Capitolo 38

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Canzone: "Pieces", Declan J Donovan

«Dovresti andare a dormire!» sbotta Aron cercando di chiudere la porta, ma prontamente lo blocco.

«No!» ribatto «Non me ne andrò a letto sapendo che tu sei tornato prima del previsto senza avvisarmi, che continui a litigare senza un apparente motivo e che sei sempre pieno di lividi sul volto» non ne posso più, odio quando le persone nascondono le cose, soprattutto se sono persone alle quali mi sono legata particolarmente.

«Non sono affari tuoi, Luce!» mi punta il dito contro digrignando i denti e tirando fuori di nuovo la parte arrogante e cattiva che ho conosciuto.

"È solo arrabbiato, lui non è così", continuo a ripetermelo nella testa per evitare di scoppiare a piangere.

«Sì, sono affari miei» grido facendo riecheggiare la voce nel corridoio, poco mi importa se si sveglieranno tutti «Sono stanca dei tuoi segreti, delle tue bugie. Tu mi nascondi qualcosa e io pretendo di sapere che cosa!».

«Pensi che sia un bugiardo? È questo quello che credi?!» domanda frustrato e mi trascina nel suo appartamento per contenere le mie urla.
«È questo quello che mi dimostri!» sono arrabbiata, confusa. Non capisco più cosa sia vero e cosa no.

«Se è così allora è meglio che tu te ne vada» dai suoi occhi non traspare un briciolo di sentimento, sono freddi come il ghiaccio. I lineamenti sul suo volto sono duri e le labbra spezzate.

Non posso credere che l'abbia detto veramente. Non dopo tutto quello che abbiamo passato.
«Stai dicendo sul serio?» chiedo con la voce rotta. "Trattieni le lacrime, Luce", una vocina nella mia testa continua a ripetermi di essere forte.

«Lo faccio per il tuo bene» leggo un velo di amarezza nelle sue parole «È meglio così» conclude riacquistando un certo tono.
«Io voglio aiutarti, Aron» dico calmandomi.

Se non lo conoscessi un pochino direi che è seriamente impazzito, ma c'è qualcosa che lo preoccupa e non voglio che mi allontani per questo. All'improvviso tutta la rabbia sparisce e lascia il posto alla tristezza.

«Lascia che ti stia vicino» sussurro avvicinandomi a lui, ma prontamente si scosta.
«Io non» mormora abbassando lo sguardo, poi fa un grande respiro e torna a fissarmi «Non voglio che tu mi stia vicino».

Come può farmi questo? Come? Dopo che siamo stati al luna park, abbiamo passato settimane in cui sembravamo la coppia perfetta. Dopo che abbiamo passato il San Valentino alle cascate del Niagara e abbiamo fatto l'amore.

Come si può cancellare tutto questo da un giorno all'altro? Vorrei che mi insegnasse, almeno riuscirei a non lasciare che il dolore mi travolga, che mi trascini giù e ancora più giù fino a sprofondare.

Non riesco a trattenere le lacrime che escono e rigano le mie guance. Bruciano.

«Sono stata una stupida a pensare che tu potessi essere diverso. E invece sei esattamente come tutti ti dipingono!» ribatto con gli occhi spenti e sbatto la porta alle mie spalle senza dargli il tempo di rispondere.

Torno nel mio appartamento con le gambe che tremano e il corpo percosso da brividi. Non so con quale forza mi infilo sotto le coperte e le lacrime bagnano il cuscino.

«Lu, che succede?» April apre gli occhi piano piano, ma non credo riesca a vedere che sto piangendo dato che è buio.

«Niente...» tento di rispondere con un tono di voce normale, ma non riesco a soffocare del tutto un singhiozzo.

«Niente? Luce tu stai piangendo!» si siede di scatto sul letto e accende la piccola lampadina sul comodino «Cosa diavolo è successo?» domanda preoccupata raccogliendo un fazzolettino dal cassetto accanto a lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 23, 2020 ⏰

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