Limen vuol dire soglia ed è facile confonderlo con limes, che significa confine, proprio com'è facile sovrapporre i due concetti, anche se sono diametralmente opposti.
La soglia è qualcosa da varcare, il confine è qualcosa da non attraversare, se no...
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Il tempo non fa altro che confermarmi quanto l'umanità, attraverso le epoche, sia sempre la stessa. Può sembrare un'osservazione banale ma sono convinto che, nonostante il progresso e il regresso che si susseguono ciclicamente, in fondo, il pensiero dell'uomo sia sempre incastrato nei medesimi meccanismi. E questo lo dimostra il fatto che alcuni temi come il rapporto tra arte e vita, realtà e finzione ed essere e apparire ci abbiano sempre affascinato, sin dal principio, e continuino a farlo.
Tutti i più grandi filosofi e artisti, infatti, almeno una volta, hanno analizzato l'argomento: da Aristotele, che parlava di Mimesis, cioè di imitazione dell'arte rispetto alla vita, fino ad Oscar Wilde, che diceva: La vita imita l'arte più di quanto l'arte imiti la vita.
Potrei continuare all'infinito ma non servirebbe perché, per quanto ami la filosofia e tutte le sue ripercussioni sull'animo umano, ora come ora non varrebbe la pena di ricordare tutte le citazioni a riguardo. Quello che posso fare, pur sapendo di non essere un filosofo, è dare un mio personalissimo parere sul fatto che le suddette grandi personalità abbiano formulato teorie e scritto libri sull'argomento: tutte cazzate. Tutte grandi, enormi, gigantesche, cazzate.
Sicuramente, chiunque abbia scritto o pensato frasi del genere non sapeva sul serio, di cosa stesse parlando.
Per quanto mi riguarda, la vita, la mia vita, era completamente scissa dall'arte: questi due universi avevano in comune solo il mio corpo, messo al servizio di quest'ultima. Il mio corpo e nient'altro.
Sono un attore praticamente da sempre, perciò sapevo bene cosa fosse la finzione e cosa fosse la realtà. Riuscivo sempre a distinguere nettamente il confine di questi due mondi paralleli e non superarlo mai: ci riuscivo ad occhi chiusi, senza il minimo margine d'errore.
Mai, mai nessuno mi aveva messo in difficoltà a questo proposito, assolutamente nessuno. E avevo la convinzione che sarebbe stato così per sempre. Ma solo perché non avevo ancora incontrato lei.
Perciò, prima che questa storia cominciasse, io avevo una personale, e pertanto certamente contestabile, concezione dell'arte che, tuttavia, non ero mai stato costretto a mettere in discussione, finché, a trent'anni, mi sono ritrovato a doverlo fare e solo perché lei è entrata nella mia vita.
Non credevo potesse accadere, non pensavo che lei potesse insinuare in me il dubbio e che mi convincesse a varcare confini oltre i quali non mi ero mai spinto; non immaginavo che potessimo rovinarci con le nostre stesse mani, ma è successo.
Ho cercato di capire il perché, di riformulare la mia visione a riguardo, ma sto ancora cercando una risposta.
Quello che per ora posso dire è che, alla luce di quanto è accaduto, tra i tanti che si sono espressi in merito, forse adesso sono d'accordo con Picasso:
L'arte è una menzogna che ci consente di riconoscere la verità.
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- La verità, dice? La verità... Vede, la verità... La verità è che io ho vissuto una bellissima bugia. -
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