Capitolo 18

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Canzone: "Chasing cars", Snow Patrol

Ieri ho mangiato l'impossibile: patatine, carne varia alla brace, verdure grigliate, lasagne al pesto, crostini misti e molto, molto altro.

Ho vinto alla tombola un paio di volte e la nonna ci ha stracciato a carte, come sempre.

Ci ha raccontato del suo viaggio in Tanzania, "un posto bellissimo", lo ha definito, e detto da lei, è tutto dire.

Abbiamo iniziato la saga di Harry Potter, come ogni Natale, la mia preferita; ma siamo riusciti a guardare solo i primi tre film. "Sarà la prima che farò vedere a mio o mia nipote", ho esclamato accarezzando la pancia di tre mesi di Avery e lei ne era felicissima.

Purtroppo lei e Michael sono dovuti tornare a casa, dal momento in cui passeranno il venticinque dai genitori di lei.

Così siamo rimasti solo io, i miei e mia nonna. Mi aspetta un altro super pranzo e la visione degli altri film di Harry Potter: cosa potrei volere di più?

Appena alzata, faccio colazione con un cornetto al cioccolato e fragole che mio papà è andato a comprarmi stamani mentre dormivo.

«È il mio preferito, ti ringrazio». Lui annuisce felice e compiaciuto. Dopodiché do ad entrambi il mio regalo, mentre a quello per la nonna ci hanno pensato loro da parte di tutti e tre.

Alla mamma ho regalato un paio di orecchini che le piacciono tanto, mentre a mio papà un orologio vintage da taschino: ha sempre desiderato averne uno.

«Oh tesoro, non dovevi» dice lei indossandoli immediatamente e dandomi tremila baci.
«È bellissimo piccola, grazie» lui dolcemente mi abbraccia e io mi lascio andare tra il calore delle sue braccia.

Alla nonna hanno comprato un set di candele profumate, dato che ne va pazza e fa la collezione degli aromi.

«Ecco, tieni Lu» hanno esclamato in coro porgendomi un grande pacco.
«Un regalo? Ma ne ho già ricevuti fin troppi quest'anno» non mi aspettavo di riceverne uno, ma conoscendo la testardaggine di mia madre avrei dovuto.

È davvero pesante e quasi non riesco a tenerlo in mano. Lo appoggio sul tavolo e inizio a scartarlo delicatamente, lo apro e rimango senza parole: è una vecchia macchina da scrivere e, per di più, funzionante.

«È bellissima, veramente bellissima» sono così emozionata che mi scende una lacrima sul viso «Grazie, grazie e ancora grazie. Vi voglio bene» li abbraccio tutti e tre, convinta più che mai di avere accanto la famiglia migliore del mondo.

Purtroppo è arrivata l'ora di tornare al Buffalo College: sono le undici e, se voglio raggiungere l'appartamento sana e salva, sarò costretta a rimandare la visione dei "doni della morte" a un altro giorno.

Raccolgo il mio zaino da terra e la scatola di cartone in cui ho posto la macchina da scrivere.

«Credo di aver preso tutto» dico chiudendo il bagagliaio «Vi scriverò non appena arriverò».
«Vai piano amore» mia mamma mi accarezza il viso «E stai attenta per strada». Mi era mancato il suo istinto materno.

«Ci vediamo presto Lu» mi saluta mio papà dandomi un bacio sulla fronte. Partirà a inizio febbraio, perciò avrà modo di tornare a trovarmi prima di andarsene.

«Divertiti tesorino. E ricordati che la nonna ti vuole bene» la abbraccio forte consapevole che la rivedrò tra un bel po' di tempo.

Salgo in macchina e infilo le chiavi. Li guardo e li saluto ancora una volta prima di ingranare la marcia, poi schiaccio il piede sull'acceleratore.

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora