Canzone: "Sogni appesi", Ultimo
Restiamo immobili, in silenzio, ad ascoltare il rumore dell'acqua proprio di fronte a noi. Mai avrei pensato un panorama così bello, tra le braccia di Aron.
Il cielo è azzurro e le chiome degli alberi si stagliano all'orizzonte. Una brezza leggera scompiglia un po' i miei capelli e mi sento di chiudere gli occhi.
Lascio che questo momento si ancori bene nella mia anima, che si imprima nel cuore. Io qui, sorridente come una bambina, racchiusa tra lo scrosciare delle cascate e il profumo di Aron.
Credo che mai nessuno sarà in grado di cancellare questo ricordo, comunque vadano le cose tra noi due.
Mi volto verso Aron appoggiando la schiena alla staccionata di legno, apparentemente fragile ma salda al terreno. Lui mi scosta i capelli dal viso, nascondendone una ciocca dietro l'orecchio e mi stampa un bacio delicato. Poi torna a guardarmi sorridendo.
La luce del sole mette in risalto i suoi lineamenti, gli zigomi esposti, le labbra rosee e carnose. Gli occhi non sono più solo grigi, ma presentano delle linee azzurre come l'acqua di queste cascate.
Mi rendo conto di avere tra le mani la cosa più bella che potesse capitarmi e l'assurdo è che non ho mai cercato tutto questo. È arrivato, all'improvviso.
E io l'ho scelto, ho scelto l'inaspettato, ho scelto di essere felice. Mi sono concessa un'altra opportunità.
Tuttavia, se da un lato penso che sia meraviglioso, dall'altro mi suscita paura: mi sento fragile, che potrei frantumarmi in mille pezzi con una sola parola sbagliata.
Ho esposto i miei sentimenti, li ho messi nelle mani di una persona. Anzi, ho messo me stessa nelle sue mani. E non so per quanto ancora continueranno ad accarezzarmi, anziché soffocarmi.
«Va tutto bene?» la sua voce profonda mi risveglia dai miei pensieri. Mi faccio forza per trattenere le lacrime che erano pronte a fuoriuscire.
«Sì, tutto bene» annuisco accennando un sorriso «Tu c'eri mai stato qui?».
«Vuoi sapere se ci sono mai stato con qualcun'altra?» sorride meritandosi una spintarella da parte mia «Be', a dire la verità sì». I suoi occhi sembrano spegnersi, assume un'espressione cupa, triste.
«Aron io... non volevo» sussurro sentendomi in colpa nel vederlo così. Dev'essere qualcosa che lo fa soffrire molto e non è mia intenzione riportare a galla il suo dolore.
«Non preoccuparti» fa un grande respiro e tenta di mascherare il suo dispiacere «Sono felice di averti portata qui».
Gli do un grande bacio sulla guancia e lo abbraccio mettendomi in punta di piedi. Vorrei solo che sapesse che sono qui per ascoltarlo, per consolarlo. Qualsiasi cosa sia.
Dopo qualche minuto passato in silenzio, Aron afferra la mia mano e mi porta in un piccolo prato nascosto, a due passi dal luogo in cui eravamo.
Di fronte a noi le cascate si possono ammirare da un'altra visuale e tutt'intorno degli abeti di un verde acceso. Qui si respira un'atmosfera tranquilla e si può persino ascoltare il canto degli uccellini.
Ci sediamo sull'erba rigogliosa e Aron sfila due sigarette.
«Sai, io e mia madre venivamo sempre qui» prende l'accendino e lo avvicina alla bocca «Era il nostro posto».
«Non devi raccontarmelo se non vuoi» dico sentendomi stupida ad aver solo pensato che ci avesse portato un'altra ragazza prima di me.
«È questo il punto, Luce. Io voglio raccontartelo, credo che sia arrivato il momento» fa un grande respiro «Mi farebbe sentire meglio».
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Vivimi senza paura
RomanceLuce ha tutto ciò che una ragazza di diciannove anni dovrebbe avere: due genitori affettuosi e la possibilità di prendere posto al college, dove potrà inseguire il sogno di diventare una scrittrice. Purtroppo, qualche anno prima, qualcosa nella sua...