~ Sfortuna ~

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Ci sono quei momenti in cui, a fine giornata, ti fermi e pensi che, tutto sommato, quello appena vissuto è un giorno positivo

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Ci sono quei momenti in cui, a fine giornata, ti fermi e pensi che, tutto sommato, quello appena vissuto è un giorno positivo.

Oggi ho stipulato un contratto, non ufficiale, ma è quasi fatta, con uno dei cantanti più famosi nel panorama musicale moderno per cantare e realizzare un video con lui; ho posato per una delle fotografe più apprezzate nell'ambiente e mi sono divertita lavorando, che penso sia una delle cose più belle che possano capitare; sono uscita viva da un'intervista per un magazine popolare e, infine, pare che la mia cotta storica abbia deciso di comportarsi decentemente, in base al complicato meccanismo secondo cui 'se ti respingo, allora ti invoglio a fare sul serio', o, almeno, spero che lui l'abbia inteso così e non che abbia considerato la faccenda come una sfida da vincere.

Viaggi mentali a parte, ero in camera a considerare positiva la giornata vissuta, per l'appunto,  anche dopo che Marcus mi ha chiamata per inviarmi a cena fuori o a passare nel suo locale, invito che ho rifiutato perché sono stanca, ufficialmente.

Dicevo: ero felice, pensando alla mia giornata, alle parole che Rob mi ripeteva sempre per incoraggiarmi e agli stivaletti rossi che, anche se non esistono più, un residuo di Fortuna devono avermelo lasciato.
Ero felice, finché non ho risposto automaticamente ad un'altra telefonata, facendo il madornale errore di non guardare lo schermo col nome del contatto che mi stava chiamando.

Ho cercato di spiegare a Sky perché sto piangendo come un'idiota, ma non riesco a smettere e il risultato sono frasi mozze e senza alcun senso.
In più, la situazione è peggiorata quando mi ha abbracciata: mi sono sentita ancora più patetica.

'Non ce la faccio' è stata l'unica frase che sono riuscita a formulare, poi non ricordo altro.
Solo che lui mi accarezzava i capelli e cercava di rincuorarmi - Ci sono io. Sono con te, V. Qualunque sia il problema -

- PORCA SONIA! -

Quando apro gli occhi, vedo i miei capelli ormai ridotti a degli orribili filamenti scomposti, ma il vero danno è la maglietta di Sky: da bianca che era, adesso è praticamente una sorta di quadro astratto, in cui predominano i toni del nero, grazie mascara, e del rosa caldo, grazie blush, fondotinta e tutto ciò che non ho fatto in tempo a togliermi.

- Buongiorno anche a te! Non mi hai palpato, sta' tranquilla. Che c'è? - chiede con la voce impastata e ancora con gli occhi chiusi.

- È... è nuova la... la maglietta? -

- Sì. L'ho messa ieri per la prima volta - speriamo che la trama del tessuto non sia troppo fitta - Perché? -

Non mi dà il tempo di rispondere, perché sospira e apre gli occhi. Io sono già seduta e l'osservo dall'alto, mentre lui guarda prima me e poi alza un lembo della stoffa all'altezza dei pettorali d'acciaio, che devono essere stati il mio cuscino per la notte.

- Mi... mi dispiace -

- V, è una maglietta, che vuoi che m'importi - continua mettendosi a sedere e sfilandosela, per poi ripiombare sul materasso e richiudere gli occhi.

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