Capitolo 29

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Canzone: "Cin cin", Alfa & Yanomi

Io e Aron ci siamo visti per tutta la settimana, tranne che per due giorni perché doveva andare fuori città.

Non mi ha spiegato il motivo, ma non ho voluto nemmeno chiederlo. Non voglio passare dalla ragazza gelosa, anche perché non lo sono neanche.

E sicuramente avrà avuto le sue ragioni: forse doveva andare a trovare la sua famiglia o forse doveva svolgere delle commissioni.

Tra noi il rapporto si è intensificato tantissimo, cosa che non credevo minimamente possibile. Ho passato giornate interne ad ascoltarlo parlare, ci siamo scambiati baci passionali o a volte anche solo per il gusto di darli.

Ho potuto abbracciarlo quando ne sentivo il bisogno, gli ho fatto ascoltare la musica che piace a me, anche se non sono riuscita a fargliela piacere.

Ogni maglione che ho nell'armadio profuma di lui e adoro annusarli quando li ho addosso.

È come averlo con me, sempre.

Oggi i miei genitori verranno a trovarmi, dato che domani mio padre partirà per l'Europa. Ho proposto ad April di pranzare con noi e lei è felicissima.

Quando li ha conosciuti per la prima volta ha espresso il desiderio di voler stare con loro altre volte: "sono molto simpatici" ha detto con un sorriso "e sanno tanto di una famiglia vera".

Mi è dispiaciuto vederla triste e le ho promesso che l'avrei portata con me quando sarei andata a trovarli (o viceversa).

Non so cosa possa provare perché, per fortuna, i miei non sono divorziati. Anzi, si amano più che mai.

Tuttavia, posso immaginare cosa significhi trovarsi a tavola con entrambi piuttosto che con uno solo. Non dev'essere affatto semplice sopportare un divorzio, soffrire e veder soffrire, affrontare cambiamenti improvvisi, pensare che il "vissero per sempre felici e contenti" non è sempre vero.

Comunque, andremo a mangiare in un ristorante in centro, vicino al bar dove eravamo state a fare colazione. Ovviamente l'idea è stata di April e i miei erano entusiasti di seguire il consiglio.

Sento bussare alla porta e corro ad aprire, mentre finisco di stringere la cintura in vita.

«Tesoro mio!» l'inconfondibile voce di mia madre risuona non solo nel mio appartamento, ma nell'intero pianerottolo.

Aron sarà alla porta ad osservare la scena e starà ridendo, è sicuro. Due giorni fa gli avevo accennato che sarebbero venuti.

«Mamma!» la abbraccio «Come stai?» mi scanso per farla entrare e salutare mio padre.
«Papà, ciao!» dico contenta di vederlo. Chiude la porta alle sue spalle e mi stampa un caloroso bacio sulla fronte, tipico suo.

Quello che mi manca ogni giorno la mattina quando mi sveglio. Quello che mi manca la sera prima di andare a dormire.

«Piccola Lu, sei bellissima» sorride. Non vedevo l'ora di risentire queste parole.
«Anche tu, papà». Mi volto e vedo April che abbraccia mia madre, probabilmente molto più felice di lei di rivederla... conoscendola.

«Ma guarda che bel vestitino» dice rivolgendosi alla mia amica «Dovresti comprartene uno anche te».
«Non sai quante volte ci ho provato, ma niente da fare» ridacchia la mia coinquilina.

«Avete finito questo complotto voi due?» sbuffo cercando aiuto da mio padre, che si limita a farmi l'occhiolino divertito.
«Su andiamo, o faremo tardi» affermo prendendo le chiavi dell'appartamento dalla mensola.

Faccio uscire tutti prima di me e poi chiudo la porta. Fortuna che oggi non devo guidare ed è tutto nelle mani di mio papà, che impara le strade alla velocità della luce.

Vivimi senza pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora