Capitolo 13

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Canzone: "Attention", Charlie Puth

L'anno scorso mia mamma mi ha regalato un vestito: "ne avrai bisogno prima o poi, vedrai" aveva detto sperando che qualcuno mi invitasse a un appuntamento fuori.

Ovviamente nessuno voleva uscire con me, se non per saltarmi addosso per valutare se fossi davvero come nella foto che circolava in giro per colpa di John.

È un abito lungo appena sopra le ginocchia, nero senza spalline e con dei fiori bianchi qui e là.

«Non pensi che sia esagerato?» chiedo rivolgendomi ad April.
«È bellissimo Lu, ti sta molto bene» sorride interrompendo il duro lavoro di farsi i boccoli.

«Grazie, vuoi una mano?» dico osservando la sua difficoltà nell'acconciarsi i capelli «Non mi so truccare, ma nelle pettinature sono un vero asso» ridacchio non appena noto la sua espressione un po' diffidente a riguardo.

«Ti considererò responsabile se mai mi si dovessero bruciare i capelli» scherza affidandomi la piastra.
«Sì, certo. Molto simpatica» le rispondo facendo una smorfia. Il risultato è uno dei migliori che abbia mai ottenuto e decido di replicarlo su di me.

Metto un po' di mascara sulle ciglia e una tinta nude sulle labbra: in fondo stiamo andando ad un aperitivo, non in discoteca.

Infilo i miei adorati stivali neri, mentre April opta per delle scarpe col tacco e devo ammettere che il complesso non è esagerato: è elegante con quel morbido vestito bianco, ma non troppo appariscente.

Non ho mai avuto molte borse, ho solo la pochette che ho portato alla festa e un bauletto di Michael Kors marrone scuro, che porterò oggi.

Il campanello suona puntuale alle sette in punto.
«Vado io» urlo a April, indaffarata a decidere quale rossetto mettere.

«Signorine, Ryan e Matt ci aspettano giù. Siete pronte?» dice Nathan sfoggiando un bel sorriso.
«Dì alla tua quasi fidanzata che un rossetto non è poi così importante» scherzo io facendogli spazio per entrare.

Prima che chiuda la porta, quella di fronte si apre. Aron esce dal suo appartamento con un borsone a tracolla e una tuta grigia addosso.

Non appena mi vede si immobilizza per un secondo, squadrandomi da capo a piedi e abbozza un sorrisetto dal lato destro della bocca.

Nathan e April mi raggiungono e, all'improvviso, Aron si incupisce.

«Ciao Aron» dice il mio amico avvicinandosi a lui. "Fa che non si prendano a pugni, fa che non si prendano a pugni", ripeto dentro di me.
«Ciao» risponde secco «Saluta Ryan da parte mia» ironizza appoggiandosi alla parete del corridoio.

«Con piacere» mi intrometto chiudendo la porta del mio appartamento. Non credo si aspettasse questa risposta da me, ma dal suo sguardo capisco che adesso ha altro a cui pensare anziché pensare a un modo per replicare.

«Se vuoi scusarci» Nathan ci indica le scale per scendere e uscire dal palazzo. Io e April lo seguiamo, mentre Aron rimane fermo davanti alla sua porta.

Mi volto a guardarlo, c'è qualcosa che lo preoccupa e avrei voluto non essere così fredda. Ma, dopotutto, è sempre stato lui a comportarsi male con me, non vedo perché dovrei cambiare atteggiamento nei suoi confronti.

Prima che inizi a scendere le scale, con le labbra mima un "sei carina", facendomi arrossire di colpo.

Capisco che lo ha notato perché gli scappa un sorriso, poi si ricompone e mi volta le spalle andandosene verso l'uscita sul retro.

Ha detto "sei carina" a me? Devo averlo immaginato, non avrebbe alcun senso. Ma non riesco a togliermi quella frase dalla testa: ecco di cosa sono capaci due semplici parole, riescono a scombinare tutto.

E l'avrei capito dallo sguardo se mi avesse presa in giro, ma so che non è così.

Scendo di corsa per raggiungere gli altri e Nathan mi sorride come se non fosse successo niente.

«Siete in ritardo» ridacchia Ryan al volante facendo finta di controllare l'orologio. Prima che riesca a trovare un'ottima scusa April interviene: «Stavo scegliendo il rossetto giusto» e mi strizza l'occhio. Le sorrido complice.

Matt fa per alzarsi dal sedile anteriore per lasciarmi il posto ma gli faccio cenno di no col capo: «Non preoccuparti, stai pure». Sul volto di Ryan leggo un'espressione dispiaciuta, ma non sono dell'umore per poter stare accanto a lui, non fino a che mi ronzano in testa le parole "sei carina" di Aron. E poi non vorrei che Matt si sentisse di troppo tra tutti noi.

Il bar è davvero molto carino e ben arredato, con un grande tendone trasparente che ci permette di stare fuori ma coperti dal freddo.

Controllo che Ryan prenda un analcolico, mentre gli altri due uno spritz e io e April un prosecco. Non sono mai stata un'amante dello spritz, non che ne abbia bevuti molti in vita mia.

Ma quando facevamo le cene di famiglia non poteva mancare e, seppur provassi ad assaggiarlo ogni volta, il sapore mi sembrava sempre troppo amaro.

Se c'è una cosa che amo, invece, è il buffet che ti servono per l'aperitivo: patatine, noccioline, olive e via dicendo.

Tutto procede per il verso giusto fino a che non vedo arrivare Christina, la ragazza della festa dai capelli rossi, e la sua amica bionda. Impossibile non notarci dato che il tono della voce dei ragazzi è alto e riconoscibilissimo: i loro passi si dirigono, infatti, proprio verso di noi.

«Ciao Nathan» dice la rossa passando una mano nei capelli di lui, il quale gliela toglie in meno di due secondi. Il viso di April assume una dura espressione, come se sia pronta ad affrontarla nel caso ci sia bisogno.

«Ciao Christina» la saluta con distacco «E Madison» si volta verso l'altra, facendo lo stesso. Ho scoperto anche come si chiama la biondina, un altro tassello aggiunto al puzzle.

Ryan e Matt rivolgono ad entrambe un minimo sorriso e poi tornano a sorseggiare la loro bevanda. Credo che sia Nathan al centro della loro attenzione... se solo capissi perché.

«Siete molto belli» continua Christina, ignorando me e April totalmente, come se non ci fossimo. Stringo la mano alla mia amica, avendo notato la sua voglia di intervenire.
«Che cosa volete?» ribatte Matt. Non mi sarei mai aspettata questo suo tono, è sempre stato un ragazzo gentile e pacato.

«Vi ho visti un po', come dire... annoiati» ridacchia Madison facendo un cenno col capo verso di noi.

«Io invece credo che la vostra vita sia noiosa» replica April alzandosi in piedi. Prima che possa scattare una rissa, Nathan si pone nel mezzo alle due: «Perché non ve ne andate?».

«Che dolce» sghignazza Christina «Saluta Aron e digli buona fortuna da parte mia».

Poi si voltano ed escono dal locale. Non appena sento pronunciare il nome di Aron mi irrigidisco. "Buona fortuna? E per cosa?", mi chiedo.

Avevo capito che c'era qualcosa che lo preoccupava, ma ora quella ad essere un po' in pensiero per lui sono io.

«Lasciatele stare» afferma Ryan ponendomi il suo braccio intorno alle spalle. Gli sorrido, come se in me vada tutto bene, ma non è così.

«Che cosa intendeva con "buona fortuna"?» chiedo rivolgendomi a Nathan. Prima di rispondermi, dà una rapida occhiata agli altri due e poi fa spallucce: «Credo si riferisca agli esami, ne dovrebbe avere uno a breve».

«E tu come fai a saperlo?» domando sempre più titubante.
«Siamo nello stesso corso» risponde secco e abbozza un sorriso forzato.

Non credo molto a questo e, fino a che Aron non me lo confermerà, rimarrò dell'idea che sta per cacciarsi in un guaio. Almeno un minimo ho capito come è fatto e so che non saranno gli esami a preoccuparlo data l'estrema facilità con cui ha dato un pugno o si comporta da duro.

Spero che questo aperitivo non vada troppo per le lunghe: la mia testa ora è altrove e so che fino a che non scoprirò cosa mi stanno nascondendo, non riuscirò a farmene una ragione.

Spazio autrice
Buona domenica ragazze! Come state?
Ditemi che non sono l'unica ad essere impazzita per il "sei carina" di Aron... lo vorrei abbracciare!!!
E quanto sono insopportabili Christina e Madison? Soprattutto, perché Christina sa sempre tutte quelle cose su Aron?
Spero vi piaccia questo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate ci tengo molto!
Un bacio 🧡

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora