5 minuti.
Avete idea di quanti siano 5 minuti?
Il tempo ci prende in giro, si fa beffe di noi.
Il tempo è soggettivo.
5 minuti sono tantissimi per un bambino che aspetta di uscire da scuola, pochissimi per un condannato a morte che aspetta nella sua cella.
Sono tantissimi per una madre che attende con ansia il ritorno del figlio, pochissimi per il figlio in questione, in ritardo, appunto, di "soli" cinque minuti.Comunque sia, per Giovanni 5 minuti erano tantissimi e pochissimi.
Mentre si faceva largo tra la folla a suon di spintoni, quella specie di timer continuava a ripetersi nella sua testa.
5:00. 4:59. 4:58. 4:57...
Sembrava che fosse pochissimo tempo, eppure gli sembrava che lo stesso tempo passasse a rallentatore.Dio, perché Trento era così affollata?
Perché non erano tutti a casa a pregare di essere ancora vivi da lì a sei minuti?
Forza, Giovanni. Solo quattro minuti e mezzo.
Doveva trovarlo. Doveva assolutamente trovarlo.
Non poteva accettare che tutto finisse così, senza mai averlo rivisto.
Era impensabile.E mentre il panico della folla cresceva, Giovanni cedette alla tentazione che lo aveva preso sin da subito, ma a cui aveva resistito fino a quel momento: guardò in alto.
Quello che vide lo pietrificò.
Un'enorme sfera infuocata si faceva più vicina ogni secondo che passava, e tra poco più di quattro minuti si sarebbe schiantata, ponendo fine al genere umano.Cristo, devo trovarlo.
Si decise a rimettersi in moto, gettando un'occhiata distratta al timer. 3:45.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Dove minchia sei?Continuava a vagare senza meta in mezzo alla folla urlante, riempiendo gli altri e facendosi riempire di calci e spintoni.
Tutti gridavano, solo lui era silenzioso nella sua frenetica ricerca.
Ma probabilmente era perché la paura e lo shock gli avevano creato un enorme nodo in gola, che quando si sarebbe sciolto avrebbe rilasciato tutte le grida che stava trattenendo.3:15.
Se prima il tempo sembrava rallentare, ora era più veloce che mai.
Se non si fosse sbrigato a trovarlo...
Non voleva neanche pensarci.
Nonostante il panico e la paura, aveva interiormente accettato l'idea della morte.
Ma l'idea di morire solo, in mezzo a centinaia di persone che non conosceva, finire per essere un puntino tra corpi ammassati l'uno sull'altro, quello no, piuttosto preferiva il suicidio.
Casa era troppo lontana, non ce l'avrebbe mai fatta.
Non gli restava che trovarlo.2:57.
Mentre schivava una grassa signora dalla maglia a righe bianche e nere cominciava a dubitare di riuscire veramente a trovarlo.
Estrasse il telefono dalla tasca e per la milionesima volta provò a chiamarlo.
Niente.
Il terrore di non trovarlo si stava insinuando nel suo petto, corrompendo e spegnendo man mano il barlume di speranza che gli era rimasto nel cuore.2:11.
SOLO DUE CAZZO DI MINUTI!
Forza Giovanni, più veloce, ignora la fitta al fianco, cerca, scruta meglio i visi terrorizzati di chi ti circonda, cerca i suoi occhi verdi, puoi farcela...E invece no, non poteva farcela, era impossibile riuscire a trovare qualcuno in quel caos entro centoventi secondi, era un'impresa folle, semplicemente folle...
Eppure non si fermò.
Neanche un istante.
E quando il timer scese sotto l'ultimo minuto, molta gente smise di urlare.
Solo in quel momento Giovanni ritrovò la voce.
"ANDREA!"
Quell'unica, straziata parola risuonò sulle voci lamentose, sempre più deboli.
Poi ancora, ancora e ancora.
"ANDREA, ANDREA! TI PREGO, ANDREA!"
Le lacrime scorrevano sulle sue guance come cascate, le dita tiravano nervosamente i capelli mentre si affannava alla ricerca del suo amato, la sua unica e ultima ragione di vita.
L'ultima scintilla di estasi che il suo cuore e il suo corpo avrebbero mai conosciuto.
E straordinariamente, quando mancavano poco più di dieci secondi alla fine di tutto quel casino, dieci secondi alla fine della vita di otto miliardi di persone, la fine di tutte le storie, le canzoni, le risate, i pianti, la fine di tutto, un'altra voce si innalzò sulla folla.
"GIOVANNI!"
Non credeva alle sue orecchie.
"ANDREA!"
"GIOVANNI!"
Non lo vedeva ancora, ma sapeva che era lì, vicino, da qualche parte, e questo bastò a rinvigorirlo.Dieci secondi.
"ANDREA!"
"SONO QUI, PICCOLO, SEGUI LA MIA VOCE!"Nove.
Giovanni cercava disperato il volto del compagno tra la folla, senza risultato.
Otto.
"ANDREA"
Sette.
"SONO QUI, TI PREGO, SONO QUI!"
Sei.
Giovanni lo vide.
Cinque.
Gli corse incontro.
Quattro.
Ed ecco che i due si rincontrarono, finalmente, dopo mesi di dubbi e incertezze, dopo angoscianti minuti di terrore, dopo orribili secondi di panico.
Ancora una volta le loro braccia si strinsero, i loro corpi tremarono a quel contatto, i loro cuori si sincronizzarono.
Poi le loro bocche si trovarono, finalmente, e fu tutta una spirale di piacere e angoscia, sollievo e terrore, paura e sicurezza.
Fu il bacio migliore a cui l'umanità avesse mai dato vita, nonché l'ultimo.Tre.
Due.
Uno.
E durante quegli ultimi istanti di vita i due amanti rimasero avvinghiati l'uno all'altro, in piedi in mezzo ad una folla rannicchiata sull'asfalto.
Non dissero nulla.
Nessun "ti amo", nessuna rivelazione dell'ultimo secondo.
Avevano decisamente parlato abbastanza.Quando sopraggiunse la fine, tennero gli occhi chiusi.
Nell'ultimissimo istante della loro breve vita, si pentirono solamente di aver sprecato tantissimo tempo.
Avevano dato poco valore ai minuti, ai secondi.Avevano imparato come anche cinque minuti potessero fare la differenza.
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HEYOOOO
Questa storia - leggermente deprimente - è ispirata a una canzone di Billie Eilish chiamata "The end of the world", o almeno, io l'ispirazione l'ho presa da là.
Vi consiglio di ascoltarla, è davvero bellissima.Fatemi sapere anche se la oneshot vi è piaciuta, tengo molto al vostro parere.
Asganaway! (Us gone away)
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Raccolta di oneshot Camperkiller
Fiksi PenggemarIl titolo è abbastanza autoesplicativo, direi. Non so che altro dire, quindi vi lascio a questa raccolta di folli e brevi racconti che la mia mente partorisce solitamente verso le 3:00 di notte, quando faccio tutto tranne che dormire. Spero che vi p...