~ Eroe ~

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- Mi porti da Rinaldi's? - lo prendo in giro e lui mima un no con la testa

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- Mi porti da Rinaldi's? - lo prendo in giro e lui mima un no con la testa.
In macchina, verso una destinazione di cui non vuole farmi parola, continuiamo a chiacchierare di cinema per un po', finché lui non chiede - Spiegami quella cosa della serie di fattori che ti hanno portato ad essere un'attrice. Sono curioso -

- Però... - comincio con la mia raccomandazione, ma lui mi anticipa.

- Non lo dirò a nessuno. Promesso -

Annuisco, le mani passano fra i capelli e poi comincio.

- Quando ruppi il naso a Sonia, smisi di nuovo di parlare. Nessuno voleva ascoltare le mie motivazioni e così... andai in silenzio stampa. Fino a quando, un giorno a pranzo, lei cominciò a declamare dei pensieri su Scott Doyle che io riconobbi come miei. Stava recitando stralci del mio diario personale. Perciò, davanti a tutta la scuola, interruppi il mio silenzio e le dissi così tante parolacce che mi vergogno anche solo a pensare, adesso.
Ovviamente finimmo entrambe nell'ufficio del preside e quando ci furono assegnate le punizioni, fu Sonia stessa a suggerire la mia -

- Che stronza - Sky continua a guidare, guardando la strada con un'espressione nauseata - E l'hanno anche ascoltata!? E soprattutto perché leggere il tuo diario? -

- Scott piaceva anche a lei e sa essere molto persuasiva, credimi: da fare invidia a Goebbels e alla sua propaganda nazista -

Mi guarda di sottecchi, con un sorriso e uno sbuffo dal naso - Mi sto immaginando una ragazza in alta uniforme del Terzo Reich -

- Guarda che non sei lontano dalla verità: potrebbe essere stata tranquillamente a capo delle SS, per quanto è perfida. Comunque, Sonia suggerì che andassi in punizione dalla signorina Tomminson, l'insegnante di teatro. Sapeva quanto odiassi parlare in pubblico ed io per prima pensavo sarebbe stata una tragedia, ma poi, a fine anno, recitai nella compagnia teatrale della scuola -

- Shakespeare? - chiede, con il tono di chi sa già di aver ragione.

- Proprio lui -

- Perciò, se non tentenni lo devi al caro William? - domanda, mentre ci avviciniamo al centro.

- A lui e ad Eminem -

- Io lo dico che sei strana! -

Scrollo le spalle - Lo vuoi sentire o no, il resto della storia, Sky Moore!? -

- Pendo dalle tue labbra -

Porca Sonia, meglio che non lo guardi, perché lo sto immaginando con le sue labbra attaccate alle mie e non è il caso.
No, non lo è per niente.

- Terra chiama Vivian -

Oh! Una Vivianata! Ci mancava.

- Oh, sì, eccomi. Dicevo: l'unico con cui parlavo a casa era Ben e a scuola con la professoressa, ovviamente. Ma, per quanto amassi fare teatro e sul palcoscenico fossi inspiegabilmente a mio agio quando recitavo, avevo paura che alla prima avrei fatto scena muta o, peggio ancora, che avrei tentennato davanti a tutti.
Così, Ben mi propose di ascoltare Eminem e di imparare i testi delle canzoni a memoria. Diceva che se fossi riuscita a cantare quelle, la mia lingua non mi avrebbe dato più problemi -

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