avrei il coraggio di raccontare neanche questo. Vorrei poter scacciare via la mia insicurezza, la mia esagerata sensibilità, con uno schiocco di dita. Ma non ci riesco e, probabilmente, non ci riuscirò mai.

Mentre April continua a dare di matto e a lanciare vestiti alle sue spalle, da circa un'ora, io mi dedico alla stesura di altri capitoli per proseguire il mio romanzo.

«Possibile che non ho niente da mettermi?!» strilla disperata e mettendosi le mani nei capelli.

Non riesce a stare ferma, fa avanti e indietro per la camera, si siede al bordo del letto e poi rimane immobile davanti all'armadio aperto. È entrata in un circolo vizioso e neanche io che sono comodamente seduta sul divano riesco a vederne la fine.

«Queste cose le ho già messe milioni di volte!» continua a urlare demoralizzata. Ok, o la aiuto o finirà per far venire l'ansia anche a me che non ho nessun motivo di averla.

«April, calmati» dico avvicinandomi a lei con cautela «Adesso siediti e respira».
«Come faccio a calmarmi? Se non trovo qualcosa di bello per stasera non mi presenterò alla festa» esclama terrorizzata alla sola idea di non potervi partecipare.

«Troveremo qualcosa, perché non vai a fumarti una sigaretta mentre io ti seleziono gli abiti più carini?» le propongo consapevole di essermi praticamente suicidata.

La camera è un disastro, i vestiti sono sparsi ovunque e sono davvero troppi. "Come fa a non trovare niente?", penso tra me e me curiosa.

Se c'è una cosa che mi ha sempre distinta dalle altre ragazze è il riuscire a scegliere subito cosa indossare. Non ho mai capito l'urgenza e la disperazione di trovarsi faccia a faccia con il guardaroba senza trovare niente di carino.

Ma devo ammettere che, forse, è perché non ho partecipato a così tante feste, cene o occasioni particolari.

Lei annuisce e si alza in piedi lasciando scrollare le braccia. Inizio a riordinare il casino che ha combinato e, porca miseria, ha tantissimi abiti belli, molto belli.

Personalmente non li metterei, ma riconosco che sono davvero stupendi. Dio solo sa come faccia a non andargliene bene neanche uno. Sorrido mentre li seleziono accuratamente.

Dopo dieci minuti buoni, chiudo le ante dell'armadio e mi volto a guardare i vestiti che ho scelto e appoggiato sopra il letto.

Ne ho disposti quattro, tutti corti e attillati: uno è rosso, senza spalline e con una scollatura a cuore; un altro è argentato, ricco di paillettes e con le maniche lunghe velate; un altro ancora è nero, con una profonda scollatura a "V" sia davanti che dietro; e l'ultimo è di un blu acceso, stretto in vita da un fiocco con un grande brillante al centro e legato al collo da una catena di piccoli diamantini.

Non ho mai visto abiti così eleganti in vita mia. April torna in camera con aria disperata, ma non appena vede la mia espressione e l'ordine che ho fatto, la sua espressione inizia a riacquistare il tono che conosco.

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora