I segreti.
Sono pericolosi, i segreti.
E non parlo delle piccole cose che i figli nascondono ai genitori, o dei segreti che le adolescenti scrivono nei loro diari.
Parlo dei Segreti con la S maiuscola.
Quelli si, quelli sono pericolosi.
Perché se custodisci qualcosa con la massima attenzione e gelosia, incentrando tutta la tua esistenza sul mantenimento della segretezza, quel qualcosa dev'essere per forza importante.
Importante e orribile.Certo, "orribile" è una parola complicata.
Per qualcuno "orribile" è un ragnetto che si arrampica sulla parete vicino al letto.
E in effetti il segreto di Andrea non era poi così grave.
Lui era convinto che se qualcuno lo fosse venuto a sapere gli avrebbe rovinato la vita, ma ovviamente quando si è coinvolti in qualcosa in prima persona si tende a ingigantire le cose.E così il suo segreto rimaneva nascosto, celato in un angolo della sua mente, senza però passare inosservato.
Lo stava divorando dall'interno, distruggendolo giorno dopo giorno.
Di dirlo a qualcuno non se ne parlava proprio, piuttosto la morte.Era quindi costretto a vivere nella costante angoscia che qualcuno venisse a saperlo, perché secondo lui nessuno lo avrebbe capito, non era giusto, non era normale, o almeno non lo era nell'ambiente i cui viveva, né lo sarebbe mai stato.
Nessuno sapeva, ma tutti si erano accorti che qualcosa non andava in lui.
E così, per paura di cedere all'insistenza dei suoi amici, si era chiuso a riccio, isolandosi completamente e rimanendo totalmente e spaventosamente solo.
C'era solo un'eccezione a questa sua categorica solitudine, che poi era anche la fonte di tutti i suoi guai.Ebbene sì, nonostante tutti i suoi sforzi, non era riuscito ad allontanare lui.
Come poteva?
Come poteva privarsi di quegli occhi di un azzurro gelido, quella carnagione chiara, quelle labbra sottili, quel corpo da paura?
E soprattutto, come poteva privarsi dei suoi sorrisi, dei suoi silenzi, della sua dolcezza, della sua forza, delle sue debolezze, delle sue paure, dell sue contraddizioni?
Come poteva privarsi di lui?
Semplicemente non poteva.
Eppure, nonostante ne fosse orribilmente dipendente, la sua vicinanza lo faceva stare più male che bene.
Lui sapeva, lui capiva, lui sapeva leggergli dentro meglio di chiunque altro.
Non sapeva in cosa consistesse il suo segreto, ma sapeva che c'era, e questo era già più di quanto avrebbe dovuto permettere.
Avrebbe dovuto allontanarlo molto prima, perché tutta quella situazione era solo dannosa, lo sapeva, gli avrebbe fatto male e basta, ma non ci era riuscito.
Non era riuscito a guardare in quegli occhi grandi, che lo fissavano preoccupati e tristi, e dire la semplice frase "non possiamo più essere amici".
Era già stato abbastanza doloroso dirlo a tutti gli altri, i loro sguardi feriti erano e sarebbero per sempre rimasti impressi a fuoco nella sua mente e nella sua coscienza.
Ma ferire lui, no, non se ne parlava.
Non ci sarebbe mai riuscito.E la cosa peggiore era che sapeva di essere contento di non esserci riuscito.
Lo sapeva, e ne soffriva.
Credeva fosse incredibilmente egoistico adorare il fatto che lui fosse rimasto al suo fianco, nonostante tutto, avvertiva un lacerante senso di colpa nel sentire dentro di sé che non gli importava della sofferenza, non gli importava più nulla, voleva solo averlo vicino.E così passavano i mesi, addirittura gli anni, e Andrea si manteneva fermo sull'orlo del baratro, costantemente sul punto di cadere, sorretto dalla sua ultima speranza di salvezza, che poi era anche il baratro stesso.
Andrea era ancora deciso a mantenere il silenzio, a non svelare mai quel profondissimo segreto, nonostante svariate volte lui si fosse dimostrato degno di fiducia.
In fondo, si diceva, quel modo di vivere non era neanche malaccio.
Aveva lui al suo fianco, anche se non come avrebbe desiderato, ma andava bene.
Pensava di avere davanti tutta una vita da passare con lui, quindi si diceva che era del tutto inutile rovinare quella bella prospettiva vuotando il sacco proprio in quel momento.
STAI LEGGENDO
Raccolta di oneshot Camperkiller
FanfictionIl titolo è abbastanza autoesplicativo, direi. Non so che altro dire, quindi vi lascio a questa raccolta di folli e brevi racconti che la mia mente partorisce solitamente verso le 3:00 di notte, quando faccio tutto tranne che dormire. Spero che vi p...