~ Viaggio ~

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La risata isterica di Vivian riempie l'abitacolo della macchina a noleggio, mentre sfrecciamo in direzione del centro

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La risata isterica di Vivian riempie l'abitacolo della macchina a noleggio, mentre sfrecciamo in direzione del centro.

- Porca Sonia! Non ci credo! Mi avete sentita!? -

- Ti ha sentito tutta Paradiseville, Scheggia -

La guardo ridere ancora dallo specchietto retrovisore e sono felice di vederla così.

- Oh, scusa se ho infranto la promessa, Ben, ma... -

- Se l'è meritate tutte, se posso dire la mia - la interrompo e mentre Ben mi dà ragione, lei annuisce, ma senza guardarmi.

In questo posto che sembra uscito da una cartolina anni Sessanta, tutti notano un auto sconosciuta e già di per sé vistosa, infatti, mi sento moltissimi sguardi addosso, eccetto uno: quello di V. Da quando siamo usciti da quella casa, non mi ha guardato nemmeno per sbaglio, nemmeno adesso che le ho chiesto se anche per lei andava bene fermarci a mangiare al Diner che ha proposto Ben.

Il piccolo locale dove siamo arrivati è nello stesso stile della cittadina: potrebbero girarci un episodio di Happy Days, visti il jukebox, i tavoli dai bordi arrotondati, i divanetti in pelle rossi ed il pavimento a scacchi bianchi e neri. E anch'io sono perfettamente in tema, con questo giubbotto: deve pensarlo anche la cameriera - Ben, tesoro, il solito hamburger per te e tua sorella. E tu, Fonzie? Hai bisogno di dare ancora uno sguardo al menu o vuoi ordinare? -

Sorrido e dico che andrà benissimo quello che hanno preso loro.

L'anziana donna ricambia il sorriso e ci lascia soli. Dal tavolo che abbiamo occupato vicino alla vetrata, si vede il marciapiede dove Vivian sta parlando al telefono con Margaret e, dato che i passanti si girano a guardarla, o devono averla riconosciuta oppure sta urlando come sembra.

Sono contento abbia reagito.
Non so come abbia potuto sopportare tutto per anni! Dev'essere stato grazie a Ben.

- È grazie a te se adesso sta sorridendo, sai? - dice lui all'improvviso, quasi come se avesse sentito il mio ragionamento e volesse precisare il contrario.

- No, Ben. È lei che quando vuole è una forza della natura - replico, continuando a guardarla ridere al cellulare.

-  Tu la sproni -

- Lei dice che è merito tuo, se è diventata quello che è adesso -

Ben scuote la testa, ricordandomi tantissimo lei - Forse sarebbe più corretto dire che è colpa mia.
Io ho sempre tentato di dissuaderla dal rispondere: tu la incoraggi. Ti ho visto, vi ho visto. È merito tuo e di come la fai sentire tu -

Vivian sta raccontando proprio tutto a Margaret, ho letto il labiale e ho captato 'stronza' e 'vaffanculo'; la signora che le è passata accanto, invece, deve aver pensato che si stesse riferendo a lei, a giudicare dall'occhiataccia che le ha riservato prima di fermarsi per chiederle spiegazioni.

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