Canzone: "Hey there Delilah", Plain White T's
Il viaggio in macchina è stato tutto sommato breve (circa 25 minuti) considerato un po' di traffico. Gli alloggi per gli studenti sono davvero tanti e, soprattutto, vicini tra loro e al college. Vedo molti ragazzi che vanno e vengono, molti di loro sembrano avere qualche anno in più di me ma non importa, anzi potrebbe farmi comodo conoscere qualcuno che frequenta da più tempo, giusto per ambientarmi. Nonostante voglia molto bene ai miei genitori, preferisco salutarli prima di entrare nel portone dell'edificio, per evitare qualche sguardo di cattivo gusto subito il primo giorno.
«Ci siamo, è questo» indica mia mamma verso i vari appartamenti. Mio padre accosta in un parcheggio poco distante, forse proprio riservato agli studenti che vi abitano. Comunque sia, ancora non ho una macchina tutta per me nonostante abbia la patente già da qualche mese: i miei, infatti, posseggono due auto delle quali una è sempre in giro con mio padre e l'altra è utilizzata da mia madre per andare a lavoro, quasi tutti i giorni.
Come facevo ad andare a scuola senza prendere l'autobus? Semplice, grazie all'aiuto di un amico di famiglia, nonché vicino di casa, che fa il tassista e che era felice di potermi accompagnare a patto che gli portassi uno dei fantastici waffles di mia mamma ogni mattina.
«Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per tutto questo, vi voglio bene» li abbraccio e li stringo forte a me. Mi discosto per recuperare le valige dal bagagliaio e mi volto nuovamente verso di loro per salutarli un'altra volta.
«Ti vogliamo bene tesoro, sappi che ti verremo a trovare ogni week-end e per qualsiasi cosa chiamaci, a ogni ora del giorno» dice mia mamma facendomi una carezza sulla guancia «E mi raccomando telefonaci, almeno tre volte al giorno» precisa ricevendo come risposta un mio sbuffo e un sorriso di mio padre.«Su Lily, lasciala stare» afferma lui poggiandomi le sue mani calde sulle mie spalle e voltandomi verso il suo viso «Non ascoltare quello che dice tua mamma! Lu devi goderti a pieno questa esperienza. Vivi, fai amicizia e divertiti. Noi sapremo cavarcela standoti anche a distanza, ma quello che è importante è che tu sia felice» sorride facendomi sfuggire una lacrima. Mio padre, anche se è stato meno a casa rispetto a mia madre, ha sempre capito ciò che volevo veramente e anche questa volta non ha sbagliato: non vedevo l'ora di trovarmi qui, al college, da sola e studiare e conoscere nuove persone. Mi mancheranno i miei genitori ma adesso è arrivato il mio momento.
«Ti voglio bene papà» mi lascio stringere tra le sue braccia come succedeva quando doveva partire per lavoro, ma questa volta è diverso: sono io che me ne vado di casa e ora capisco come ci si sente a lasciare tutto.
«Ah mamma» dico rivolgendomi a lei con un sorrisetto «Venite pure a trovarmi, ma ogni due settimane. E ti chiamerò la mattina appena uscirò di casa e la sera per darvi la buonanotte. Ce la farai a sopravvivere?» scherzo abbracciandola e sussurrandole un "mi mancherai".
«E va bene hai vinto» risponde dandomi un bacio sulla fronte «Ah dimenticavo, queste ti serviranno» mi porge le chiavi dell'appartamento.Mi allontano da loro consapevole che altrimenti non mi avrebbero mai lasciata andare. Entro nell'edificio e noto un ascensore con i numeri delle stanze posti accanto ai vari piani. Controllo il mio portachiavi e leggo "102": ultimo piano, che meraviglia! Non poteva andare meglio di così, sono al quarto e ultimo piano, il posto migliore per non essere disturbati e stare in tranquillità.
Infilo le chiavi nella serratura della porta e, mentre entro, sento una musica provenire dal fondo del corridoio. Lascio le valige accanto all'ingresso e mi guardo attorno: sulla destra vedo una cucina abbastanza spaziosa e attrezzata, sulla sinistra un salotto con divano e televisore e un'ampia terrazza che ha come visuale proprio il college. Mi inoltro più avanti lungo il corridoio e noto subito un bagno sulla sinistra, con tanto di vasca, e un altro più avanti sulla destra un po' più piccolino. Accanto a quest'ultimo vi è quella che presumo sia la camera da letto, dato che la porta è chiusa, e mi rendo conto che la musica arriva proprio da lì.
Entro piano piano nella stanza abbozzando un "ciao" per evitare di spaventare chiunque vi sia all'interno.
«Ei, scusami» dico toccandole la spalla. La ragazza dai capelli biondi fa un salto e si volta verso di me.
«Ciao, scusa ma con la musica non ti ho sentita entrare» risponde abbassando il volume dal telefono «Tu devi essere Luce Anderson, piacere di conoscerti sono April Reyes, la tua nuova coinquilina» afferma sorridente alzandosi da terra e porgendomi la mano.
«Il piacere è tutto mio! Ma come conosci il mio nome?» chiedo un po' imbarazzata.
«Oh non preoccuparti non sono una stalker» sorride «Mia madre è la vicepreside del college e mi ha informata di chi sarebbe stata la mia coinquilina» spiega quasi come se le scocci dell'impiego di sua madre.
«Non ti va a genio che tua mamma sia vicepreside, vero?» dico curiosa e allo stesso tempo sicura di conoscere già la risposta. April sembra una ragazza così alla mano e con la quale si può stringere subito un'amicizia: sento che con lei mi troverò molto bene.«Be', innanzitutto sono costretta a vederla praticamente ogni giorno» sbuffa sedendosi sul suo letto e io mi appoggio al grande armadio davanti ad esso «E poi questo significa che dovrò andare alle feste e conoscere ragazzi di nascosto... una vera seccatura» conclude facendo spallucce.
«Non ti invidio» scherzo facendole scappare un sorriso «Ma sono contenta e onorata di farti da complice» sorrido porgendole la mano come se stiamo per stringere un patto importantissimo. April mi guarda e stringe la mia mano annuendo col capo.
«Sai Luce, credo che io e te andremo molto d'accordo, sei simpatica» afferma entusiasta di avermi conosciuta e io non posso che pensare lo stesso. Sembra la ragazza perfetta per condividere quest'esperienza e inizio ad apprezzare già la sua compagnia.
«Lo credo anche io e ne sono felice» affermo abbozzando un sorriso.Lei aveva già sistemato le sue cose in una parte dell'armadio e decido di fare altrettanto. La camera ha due letti separati ma un singolo guardaroba, anche se la cosa migliore è la grande finestra che si affaccia su un grande parco con un lago al centro: un panorama bellissimo.
«Vieni, ti do una mano» dice iniziando a svuotare una delle due valige «Ah e ho già comprato qualcosa per stasera, o meglio mia madre lo ha fatto».
«Ti ringrazio! Che ne dici di rimettere la canzone che stavi ascoltando prima? Mi piaceva» sorrido felice più che mai di condividere l'appartamento con lei.
«Oh, parli di "Before you go"? Be' la adoro e sei diventata ufficialmente la mia preferita» prende il telefono e fa partire la canzone a tutto volume. Questa giornata è iniziata nel migliore dei modi e non vedo l'ora che sia domani: primo giorno di college con una nuova amica.Spazio autrice
Ciao a tutte/i! Volevo ringraziarvi per i bei commenti e le 150 visualizzazioni che non mi aspettavo di ricevere in così poco, quindi grazie!
Detto questo, Luce ha conosciuto la sua coinquilina e nel prossimo capitolo ci sarà il primo giorno al college... cosa succederà? Lo scoprirete leggendo.
Ah, ho deciso che pubblicherò un capitolo ogni settimana ma non so in che giorno, pensavo al giovedì o al venerdì... voi avete idee? Fatemelo sapere, ci tengo molto!
Se vi è piaciuto il capitolo mi farebbe piacere trovare una vostra stellina,
Vi abbraccio 🧡
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Vivimi senza paura
RomanceLuce ha tutto ciò che una ragazza di diciannove anni dovrebbe avere: due genitori affettuosi e la possibilità di prendere posto al college, dove potrà inseguire il sogno di diventare una scrittrice. Purtroppo, qualche anno prima, qualcosa nella sua...