~ Famiglia ~

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Non tornare a casa è stata un'idea ragionevole

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Non tornare a casa è stata un'idea ragionevole.
Ho bisogno di stare un po' da sola, di staccare un istante e, almeno questo, la Fortuna me lo ha concesso. Domani George ha un impegno, quindi non possiamo girare. Poi ci sono sabato e domenica e la settimana di festa per il Ringraziamento. Se ne avessi avuto la possibilità sarei andata a trovare Margaret, ma lo abbiamo saputo all'ultimo momento, senza contare che sono una poveraccia, quindi niente settimana in famiglia.
Dicevo?
Ah, sì, che non mi va di vederlo. Né di respirare la sua stessa aria, né di mangiarci insieme, nemmeno di parlarci.
Perché prima di rivrderlo devo avere rispetto per me stessa, devo riuscire a non dargliela vinta ogni volta, se non ha le idee chiare.
E mi ha detto chiaramente che non le ha.
Non voglio stare con lui per questo e perché se lo vedessi finirei per ripensare al suo bacio, al suo profumo da spaccone e al fatto che avrei preferito che l'iniziativa l'avesse presa fuori dal set.
È sempre il solito idiota.

- Triste? -

Ty mi ha prestato una sua tuta, abbiamo fatto un po' di esercizi qui in camera e adesso stiamo approfittando della freschezza del marmo a contatto con la pelle per riprendere fiato.

- Delusa, Ty. Non credevo fosse così... -

- Impacciato? -

- Non so se impacciato è il temine corretto, quando vuole non lo è affatto. Magari è colpa mia, devo aver frainteso i suoi comportamenti. Sai, fra la partita, la cena, le passeggiate... credevo che quello fosse il vero Sky, ma a questo punto non lo so più -

- Non mi ha detto niente - Ty si volta verso di me e mi tende la mano per confortarmi.

- Sa che parlo con te. Mi dispiace, vi sto un po' allontanando -

- Ah! Non dire stronzate, Gioia! Lui ha Spencer, ha Turner. E quando avrà l'acqua alla gola verrà da me, come sempre! Ed io gli dirò che è uno stupido, ma solo perché potrebbe fraintendere l'accezione che voglio dare a stronzo -

- Basta - dico dopo aver riso - Non voglio più pensare a Sky Moore, per oggi. Idee? -

Ty scatta in piedi e annuisce, poi mi tende di nuovo la mano per farmi alzare - Se vuoi possiamo adottare il metodo Isabela Santos, Gioia -

- Chi è? Un'influencer che segui? -

Ty mi sorride e agita l'indice in aria mimando un no; i bracciali scintillano nella luce del tramonto che filtra in camera ed io sorrido di rimando, anche se la sensazione di aver fatto una Vivianata è davvero molto forte.

- Era mia madre -

E infatti. Porca Sonia.

- Scu-scusami Ty! I-io non volevo... -

- Ma smettila, Gioia! Le saresti piaciuta e sono sicura che sta ridendo, adesso. Comunque vuoi conoscere questo segreto di famiglia!? -

Annuisco, anche se mi sento ancora un po' a disagio, ma Ty mi sorride e comincia - Quando mia madre era triste, diceva che niente era più liberatorio di un pianto. Solitamente il motivo della sua tristezza era mio padre: non riusciva a perdonargli il modo in cui l'aveva trattata, il fatto che stessi crescendo senza di lui, ma mia madre era anche molto orgogliosa, per ammettere di essere triste per un uomo. Tipo una certa persona di cui non faccio il nome - lascia la frase in sospeso e poi, il colpo di tosse che la scuote assomiglia incredibilmente a Vivian Lewis - e che è venuta qui per non pensare ad uno che si chiama Sky -

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